Holland, Trevis - Storia di un archivista

La Guanda propone da circa cinque anni titoli sempre molto interessanti.
Dico subito che non è un capolavoro, ma un romanzo di genere.
Holland è statunitense, pertanto non "sente" la letteratura russa se non con spirito di emulazione.
La trama è presto raccontata: un ex professore di liceo viene assunto dal KGB per analizzare, nel 1939, testi di scrittori sospetti di opposizione al regime.
Il dittatore comunista Stalin è sempre presente sulo sfondo delle vite dei personaggi principali.
Un giorno Pavel, il protagonista, dovrà incontrare un nemico del popolo: il suo scrittore preferito, ovvero Isaak Babel.
Da quel momento la sua vita cambierà.
Ecco, per chi si avvicina alla letteratura russa di quel periodo questo libro, efficacemente, propone una sorta di bibliografia che annovera geni inestimabili come: Mandel'stam, Valentinov, Belyj (impressionante il continuo richiamo al capolavoro "Il colombo d'argento") e Melnikov.
Soldi spesi bene.
 
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Morgan@

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""A farli incontrare è un’inezia. Un racconto, senza titolo, senza firma e a quanto pare incompiuto, che nella fretta dell’arresto le guardie hanno tralasciato di registrare sulla distinta del materiale probatorio. Un anno prima, quando il carcere della Lubjanka ferveva come un alveare, quando di notte tutta Mosca sembrava trattenere il fiato e ogni mattino portava sulla scrivania di Pavel nuovi manoscritti confiscati, difficilmente si sarebbe perso tempo con una scoperta del genere e men che meno con l’incontro faccia a faccia di cui l’archivista ha il terrore. Babel’ ha confessato: un racconto non cambierà le cose, né lo salverà. Eppure Kutyrev ha insistito perché la questione sia risolta in via ufficiale e Pavel, che ora risponde al giovane e ambizioso sottotenente, deve stabilire la paternità dell’opera, se non altro per metterla agli atti. Un ufficio vuoto al piano superiore è già stato riservato allo scopo. A suo tempo arriva la mattina stabilita. Mentre le prime, pesanti gocce di pioggia cominciano a cadere nel cortile desolato, una guardia bussa alla porta, un solo colpo. Babel’ entra."

Ho sentore che sia un libro "carico" di malinconia..
 
""A farli incontrare è un’inezia. Un racconto, senza titolo, senza firma e a quanto pare incompiuto, che nella fretta dell’arresto le guardie hanno tralasciato di registrare sulla distinta del materiale probatorio. Un anno prima, quando il carcere della Lubjanka ferveva come un alveare, quando di notte tutta Mosca sembrava trattenere il fiato e ogni mattino portava sulla scrivania di Pavel nuovi manoscritti confiscati, difficilmente si sarebbe perso tempo con una scoperta del genere e men che meno con l’incontro faccia a faccia di cui l’archivista ha il terrore. Babel’ ha confessato: un racconto non cambierà le cose, né lo salverà. Eppure Kutyrev ha insistito perché la questione sia risolta in via ufficiale e Pavel, che ora risponde al giovane e ambizioso sottotenente, deve stabilire la paternità dell’opera, se non altro per metterla agli atti. Un ufficio vuoto al piano superiore è già stato riservato allo scopo. A suo tempo arriva la mattina stabilita. Mentre le prime, pesanti gocce di pioggia cominciano a cadere nel cortile desolato, una guardia bussa alla porta, un solo colpo. Babel’ entra."

Ho sentore che sia un libro "carico" di malinconia..
Non tanto.
Dopo averlo letto mi sono ribevuto tutti i racconti di Cechov.
Così, per rappresaglia.
 

Morgan@

New member
Credo che ti farebbe venire una voglia pazzesca di rileggere i russi.

Ecco, forse è questo il problema!
No, a parte tutto, sarà che non sono in periodo di letture russe...mi intristiscono, ma non farci caso, sai che sono un pò "strana".

Oltre i riferimenti e la "Genialità", cosa della trama ti ha colpito?
 
Ecco, forse è questo il problema!
No, a parte tutto, sarà che non sono in periodo di letture russe...mi intristiscono, ma non farci caso, sai che sono un pò "strana".

Oltre i riferimenti e la "Genialità", cosa della trama ti ha colpito?
La storicità perfetta, cristallina, puntuale.
 
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