Pennac, Daniel - Ultime notizie dalla famiglia

Il libro consta di due "pezzi" diversi: un monologo teatrale e un racconto. Il primo è intitolato "Monologo sulla paternità" ed è una sorta di divertito montaggio di frasi scucite dai quattro romanzi che hanno reso celebre la famiglia Malaussène. Il secondo "Ultime notizie dalla famiglia", è invece una piccola avventura vissuta tra le mura di casa Malaussène.
"Signor Malaussène a teatro" è un monologo di Benjamin, incinto per empatia della tellurica compagna Julie, rivolto all'embrione, "frutto nudo precipitato nelle mandibole del mondo". Disarmante e disarmato di fronte all'evento, il capotribù vive tutti gli interrogativi e le ansie dell'imminente paternità, sforzandosi di presentare al feto la vita ("un'impalcatura di illusioni sulle fondamenta del dubbio, i muri nebulosi della metafisica, l'arredo perituro delle convinzioni, il tappeto volante dei sentimenti...") e l'improbabile famiglia in cui atterrerà ("è inutile che ti racconti palle, figlio mio, la verità è che la tua famiglia fa tutt'uno con la tragedia"), per metterlo al corrente di quanto lo aspetta, forse anche per scoraggiarlo. Quello che Malaussène trasmette al nascituro è la fatica e la dignità di essere uomini: "Ci si sveglia con un amico in meno, una guerra in più, e tutta la strada che resta da fare malgrado tutto. Bisogna tenere duro, tenere duro comunque, con le unghie e con i denti". L'arrivo del neonato manda in crisi il Piccolo, che nel racconto successivo,"Cristianos y Moros", vuole anche lui un padre biologico inconfutabile e farà lo sciopero della fame finché non gli sarà ritrovato. L'assurda, sgangherata storia della sua nascita viene ricostruita e salta fuori che lo sconosciuto raccolto per strada in fin di vita da Louna era in realtà il protagonista di - guarda caso - una serie di quattro romanzi. La madre, la procreatrice per eccellenza, donna dal cuore immediato e dal grembo generoso, curò l'uomo portandoselo a letto ("quel che Dio non può fare, una donna, a volte, può farlo") e lui, così vivo seppur uscito dalla carta stampata, la ricompensò riempiendo il suo ventre vuoto: potenza della vita e della letteratura.
I libri saranno infine la salvezza del Piccolo, che nella lettura ritroverà il padre e l'appetito perduti. Anche il lettore malaussenomane trae una sua speranza: che, con tutta l'energia che scorre ancora nella mitica famiglia, la storia non sia chiusa e "ultime" queste notizie lo siano solo nel senso di appena sfornate.

Il monologo molto bello, la seconda parte meno....peccato, la chiusura della saga non è all'altezza de "Il Paradiso degli orchi"....comunque Pennac resta un grande talento!
 
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