Mi sono imbattuta in questo libro per caso: lo vendevano in uno di quei negozi che hanno tutto ad 1 euro!
L'ho comprato attirata dall'autore, di cui avevo già letto I fuochi del Basento ... e mi sono imbattuta in una piccola perla!
Non so se sia facile reperirlo (è stato pubblicato nel 1990); sicuramente lo è nelle biblioteche più fornite. Ve ne consiglio la lettura, se vi piacciono i grandi quadri storici ricostruiti con la sapienza narrativa dei racconti del focolare!
Raffaele Nigro, La baronessa dell'Olivento, Giunti, Camunia, 1990
TRAMA
Ha il ritmo epico della saga e quello fantastico del racconto popolare questo romanzo poco conosciuto di Raffaele Nigro. Ambientato nella seconda metà del Quattrocento, tra l'Albania assediata dai Turchi e un Meridione d'Italia vessato dalla monarchia aragonese e dai baroni locali, il romanzo narra le vicende che portarono gruppi di genti provenienti dalla Schiavonia a stanziarsi sulle coste adriatiche dell'Italia meridionale. Voce narrante è quella di Vlaika Brentano, a cui la fortuna ha tolto la possibilità di una vita normale, facendola nascere senza braccia e gambe, ma ha concesso il dono di vedere dove gli altri non vedono e di parlare con i morti.
Assieme al fratello Stanislao, giovane inventore con l'arte di costruire nelle mani, giunge nel regno di Napoli con un incarico da parte del signore d'Albania, Giorgio Castriota Skanderberg: trovare e mettere in salvo la prodigiosa macchina capace di diffondere, in innumerevoli copie, la parola di dio. Scopertisi eredi di un castello tra le montagne di Lucania, i due fratelli verranno travolti dagli eventi di un lungo e sanguinoso conflitto tra il potere centrale e le spinte autonomistiche dei baroni locali; un conflitto che si traduce, nei termini della cultura, nello scontro tra un sapere oscurantista e dogmatico ispirato dalla chiesa e un sapere nuovo, più libero e fondato sulla fiducia nell'uomo, ispirato da Aristotele e da Orazio.
Attraverso gli occhi e la memoria di Vlaika, Raffaele Nigro fa scorrere davanti ai nostri occhi re e baroni, condottieri e briganti, antiquari e contadini, in un intreccio di passioni politiche e sogni letterari, amori carnali e corteggiamenti epistolari. Alla fine quello che resta è l'intreccio indecifrabile dei fili di cui è intessuta una vita umana.
L'ho comprato attirata dall'autore, di cui avevo già letto I fuochi del Basento ... e mi sono imbattuta in una piccola perla!
Non so se sia facile reperirlo (è stato pubblicato nel 1990); sicuramente lo è nelle biblioteche più fornite. Ve ne consiglio la lettura, se vi piacciono i grandi quadri storici ricostruiti con la sapienza narrativa dei racconti del focolare!
Raffaele Nigro, La baronessa dell'Olivento, Giunti, Camunia, 1990
TRAMA
Ha il ritmo epico della saga e quello fantastico del racconto popolare questo romanzo poco conosciuto di Raffaele Nigro. Ambientato nella seconda metà del Quattrocento, tra l'Albania assediata dai Turchi e un Meridione d'Italia vessato dalla monarchia aragonese e dai baroni locali, il romanzo narra le vicende che portarono gruppi di genti provenienti dalla Schiavonia a stanziarsi sulle coste adriatiche dell'Italia meridionale. Voce narrante è quella di Vlaika Brentano, a cui la fortuna ha tolto la possibilità di una vita normale, facendola nascere senza braccia e gambe, ma ha concesso il dono di vedere dove gli altri non vedono e di parlare con i morti.
Assieme al fratello Stanislao, giovane inventore con l'arte di costruire nelle mani, giunge nel regno di Napoli con un incarico da parte del signore d'Albania, Giorgio Castriota Skanderberg: trovare e mettere in salvo la prodigiosa macchina capace di diffondere, in innumerevoli copie, la parola di dio. Scopertisi eredi di un castello tra le montagne di Lucania, i due fratelli verranno travolti dagli eventi di un lungo e sanguinoso conflitto tra il potere centrale e le spinte autonomistiche dei baroni locali; un conflitto che si traduce, nei termini della cultura, nello scontro tra un sapere oscurantista e dogmatico ispirato dalla chiesa e un sapere nuovo, più libero e fondato sulla fiducia nell'uomo, ispirato da Aristotele e da Orazio.
Attraverso gli occhi e la memoria di Vlaika, Raffaele Nigro fa scorrere davanti ai nostri occhi re e baroni, condottieri e briganti, antiquari e contadini, in un intreccio di passioni politiche e sogni letterari, amori carnali e corteggiamenti epistolari. Alla fine quello che resta è l'intreccio indecifrabile dei fili di cui è intessuta una vita umana.
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