Kusturica, Emir - Il tempo dei gitani

Sono mesi che sto cercando Il tempo dei gitani nelle videoteche e su internet; me lo hanno elogiato così tanto, ed io avrei proprio voglia di vederlo! C'è qualcuno che sa dove potrei trovarlo? E c'è qualcuno che lo ha visto e che mi lascia un suo commento?

Grazie :mrgreen:
 
Ultima modifica di un moderatore:

Sant'uomo

Mac Member
Premetto di non averlo visto, ma me ne hanno parlato molto bene...se può essere utile, metto qui una recensione trovata....


C'è un vecchio detto Rom che illumina e sorprende: "senza speranza non c'è morte, quando Dio incontra un gitano se ne va...".
Terza opera del bosniaco Emir Kusturica, dove è proprio il Gitano che accompagna Dio fuori dalla sfera, rinuncia a lui e vive come "un fiore giallo sui ruderi".
Il giovane Perhan è l'angelo che Kusturica sceglie, ma a caso, senza nessuna logica, attorno alla magia debole di chi non ha nulla da perdere, di chi non ha mai avuto nulla se non un tacchino paragonato all'uccello del sole, o l'ambigua calce trasmutata improvvisamente in un popolo che non riesce a ritrovarsi.
Sono visioni rapide e dilanianti quelle che accompagnano l'intero percorso-sentiero di Perhan.
Egli perde tutto ma lentamente, senza nessuna coscienza: le illusioni, la memoria, l'amore per la splendida e idealizzata Azra.
Perde se stesso, nell'arco di un declino che trasfigura la sua storia; inizialmente intima, quasi serena, poi infernale, sanguinosa.
Come se improvvisamente tutta la magica semplicità delle prime scene si spezzasse in un ritmo frenetico di folli visioni, paure, delitti, morti drammatiche ma sempre annunciate.
Un prima, una linea e un dopo...unica fusione il cielo gitano con i suoi cinque figli (Sole, Luna, Fuoco, Nuvole e Acqua). Ma è un cielo teso che non ride, senza luce ma in un costante bianco e nero.
La parabola di Perhan inizia e finisce nella stessa maniera. E' una sfrenata rincorsa dai presagi di morte, è lui stesso a provare il suicidio ed è lui stesso a cercare la morte con l'eroica, accecante magia che solo la vendetta sa imprimere.
Il resto del film è un contenitore stralunato d'immagini mitiche, bellissime, oniriche...
Improvvisamente il fiume del villaggio Rom si accende d'incontri e fiaccole gitane; la splendida musica di Goran Bregovic spinge la barca di Perhan e Azra verso la serenità. E' solo un attimo ma quel sorriso imprime alla pellicola un sapore assoluto.
Perhan trasfigura dentro di se il delirio di un paese dove la vita sembra essere un miraggio mentre ora è una sigaretta bruciata sui polsi, ma con la dignità di chi non ha neanche più il dolore.
Kusturica insieme a Gordan Mihic, con il quale ha scritto il film, ci ha mostrato cosa può essere la vita di questo paese, o meglio cosa è diventata.
Prima Milano, poi Roma invece sono lo sfondo per l'epilogo, dove non dimenticare sembra l'unico percorso possibile.
Sconnesso, visionario, assolutamente complesso, questo è Il tempo dei gitani, dove ciò che accade sembra non avere importanza perchè siamo al confine del mondo, in uno spazio dimenticato come paradosso di Perhan che invece non sa dimenticare.
La parabola però non si chiude mai perchè alla fine Perhan avrà un figlio anche lui di nome Perhan; sembra un avvertimento, un racconto circolare che affonda nella nostra realtà e continuerà a farlo.
Come esclama agli inizi del film un semplice gitano, solo, povero, disperato? "dove sei Dio?...dov'è finito Dio?...esisti?...".
Mentre piove e il cielo di Kusturica e del suo popolo continua magicamente a non ridere.
 

Masetto

New member
Io l'ho visto parecchio tempo fa, sicchè ne ho un ricordo un po' vago. E' una "ricognizione" nel mondo dei rom tutta piena, com'è tipico di Kusturica, di sconfinamenti nel surreale, alcuni riusciti e altri meno mi parve. Certo portare i rom a protagonisti di un film è stata una cosa, se non proprio nuova, quantomeno insolita. Personalmente non metterei questa pellicola tra le pietre miliari del cinema: non ricordo nessuna scena che fosse proprio indimenticabile...
A te cos'hanno detto di così positivo?
 
Io l'ho visto parecchio tempo fa, sicchè ne ho un ricordo un po' vago. E' una "ricognizione" nel mondo dei rom tutta piena, com'è tipico di Kusturica, di sconfinamenti nel surreale, alcuni riusciti e altri meno mi parve. Certo portare i rom a protagonisti di un film è stata una cosa, se non proprio nuova, quantomeno insolita. Personalmente non metterei questa pellicola tra le pietre miliari del cinema: non ricordo nessuna scena che fosse proprio indimenticabile...
A te cos'hanno detto di così positivo?

Mi hanno detto che tra i film di Kusturica sia il più bello..io sono rimasta ammaliata da Underground, volevo vedere se Il tempo dei gitani è ancora più bello. :boh:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ambientato tra l'ex Jugoslavia e l'Italia è un film straordinario nel senso che mescola lo sguardo sociologico all'invenzione surreale e poetica realizzando un cinema unico nel suo genere che è la cifra di questo grande regista europeo. La colonna sonora di Bregovic e l'interpretazione di attori professionisti e non riesce a creare un mix di grande fascino e suggestione. L'anima nera del popolo rom, quello della vendita e dello sfruttamento dei bambini e delle ragazze per l'elemosina e la prostituzione e l'anima legata alla tradizione e al senso dell'onore con un forte spirito mistico sono ambedue rappresentate. Kusturica non fa sconti su un popolo abbandonato da Dio dove piove sempre e dove non c'è possibilità di riscatto o di cambiamento. Una grande opera.
 
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