Nothomb, Amélie - Né di Eva né di Adamo

In sintesi
Amélie torna in Giappone ma abbandona i tragicomici panni di impiegata nella multinazionale Yumimoto, vicenda narrata in Stupore e tremori, e si concentra sulle peripezie sentimentali di quel periodo. Rinri è il suo fidanzato giapponese, bello e ricco, li lega un amore bizzarro ma non privo di poesia, raccontato con il solito umorismo, affondando lo sguardo chirurgico che le è proprio nell'incandescente universo dell'amore. Ma l'emozione più grande e la relazione più forte è ancora una volta quella che lega l'autrice al paese in cui è nata, e dove ha trascorso gli anni mitici dell'infanzia.

E' il primo libro della Nothomb che ho letto e mi è piaciuto, perchè mi ha fatto entrare letteramente nella terra del sol levante.
Molto interessante, simpatico, ironico e ben scritto.
Consigliato! :wink:
 

witch

New member
Lìho appena letto ma...non ho capito il significato del titolo...:?
 

Jessamine

Well-known member
Anche per me questo è stato il primo libro della Nothomb, ma non sono sicura mi sia piaciuto del tutto.
Sicuramente ha una scrittura molto brillante e piacevole, però mi è sembrato un po' inconcluso, o inconcludente, non so. Come se fosse parte di un insieme molto più ampio (e in effetti, essendo a quanto ho capito un romanzo autobiografico, credo che questo sia anche giustificato).
Di certo è vero che permette di entrare nella cultura giapponese molto bene, senza dare nulla per scontato ma senza nemmeno banalizzare o in qualche modo porre la distanza che spesso si trova quando un autore cerca di parlare di una cultura diversa (non so se mi spiego, ma probabilmente l'aver vissuto durante l'infanzia la cultura orientale, e poi anche quella occidentale, permette di creare un parallelo molto realistico e pieno di rispetto).
Credo che il titolo si riferisca ai vari momenti in cui Amélie di definisce come una novella Eva, eleggendo quindi Rinri a novello Adamo, e secondo me (ma potrei sbagliarmi, è solo una supposizione!) intende dire che la colpa, il peccato non è attribuibile all'uno oppure all'altro (i cachi, ad esempio, sono desiderati da Amélie, ma è Rinri a coglierli :? o sto delirando? :mrgreen:).
Mi è piaciuta tanto la metafora del matrimonio come una pietra, e del fidanzamento come una maniera per restare liquidi, per prendere tempo e non fissarsi in una forma prestabilita.. non so, mi ha colpito.
Credo leggerò altro di suo, perché mi ha incuriosita, è stato come leggere un solo capitolo di un bel romanzo. Bello, appunto, piacevole, ma incompiuto. Spero che leggendo altro questa sensazione si affievolisca!
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Questo libro non rientra tra i miei preferiti della Nothomb, ma è stata comunque una lettura piacevole. Rispetto agli altri che ho letto questo romanzo è più biografico, e anche più realistico, però si sente meno il suo stile particolare con elementi surreali e a volte comici.
Sul lato biografico aggiunge alla conoscenza che abbiamo dell'autrice, che scava sempre dentro sé stessa, ma ci sono alcune cose che non tornano sia nei dati biografici (ad esempio lei dice di essere nata in Giappone) che in quelli culturali (di alcune cose che ho cercato non ho trovato riscontro online, quindi non si capisce cosa sia vero e cosa sia finzione). In altre parole, il romanzo è biografico e ambientato nella cultura giapponese, ma poi non sempre ci si può fidare di quello che leggiamo. Con gli altri romanzi era più facile perché erano meno realistici, questo invece inganna.
Comunque bella la storia d'amore fra Rinri e Amélie, alla fine trova il suo perché (anche se non è quello il tema principale del romanzo, che appunto mescola trama, cultura e biografia).

Un appunto riguardo al film (Il fascino indiscreto dell'amore), se voleste vederlo: mi è piaciuta la scelta dell'attrice che interpreta Amélie, un po' meno l'adattamento della trama. Viene dato troppo accento sulla trama e sulla storia a discapito della personalità dell'autrice. Anche il finale è diverso, tanto da rovinare, secondo me, ciò che invece trasmette il libro.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Sul titolo del romanzo
In francese si dice "non conoscere qualcuno né di Eva, né di Adamo", significa non aver mai sentito parlare di qualcosa o qualcuno, non conoscerlo o riconoscerlo per niente.
Ad esempio una persona che non abbiamo mai visto, o anche un attore famoso ma di cui non abbiamo mai visto nessun film e non abbiamo mai sentito parlare di lui.

Sul significato in relazione alla storia non sono sicuro, penso si riferisca al fatto che Amélie e Rinri si frequentino a lungo,
lui addirittura finisce per chiederle di sposarlo
ma alla fine restano in qualche modo estranei, anche pee via della cultura. Forse però è una interpretazione forzata. E come detto da Jessamine, ci sono nel romanzo alcuni riferimenti ad Eva e ad Adamo, quindi potrebbe essere più un gioco di parole con un significato più ampio che un significato letterale legato al modo di dire "né di Eva né di Adamo".

E poi, c'era stata la questione dei cachi. Eva nel giardino non era riuscita a cogliere il frutto desiderato. Il novello Adamo aveva imparato la galanteria ed era andato a prendergliene un carico intero, poi l'aveva guardata mangiare con tenerezza. La novella Eva, nel suo peccato di egoismo, non gliene aveva offerto neanche un morso.

Qui c'è un capovolgimento dei ruoli e della storia, rispetto agli Adamo ed Eva biblici. Quindi sembra che Adamo ed Eva siano proprio Rinri e Amélie, anche se la loro storia è diversa da quella biblica, e forse qui il peccato dei due progenitori viene sostituito dal "peccato" di Rinri (vedi lo spoiler sopra) che in qualche modo cambia tutto per i due giovani, e il sogno felice di Amélie viene interrotto.
 
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