Quirico, Domenico - Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria

qweedy

Well-known member
Scritto a due mani, da Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata, è il resoconto della loro prigionia in Siria.

"Il 6 aprile 2013 Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata imboccano un sentiero pietroso che serpeggia tra le montagne e i ciliegi in fiore piantati sui contrafforti dell'Anti-Libano e penetrano in Siria. Sono in compagnia di coloro di cui vogliono narrare le gesta: i miliziani dell'Armata siriana libera, gli oppositori di Bashar Assad, i ribelli, i rivoluzionari. Al loro passaggio i petali bianchi si staccano dagli alberi e fluttuano nell'aria fresca della primavera. Qualche giorno dopo, nei pressi della città di al-Qusser, in una notte buia in cui nulla sembra vivere, l'Armata siriana libera li consegna a un gruppo di incappucciati che, sparando raffiche di mitra, li trascinano sul loro pick up. Seguono cinque mesi di strazio e di ira, di furia e rancore, di miserevole ingiustizia, resa ancora più tale perché inflitta da coloro che si credevano amici. Mesi trascorsi in stanzette sudice, in botole infami e luride prigioni, dove la luce è sempre accesa perché la voglia di dormire pesi tanto da far dimenticare ogni cosa..."

Mi ha colpito la diversa reazione che hanno avuto i due prigionieri dopo la liberazione, Pierre ha perso la fede nell'uomo e in Dio, Domenico mi pare ne sia uscito ancora più rafforzato.

Domenico Quirico, giornalista italiano (classe 1951), inviato della redazione esteri del quotidiano La Stampa, responsabile degli Esteri, è stato corrispondente da Parigi ed inviato di guerra.

Ahmad mi dice: "Vedi, ve ne andate, liberi. Allora non è vero che voi eravate i prigionieri e noi i custodi. Tutti, noi e voi, eravamo altrettanto prigionieri. Ma con una differenza: che voi potete lasciare questa tragedia, partire, noi restiamo qui..."


"Quello che vedo nell'uomo, il materiale su cui lavoro, è principalmente la sua infelicità. Sì, l'infelicità umana è la meraviglia dell'universo."



Pierre Piccinin da Prata (classe 1973), insegnante, storico e scrittore belga, specialista del mondo musulmano.

Cerco invano di pregare. Di tornare a Dio. Ma è fatica sprecata.
Provo ciò che probabilmente hanno provato i martiri cristiani al momento del supplizio.
Quando avevano più bisogno di Dio, quando spezzavano loro le ossa, si rendevano conto che erano soli. Soli di fronte alla disperazione e alla disillusione di cui diventavano rapidamente la preda addolorata.
Domenico mi dice: "Conserva la fede, Pierre! Conserva la fede, amico mio! Conserva la fede! Nell'avidità dell'uomo."
 
Ultima modifica:
Alto