Fitzgerald, Francis Scott - Il grande Gatsby

Bel libro ambientato nella New York degli anni '20, nei favolosi anni del jazz.

La voce narrante è quella di Nick Carraway, vicino di casa del ricchissimo Gatsby. Narra le vicende di James Gatz, un giovane che lascia presto la povera famiglia nella quale è cresciuto, per svolgere le più disparate attività economiche, non soltanto lecite, per conquistare un posto nella buona società e diventare così Jay Gatsby. Si innamora della giovane e ricca Daisy Fay e vive insieme a lei un periodo felice. Ma quando parte per le armi in Europa, l’ereditiera Daisy sposa un ricco finanziere di Chicago. Il suo mondo artificiale e snob, fatto di orchestre, di feste e di danze non avrebbe potuto attendere certamente il ritorno di Gatsby. Dal momento in cui apprende la notizia del matrimonio di Daisy ogni azione di Gatsby sarà tesa all’unico scopo di riconquistarla. Così quando si trasferisce nel West Egg, all’estremità di una baia dirimpettaia di East Egg, nella sua sfavillante e grandiosa casa, questa volta alle sue di feste, tra fiumi di alcool e bagni al mare, partecipa tutta la New York bene. Ad una di queste feste viene invitato anche il vicino Nick con il quale instaura un’amicizia non disinteressata. Nick infatti è proprio il cugino di quella Daisy che intende riconquistare....

Una storia malinconica che si legge piacevolmente, e che descrive a mio avviso molto bene il mondo patinato ma pieno di falsità e di solitudine dell'America ricca degli anni '20.
 
grande libro!la figura del grande gatsby affascina e il finale è sorprendende..lo stile è impeccabile,vorrei leggere altro di fitzgerald ma me l hanno sconsigliato.
 

Masetto

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Questo romanzo ci porta nei "favolosi" anni '20 americani. Rende bene l'atmosfera e il modo di veder le cose di allora, ma personalmente non ci trovo nulla che vada al di là della semplice rievocazione di quell'epoca, qualcosa che abbia un significato universale e soprattutto non fosse già presente in altre opere... :-?
 

mandri

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Sinceramente non mi ha entusiasmato molto questo libro, sarà perchè pensavo in qualcosa di più coinvolgente...è una di quelle storie che appena finite di leggere ti lascino un senso di incompiuto, come per dire "ma che è già finito tutto?"
 

calipso

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Al momento sul mio comodino c'è "Il grande Gatsby" e sono a metà... è un romanzo straordinario e il modo di scrivere di Fitzgerald è superbo... un genio nel vero senso della parola e che riesce a scavare come nessun altro nella psiche dell'uomo americano dell'età del jazz... e soprattutto quella descritta dall'autore è un'epoca fatta di delusioni, di vite vissute con superficialità nella mera corsa al denaro e annegate nell'alcool, nel vano rimpianto di scelte non prese e di bizzarri disegni del destino.

Consigliato.
 

leomartin6

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Questo libro è una grande creazione da parte dell'autore s prende il lettore per il passato in modo semplice. Una storia triste, raccontata in maniera adorabile.
 

SALLY

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Bellissimo libro,epoca favolosa,una triste storia in un mondo superficiale,Fitzgerald scrive in maniera coinvolgente e scorrevole.A me è piaciuto tanto.
 

danilo87

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Bello,coinvolgente,mi è piaciuto molto il modo in cui è scritto,anche se a volte ho incespicato un po' nella lettura che mi è parsa sicuramente affascinante,ma piuttosto difficile,forse perchè alla lettura di classici come questo non sono ancora abituato :)
A volte mi sono ritrovato a faticare nel capire chi parlasse o cosa stesse succedendo! :D

Penso lo rileggerò a breve,comunque. Credo di averlo letto in maniera troppo distratta.
 

pigreco

Mathematician Member
Una vera rivelazione. Non so perchè ma da questo libro non mi apsettavo granchè e l'ho iniziato più per la sua celebrità che per pura voglia... Invece si è rivelato un romanzo davvero eccezionale, mi ha lasciato dentro molto, mi è quasi sembrato di aver visto un film tanto i protagonisti sono rimasti impressi nella mia mente. Pochi personaggi, storia molto semplice, ambientazione d'altri tempi. Eppure terminata l'ultima pagina si rimane con l'amarezza, ci sembra di avr perduto dei vecchi amici, di aver vissuto in quelle zone dell'America e di aver frequentato le feste a casa di Gatsby. Talvolta gli intrecci delle coppie mi hanno ricordato "Le affinità elettive", pur trattandosi di un altro contesto. Libro davvero consigliato. Voto massimo.
 
Io invece sono rimasta abbastanza delusa... mi aspettavo molto di più da questo libro; già solo le parole "jazz" e "anni ruggenti", per me significano un po' di brio, azione, leggerezza, gioia, frivolezze.... invece qui da tutto ciò non c'è neanche una piccola traccia....
Il libro si, si legge molto bene, il linguaggio che usa l'autora a volte riesce anche ad incantare, ma oltre questo, io non mi azzarderei di andare.... tanto meno deffinirlo come "un quadro vivo di quel periodo"....:??
Il finale è originale, ma soprattutto inaspettato, ed è questo che mi ha colpito di più dal romanzo... sono rimasta per un paio di giorni a rimuginare su di esso, non sono riuscita a scrolarmelo di dosso.... :shock:

Ho in attesa un'altro libro di Fitzgerald, "Belli e dannati", forse con questo riusciro confermare la sua fama, malgrado si tratta di un libro "minore"....:roll:
 

happytelefilm

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l'asino e la carota

abbiamo bisogno di un mito per poter andare avanti, il motore di tutte le nostre azioni è un sogno, ci ricorda Gatsby.
L'uomo è un animale romantico, ma pur sempre un animale pratico e razionale, ci ricorda Daisy.
Se anche Gatsby non fosse morto e si fossero messi insieme, passata l'euforia iniziale non sarebbero stati felici. Perchè, nonostante tutte le scuse consolatorie che possiamo trovarci, messi da parte tutti i se e i ma, ognuno è artefice del proprio destino.
Questa è la riflessione che il libro mi ha suscitato.
 

amneris

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Ho letto da qualche parte che stanno per realizzare (o addirittura sta per uscire) il film. Io non l'ho mai letto, ma mi è venuta una gran voglia... è da anni che rimando la lettura!
 

Dallolio

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Questo libro è una narrazione del cinismo umano e dell'inutilità di tutto ciò che accade... la scena del funerale di Gatsby fa capire qual è il vuoto emotivo e spirtuale che infestano la società moderna (e probabilmente, ogni società e contesto umano)
Non è comunque tra i libri che maggiormente mi hanno colpito, anche se ha un tutto organico e coerente (l'aspetto che mi è rimasto maggiormente impresso è che al funerale di Gatsby partecipano solo il padre, il protagonista e Occhi di Gufo)
Voto: 6/10
 

Frundsberg

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Very sad hero...

Gatsby, l'uomo che si costruisce dal nulla,che suda e trasuda tutto il dolore di una classe sociale che deve rendere 10 per avere 6.
Adoro questo personaggio, soprattutto ammiro come Fitzgerald l'ha concepito,strutturato, fotografato.
Daisy è la ragione della vita di questo self made man, in principio era Daisy e tutto si accompagna a questa donna divenuta miraggio nel ventre cocciuto di quest'uomo, pronto a plagiare se stesso pur di conquistarla con il ritorno in patria.
Divenuto ricco.
Ma siamo lontani dalla nobiltà di Martin Eden, qui Gatsby ha dovuto scendere a patti con la feccia, fondersi egli stesso e rigenerarsi con essa.
Non è facile.
Anche perché il Cielo non dimentica nessuno...soprattutto quando nasce con le pezze al culo.
La tristezza prende allorquando il miraggio della donna amata...si manifesta per ciò che è.

Daisy è colpita dalla morte di Gatsby, assassinato, solo per un attimo,l'istante che colma la scelta se portare i bagagli in macchina in numero di tre o quattro.
La sua vita va avanti.
Ma morire per la donna favoleggiata, sognata, idealizzata...be', per Fitzgerald non ha prezzo.
Per questo Gatsby sarà, sempre, il Grande.
 

Bobbi

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Era uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s'incontrano quattro o cinque volte nella vita. Fronteggiava - o sembrava fronteggiare - l'intero mondo esteriore per un istante e poi di concentrava su di te con un irresistibile pregiudizio a tuo favore. Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te e ti assicurava di aver ricevuto da te esattamente l'impressione migliore che speravi di dare.

Questo è il motivo per il quale la voce narrante, Nick Carraway, comincia a voler bene a Jay Gatsby, e direi che è un gran bel motivo, non trovate?
All'inizio ho faticato un po' per capire qual era l'impostazione del romanzo, perché mi sembrava che l'introduzione ai fatti e al personaggio di Gatsby fosse troppo lunga e inconcludente; in realtà serviva bene allo scopo di dare un ritratto fededegno dei tempi. Il famoso sogno americano, la ricchezza facile, in alcuni casi nuovissima, il mondo scintillante delle feste, della metropoli, delle auto di lusso, delle piscine, tutto colpisce come una favola postmoderna, ma non si rivela che una fragile copertura di un'umanità che è sempre la stessa, che è sempre fallibile, triste, sola, specie quando il benessere materiale dovrebbe invece, liberandola dalle stringenti necessità della vita, elevarla spiritualmente.
Con questo sfondo alle spalle giganteggia l'elegante e forte figura di Gatsby, eroe che possiamo definire a buon diritto tragico: perché in lui fatalmente si scontranno, come nelle tragedie classiche, volontà e Necessità e come nelle tragedie classiche l'esito è scontato. Quest'uomo così vitale, così ambizioso, così generoso viene rincorso dal suo passato che l'acchiappa e lo inghiotte, e nulla può fare per sfuggire a quest'ingorda bestia mentale. Il suo è un piano delirante, pretenzioso, eppure commovente nella sua stolida irrealtà...penso a che noi tutti sia capitato di desiderare di tornare ad un punto della propria vita per capire dov'era l'errore che l'ha fatta ingarbugliare. Preghiamo che questo desiderio non diventi mai ossessione...

Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. c'è sfuggito allora, ma non importa - domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia.. E una bella mattina..
così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato.
 
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