Kawamura, Genki - Non dimenticare i fiori

estersable88

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Quando la moglie gli annuncia di aspettare un bambino, Izumi non potrebbe essere piú felice. È cresciuto senza padre, e mentre immagina come sarà la sua nuova vita da genitore ripercorre alcuni momenti trascorsi insieme alla madre Yuriko, proprio mentre il mondo della donna inizia a sfumare nelle nebbie della malattia. Ma questo non impedisce a madre e figlio di riportare alla luce una vecchia ferita... Il ricordo, la memoria e l'importanza degli affetti: è con la delicatezza delle emozioni che Kawamura Genki tesse la trama di questo romanzo. Regalando ai suoi lettori un racconto intriso di quell'amore complicato e speciale, sempre unico, che c'è tra genitori e figli. Quando la moglie gli annuncia di aspettare un bambino, Izumi non potrebbe essere piú felice. Ma è anche un po' preoccupato: sarà un buon padre? E, in fondo, cos'è un buon padre? Lui, il suo, non l'ha mai conosciuto. Izumi è cresciuto da solo con la madre Yuriko, un'insegnante di musica, in un rapporto tanto stretto quanto sfuggente anche per loro. E proprio la madre è la fonte delle sue ansie maggiori: negli stessi giorni in cui scopre che diventerà padre, Izumi scopre anche che, in un certo senso, smetterà di essere figlio. La madre Yuriko, infatti, mostra i primi segni dell'Alzheimer: dimentica le cose o dove si trova, inizia a uscire di casa perdendosi per il quartiere, e una volta sembra addirittura scordare di avere un figlio. Izumi sa che sua madre è malata, ma quell'episodio riapre una vecchia ferita: Izumi non può in nessun modo cancellare quanto accaduto tra il 1994 e il 1995, quando lui era un bambino e Yuriko se ne andò di casa all'improvviso. Ma cosa successe alla madre in quei mesi di assenza? E perché si allontanò? Kawamura Genki scrive una storia delicata e piena di umanità, in cui malinconia e leggerezza si mescolano in un modo tipicamente giapponese. Proprio come in Se i gatti scomparissero dal mondo, Kawamura usa una storia intima per affrontare, quasi senza che ce ne accorgiamo, le grandi domande: cosa vuol dire essere un genitore? Qual è il rapporto tra memoria e identità? Conosciamo davvero le persone che abbiamo accanto? Potremo amarle e continuare a rispettare i loro segreti?

Non dimenticare i fiori è un romanzo apparentemente leggero, ma in realtà molto profondo, delicato e suggestivo che indaga il difficile rapporto tra genitori e figli. Con l'apparente levità tipica di molti autori giapponesi, Kawamura affronta temi difficili e quantomai intricati ed intimi quali la malattia, la vecchiaia, il ricambio generazionale, il passare da figli a genitori e contemporaneamente lo smettere di essere genitori con il sopraggiungere di malattie che attaccano i ricordi. Lo fa con grande tatto, Kawamura, ma anche con grande onestà e franchezza, conducendoci nelle vite e nei ricordi dei personaggi in punta di piedi, svelandocele poco a poco, per gradi. Così scopriamo che il rapporto fra il protagonista e la madre non è sempre stato roseo, che lei non è sempre stata felice di aver cresciuto un figlio da sola, che lui è totalmente impreparato davanti alla prospettiva di diventare padre e di ritrovare in sua madre una donna diversa da quella che conosceva. Tutto avviene in modo naturale, come se i personaggi fossero persone e noi li stessimo conoscendo vis à vis davanti a plurime tazze di thè. Questa delicatezza, poi, ha il pregio di permetterci di immergerci nel nostro vissuto, di paragonare le esperienze dei protagonisti con le nostre, di fare raffronti, di trarre conferme e, magari, conforto. Non è facile trattare certi argomenti che portano con sé dolore e perdita, ma Kawamura riesce egregiamente a parlarne con il giusto equilibrio permettendo anche a noi di seguire la storia senza rimanerne schiacciati emotivamente. Una lettura sobria e gradevole che consiglio caldamente.
 
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