Aligheri, Dante - versi vari

Lauretta

Moderator
Ho pensato di aprire una discussione che, da amante della Divina Commedia e delle varie opere di D.Alighieri, spero si riempia di post.

questi sono i miei versi preferiti...da romantica....

"[...]

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense".
Queste parole da loro ci fur porte.

"[...]

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancilotto come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi che mai da me non fia diviso,

La bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
Quel giorno più non vi leggemmo avante".

Dante Alighieri
dalla Divina Commedia Canto V, Inferno
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
"... Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"


(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)
 

zolla

New member
Ed elli a me: «Non vo' che tu paventi;
lasciali digrignar pur a lor senno,
ch'e' fanno ciò per li lessi dolenti».

Per l'argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;

ed elli avea del cul fatto trombetta.
Inferno canto xxi
a parte il divertissement,l'ho messo per far vedere la grande duttilità di dante tra alto e basso,una delle sue armi vincenti...
 

Masetto

New member
Quali fioretti dal notturno gelo
chinati e chiusi, poi che 'l sol l'imbianca,
si drizzan tutti aperti in loro stelo


Inferno II, vv. 127-129 (quali = come)
 

Elena.90

Curly member
Io trovo bellissimi i sonetti della Vita Nova e delle Rime. Senza citare l'ormai abusato "Tanto gentile e tanto onesta pare" riporterò uno altrettanto famoso, ma spesso snobbato a scuola:


"Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
come quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i' credo che saremmo noi."

è troppo bello!! tre amici in allegria in crociera con le donne amate...
 

Carlos

New member
« Or va, ch'un sol volere è d'ambedue:
tu duca, tu segnore e tu maestro». (Inferno II, 139-140)

Questi versi esprimono l’utilità e il valore della guida nella nostra vita. E molte persone eserciscono questa funzione di guida nella nostra vita : i genitori, i professori, anche gli amici. Ma dobbiamo provare a mai dipendere dai guida, perché loro possono aiutarci, ma non possono vivere per noi, facendo le nostre scelte.
 
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Denni

New member
Inferno , canto terzo
1 - 30


"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina podestate,
la somma sapienza e ’l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate".
Queste parole di colore oscuro
vid’io scritte al sommo d’una porta;
per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro».
Ed elli a me, come persona accorta:
«Qui si convien lasciare ogne sospetto;
ogne viltà convien che qui sia morta.
Noi siam venuti al loco ov’i’ t’ho detto
che tu vedrai le genti dolorose
c’hanno perduto il ben de l’intelletto».
E poi che la sua mano a la mia puose
con lieto volto, ond’io mi confortai,
mi mise dentro a le segrete cose.
Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere sanza stelle,
per ch’io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira
 

Holly Golightly

New member
Posso riesumare e "impossessarmi" di questo topic? :mrgreen: scusatemi, è più forte di me, è il mio più grande amore letterario. :oops:

volsimi a la sinistra col respitto
col quale il fantolin corre a la mamma
quando ha paura o quando elli è afflitto,

per dicere a Virgilio: `Men che dramma
di sangue m'è rimaso che non tremi:
conosco i segni de l'antica fiamma'.


Pg XXX, 43-48 (Dante riconosce Beatrice nel Paradiso Terrestre)

Io ritornai da la santissima onda
rifatto sì come piante novelle
rinovellate di novella fronda,

puro e disposto a salire a le stelle.


Pg XXXIII, 142-145


Sempre natura, se fortuna trova
discorde a sé, com’ogne altra semente
fuor di sua region, fa mala prova.

E se ‘l mondo là giù ponesse mente
al fondamento che natura pone,
seguendo lui, avria buona la gente.

Ma voi torcete a la religione
tal che fia nato a cignersi la spada,
e fate re di tal ch’è da sermone;

onde la traccia vostra è fuor di strada»


Pd VIII, 139-148, Carlo Martello e la necessità di seguire le proprie inclinazioni
 
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