Springer, Elisa - Il silenzio dei vivi

ilselacontessa

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Per lunghissimi anni questa donna ha nascosto la sua triste esperienza nel lager, per poi renderla pubblica con le pagine di questo bellissimo libro. La sento molto vicina a me, perchè ha passato gli ultimi anni nel mio paese.


"1 novembre 1995: sono tornata ad Aushwitz. [...] Ho capito che non bastano cinquant'anni, per cancellare il ricordo di un crimine così grande. L'immagine di quei luoghi, e il dolore che ne derivò, sono impressi in maniera indelebile nei miei occhi: non mi hanno mai abbandonato."
 
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Fabio

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estersable88

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A24020. E' questo il numero che per molti anni Elisa Springer ha cercato di nascondere all'indifferenza, alla derisione, al negazionismo degli altri. E' il numero, marchiato a fuoco sulla sua pelle, che testimonia la sua appartenenza ad un popolo, gli ebrei, ad un credo religioso, che l'ha portata – tra il 1944 e il 1945 – a vivere l'esperienza devastante dei lager dai quali, un anno dopo, denutrita, ammalata, ma viva, è riuscita ad uscire… e vivere è stato, per tutto il tempo e davanti ad ogni genere di soprusi, crudeltà, disumanità, il suo unico obiettivo, la cosa più importante.
A squarciare il velo di silenzio sul dramma di una vita sarà, cinquant'anni dopo i fatti, proprio la curiosità dell'uomo che Elisa mai avrebbe sperato di conoscere: suo figlio. E proprio ai figli, ai ragazzi, Elisa Springer dedica questo libro: con loro si apre e si chiude il suo racconto in una speranza che è quasi certezza, quella che ciò che è accaduto, grazie a loro che ne portano l'eredità, non sarà dimenticato, nonostante ancora oggi vi sia chi nega la sofferenza, la morte, la devastazione dell'Olocausto.
Elisa Springer ci racconta la sua storia con i toni sobri, ma decisi di chi ha visto la morte in faccia, di chi ha visto morire cari e sconosciuti e non vuole la pietà di nessuno, ma non ammette l'oblio. Con scrittura elegante, ordinata, sobria e implacabile questa donna – al tempo della scrittura quasi ottuagenaria – ci mette davanti alla realtà con lucidità, senza orpelli o sentimentalismi: non ne ha bisogno, ciò che racconta fa il resto.
Per me questo libro, indirettamente, ha un valore personale inestimabile perché, quando frequentavo la scuola elementare, ebbi modo di incontrare, ascoltare, parlare personalmente con Elisa Springer. Conservo ancora vivido in mente il ricordo di quell'incontro che mi cambiò letteralmente la vita: fu proprio in occasione della presentazione di questo libro che ebbi il mio primo contatto – che ricevetti la mia prima lezione di vita – su ciò che fu l'Olocausto. Ricordo ancora la voce, la forza, la carica di questa donna; da lì è nato l'impegno e il coinvolgimento personale su questa particolare vicenda storica che da allora è sempre vivo in me. Non avevo ancora mai avuto la possibilità – o la forza – di leggere il libro: ora l'ho fatto ed ho rivissuto sulla pelle l'emozione di quell'incontro; ho rifatto i conti con una parte di me che, inspiegabilmente, si sente chiamata in causa ogni volta che si parla di quest'argomento. Inutile dire che consiglio questa lettura breve, ma intensissima, che rimarrà una delle più importanti della mia vita.
 
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