Mercier, Pascal - Treno di notte per Lisbona

In "Fuga senza fine" Joseph Roth aveva parlato di un tentativo di evasione da tutti gli angoli di pietra che ci circondano, nel "Fu Mattia Pascal" Pirandello aveva addirittura congetturato una "palingenesi fortuita ma non casuale".
Mi perdonerete ma "Treno di notte per Lisbona", di Bieri...in arte Pascal Mercier, racchiude significati e significanze che travalicano le urgenze di autori di secoli precedenti.
La sua fuga dall'afa della quotidianità è figlia di disturbi di attacchi di panico, la sua rivoluzione è più grande, enormemente più eroica di qualsiasi sovvertimento sociale o epocale.
L'uomo si ribella a se stesso.
Come?
Prendendo un treno che, nel giro di 26 ore, lo porterà dall'altra parte del mondo, giacché una piazza diversa o una via morta della sua Berna sono già, terribilmente, "altrove".
Fuggire.
Allora, chi ha il coraggio di spezzare le catene del dubbio e di prendere un treno di notte...per Lisbona?
 
Ultima modifica di un moderatore:

Morgan@

New member
Ho iniziato a leggerlo grazie (grazie) ad un tuo suggerimento.
La frase della mia firma è tratta proprio da questo libro...

Sono a buon punto e sento, forte, che finirlo mi "dispiacerà"..è un viaggio interiore alla scoperta di ciò che, spesso inconsciamente, ci portiamo dentro.
"Archeologi di se stessi"
...

Sin dalle prime battute si avverte forte la sensazione che per tutti potrebbe presentarsi il giorno della "partenza", della scelta impulsiva ma fortemente necessaria di salire su di un treno per Lisbona..la "propria" Lisbona...
 
Ho iniziato a leggerlo grazie (grazie) ad un tuo suggerimento.
La frase della mia firma è tratta proprio da questo libro...

Sono a buon punto e sento, forte, che finirlo mi "dispiacerà"..è un viaggio interiore alla scoperta di ciò che, spesso inconsciamente, ci portiamo dentro.
"Archeologi di se stessi"
...

Sin dalle prime battute si avverte forte la sensazione che per tutti potrebbe presentarsi il giorno della "partenza", della scelta impulsiva ma fortemente necessaria di salire su di un treno per Lisbona..la "propria" Lisbona...
C'è in tutti noi un po' di Mundus e un po' di Amadeu.
E forse, forse, c'è anche un abbraccio a noi stessi.
Quando abbiamo esaurito il gioco alla scacchiera con il reduce di Tarrafal
nel bicchiere del quale non abbiamo avuto schifo di bere.
Quando abbiamo pianto fra le sue braccia e gli abbiamo stretto la mano priva di unghie.
Quella è la nostra metà dolente.
 

Morgan@

New member
Sai che sono ferma da tre giorni sulla stessa "pagina"?

"Il pianforte a coda da stanotte mi ricorda che ci sono cose che non sono più in tempo a fare [...] Mi sarebbe piaciuto saper suonare il pianoforte, arrivare ad eseguire le Variazioni Goldberg, per esempio, Estefania, lei sa farlo, le ha suonate una volta solo per me ed a allora provo il desiderio di poterlo fare anch'io.Fino ad un'ora fa, così parrebbe, ho vissuto convinto da avere davanti a me ancora il tempo per imparare. Una convinzione che era piuttosto un sentire indistinto, mai analizzato ino in fondo. Solo dopo aver fatto il sogno del palcoscenico mi sono svegliato con la certezza che la mia vita finirà senza che io abbia suonato le Variazioni"

Jorge...

E' una frase che sconvolge tutte le convinzioni e che mi ha costretto a rileggere parte delle mie. Esiste davvero qualcosa che non ho più il tempo di fare...
 
Sai che sono ferma da tre giorni sulla stessa "pagina"?

"Il pianforte a coda da stanotte mi ricorda che ci sono cose che non sono più in tempo a fare [...] Mi sarebbe piaciuto saper suonare il pianoforte, arrivare ad eseguire le Variazioni Goldberg, per esempio, Estefania, lei sa farlo, le ha suonate una volta solo per me ed a allora provo il desiderio di poterlo fare anch'io.Fino ad un'ora fa, così parrebbe, ho vissuto convinto da avere davanti a me ancora il tempo per imparare. Una convinzione che era piuttosto un sentire indistinto, mai analizzato ino in fondo. Solo dopo aver fatto il sogno del palcoscenico mi sono svegliato con la certezza che la mia vita finirà senza che io abbia suonato le Variazioni"

Jorge...

E' una frase che sconvolge tutte le convinzioni e che mi ha costretto a rileggere parte delle mie. Esiste davvero qualcosa che non ho più il tempo di fare...
No, tu hai tutto il tempo.
Believe me.
Quella frase è per gente come me.
Tu puoi fare tutto.
Non dimenticarlo mai.
Mai.
 

Morgan@

New member
No, tu hai tutto il tempo.
Believe me.
Quella frase è per gente come me.
Tu puoi fare tutto.
Non dimenticarlo mai.
Mai.

Lo so che sei di questa opinione, come tu sai che non la condivido.
Ma resteremo sulle nostre posizioni.
Sai kafka, si crede sempre che ci sia il tempo per fare tutto ma se ci si ferma a riflettere ci si accorge che non è propriamente così.
E' questo quello a cui porta la lettura di questo meraviglioso libro: l'analisi della propria vita dalle angolazioni che spesso rifuggiamo, da quel punto interiore che spesso facciamo finta di non sentire anche se ci parla in continuazione, se ci fa capire che quello che desideriamo è prendere un "treno per Lisbona".
La paura dei cambiamenti, quante cose fa perdere...
 
Lo so che sei di questa opinione, come tu sai che non la condivido.
Ma resteremo sulle nostre posizioni.
Sai kafka, si crede sempre che ci sia il tempo per fare tutto ma se ci si ferma a riflettere ci si accorge che non è propriamente così.
E' questo quello a cui porta la lettura di questo meraviglioso libro: l'analisi della propria vita dalle angolazioni che spesso rifuggiamo, da quel punto interiore che spesso facciamo finta di non sentire anche se ci parla in continuazione, se ci fa capire che quello che desideriamo è prendere un "treno per Lisbona".
La paura dei cambiamenti, quante cose fa perdere...
Tuttavia Mundus sale in carrozza.
 

oea

New member
Ringraziare te non è mai OT. Ogni tua frase è letteralmente oro per noi.

Siamo fuori tema, sicuramente è il forum che si sbaglia. Tu sei il tema del nostro forum. Solo noi siamo fuori tema non tu.

Grazie (grazie).
Sempre.

Scusate se intervengo. Sul libro, naturalmente, di cui qui si parla. E spero che intervenirci non sia fuori tema.

Io il libro di Pascal Mercier lo ho letto, e condivido l'invito a chiunque a fare altrettanto. E' uno dei libri più interessanti, originali, letterariamente belli e allo stesso tempo capaci di far riflettere quasi ad ogni pagina, che mi siano capitati in mano negli ultimi anni.
Quando Kafka lo segnalò mesi fa in altro forum, lasciai pasare parecchio tempo prima di raccogliere il suo suggerimento. Poi lo ho letto, ho notato subito le assonanze fra le sue pagine iniziali e quelle de "La caduta" di Camus, che lessi per la prima volta trent'annifa e che da allora è fra i miei libri preferiti. Ho segnalato La Caduta a Kafka, Lui lo ha letto, e mi ha restituito il ringraziamento. Ora vorrei chiedere, cìè qualcosa di sbagliato in questo scambio prima di segnalazioni e poi di reciproci ringraziamenti fra Kafka e me?

Lo chiedo, senza voler offendere nessuno, solo perché mi dispiacerebbe se discussioni "a latere" di libri davvero notevoli come quello di Mercier, scatenate dalla forma che assumono eventuali ringraziamenti per la segnalazione, possano avere l'effetto di scoraggiarne la lettura. Sono nuovo del forum, e se questo accadesse dovrei trovare una forma diversa per ringraziare (con un mp?) e per sostenere e concordare col consiglio di lettura.
 

elena

aunt member
Sono rimasta estasiata dalla lettura di questo romanzo. Il classico libro che non vorresti finisse mai!!
E' un'opera che coinvolge l'anima e la mente: mi sono sentita completamente assorbita dalle raffinate riflessioni filosofiche che investono l'uomo, il suo essere, il suo divenire, il senso del presente e quello del passato ma anche dalle splendide descrizioni dei sentimenti e dei moti dell'animo che accompagnano la vicenda.
Se avessi dovuto riportare ogni singola riflessione che, a mio parere, era meritevole di essere trascritta (per la profondità di concetti e la chiarezza di espressione)........avrei finito per copiare tutto il libro.
Da leggere più volte per assaporarne ogni più piccola sfumatura.
 

Frundsberg

New member
Dunque, vediamo un po' da dove cominciare.
C'è un professore bernese che è talmente colto da essere chiamato Mundus dai suoi discepoli.
Un giorno incontra una donna portoghese che vuole buttarsi da un ponte.
E la sua vita cambia.
Così, di colpo, d'infinito, cambia.
Sofferente di disturbi d'attacco di panico, Mundus prende il primo treno che partendo da Berna lo porterà, attraversando l'Europa, a Lisbona.
Non sa perché.
In realtà oltre al destino della donna portoghese c'è altro.
Un libro vecchio comprato, anzi, ricevuto in regalo dal suo antiquario di fiducia.
E' il libro di un medico.
Portoghese, membro della resistenza socialista sotto la dittatura di Salazar.
Sarà ancora vivo?
Perché Mercier (che non è altri che Mundus) attraversa l'Europa per scoprirlo?

Glielo diranno i tipi psicologici che incontrerà in una carrellata junghiana all'interno della capitale lusitana.

Padre Bartolomeu, il vecchio e colto gesuita.

Il fantasma del liceale che si ribellò al punto di essere soprannominato "sacerdote laico".

Il vecchio reduce da Tarrafal, l'ultimo lager di Capoverde del regime fascista portoghese.
Uomo particolare, questo, che ama giocare a scacchi con le dita rotte dalle torture di una vita e prive di unghie, come quelle di tutti i sopravvissuti .
Uomo talmente provato dalla morte da fumare la sigaretta fino a toccare con la brace le falangi, ormai insensibili.

Amedeu, il poeta, il medico...è vivo?
E ancora, quanto dista dal marciapiede di una stazione la Porta della Libertà?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Romanzo di grande complessità strutturale, con tante storie e tanti livelli di lettura. A differenza di molti romanzi di questo genere cresce nella seconda parte, diventa centrato su se stesso e tutte le pedine si mettono nella loro posizione di partenza, facendomi capire meglio l'intreccio e le relazioni tra personaggi. Se si vuole intraprendere un viaggio metaforico per Lisbona...consigliato.
 
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