Nietzsche, Friedrich - Così parlò Zarathustra

Sir_Dominicus

Knight Member
Ragazzi mi sembra opportuno dedicare una pagina a uno dei libri più famosi di tutti i tempi...."Così parlò Zarathustra" ......un'opera di filosofia e di poesia, dove si racconta dell'antico poeta persiano Zarathustra che, ritornato fra gli uomini in un mondo moralmente allo sfascio, si sforza con ogni fibra di comunicare e diffondere la propria rivoluzionaria sapienza, fondata sulla serena, virile accettazione di ogni aspetto dell'esistenza, ed aliena dai diversi conformismi e dalle sovrastrutture imposte dalla morale dominante.

Bellissimo il capitolo in cui Nietzsche ci parla delle tre metamorfosi...ricordate?? Cammello, Leone, Fanciullo.....e come dimenticare il capitolo del pastore e del serpente nero???

Non so voi ma ogni volta che leggo il libro riesco a dare delle interpretazioni sempre diverse.
Che ne pensate di questo "capolavoro"?
 
Ultima modifica di un moderatore:

sweepsy

Crazy anarchist!
Uff, lo dovrei rileggere, l'ho letto tempo fa con fatica perchè credo non fossi mentalmente pronta a recepire cotanta meraviglia :D
 

Alfredo_Colitto

scrittore
Zarathustra è stato una scoperta, in un'epoca della mia vita dove conoscevo (cioè "credevo" di conoscere) solo marx e lenin. L'ho letto in un lampo, poi sono passato a umano troppo umano, la nascita della tragedia, ecc.
E sono guarito da tante certezze un po' troppo monolitiche.
 

nikyf87

New member
è uno dei prossimi libri che dovrò ASSOLUTAMENTE leggere!!!!!! :D
ho studiato Nietzsche a scuola e mi ha affascinato un sacco!!!!
se non miricordo male inoltre scrive in modo abbastanza scorrevole e "comprensibile" rispetto a tanti altri filosofi!!!!!

appena lo finisco vi faccio sapere!!!!! :wink:
 

elena

aunt member
Un testo sicuramente da leggere anche se la semplice “lettura” non consente di penetrare e svelare gli enigmatici significati che caratterizzano Così parlò Zarathustra – Un libro per tutti e per nessuno.
Ma al di là delle innumerevoli interpretazioni (e strumentalizzazioni) su questa opera, tra i messaggi di immediata comprensione (o che almeno apparentemente sembrano tali) ce ne sono alcuni condivisibili, aforismi che vengono volentieri trascritti dal lettore in quanto sentiti vicini al proprio modo di pensare o illuminanti pensieri complessi; ad esempio Colui che si è dedicato alla conoscenza non scende malvolentieri nell’acqua della verità quando è sporca, bensì quando è bassa e superficiale.
In altri casi i concetti espressi non possono che suscitare moti di fastidio (almeno in me), come nel caso dell’esasperata misoginia di Zarathustra che riflette le posizioni critiche dello stesso Nietzsche nei confronti delle donne L’animo della donna è superficie, una membrana mobile e tempestosa sopra un’acqua bassa; tristemente famosa la frase pronunciata dalla vecchia donnetta Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!
Ma al di là delle singole idee, condivisibili o meno, il testo è molto poetico e si legge con grande piacere per la ricchezza e varietà dei contenuti.
 

Yellow

New member
letto subito dopo l'esame di maturità e da allora ho capito che i filosofi vanno letti integralmente e non studiati sui libri...

credo che Nietzsche sia il fondatore del cristianesimo moderno, o almeno ha provato a rivoluzionarlo...bellissimi alcuni passaggi dove zarathustra cerca di parlare e insegnare le proprie conoscenze e non viene ascoltato, e lui soffre, si dispera e piange per questo consapevole che non può far altro che lasciare l'umanità al suo triste destino...

un qualcosa di meraviglioso...
 

sergio Rufo

New member
"sia il fondatore del cristianesimo moderno"

insomma! dipende Yellow che significato dai alla parola cristianesimo.
Quest'ultimo termine con Nietzsche e' difficile, ma molto difficile, che si addica.
 

Yellow

New member
"sia il fondatore del cristianesimo moderno"

insomma! dipende Yellow che significato dai alla parola cristianesimo.
Quest'ultimo termine con Nietzsche e' difficile, ma molto difficile, che si addica.

beh andiamo, zarathustra era colui che più amava gli uomini, colui che ha cercato in tutti i mezzi di aiutarli, di parlare ai sordi ma senza riuscirci...è un comportamento degno del miglior cristiano...

secondo me un comportamento molto di dottrina cristiana quello di zarathustra...poi ognuno la vede come vuole per carità :D
 

sergio Rufo

New member
beh andiamo, zarathustra era colui che più amava gli uomini, colui che ha cercato in tutti i mezzi di aiutarli, di parlare ai sordi ma senza riuscirci...è un comportamento degno del miglior cristiano...

secondo me un comportamento molto di dottrina cristiana quello di zarathustra...poi ognuno la vede come vuole per carità :D


Massi'! ho capito che intendi.
Diciamo cosi', dai.
 

lillo

Remember
Massi'! ho capito che intendi.
Diciamo cosi', dai.
Interessante l'interpretazione di yellow, anche se fuori dal coro.
Che ne dite? si può associare Nietzsche alla dottrina cristiana (almeno a quella delle origini)?
In fondo Nietzsche tenta di liberare l'uomo (penso al Nietzsche illuminista di Umano troppo Umano) dalle sue superstizioni, dai suoi miti e della sua metafisica.
 

sergio Rufo

New member
Interessante l'interpretazione di yellow, anche se fuori dal coro.
Che ne dite? si può associare Nietzsche alla dottrina cristiana (almeno a quella delle origini)?
In fondo Nietzsche tenta di liberare l'uomo (penso al Nietzsche illuminista di Umano troppo Umano) dalle sue superstizioni, dai suoi miti e della sua metafisica.

Nietzsche con la sua filosofia, Lillo, e' da considerarsi certamente come l'attacco più spietato al Cristianesimo nella storia del del pensiero Occidentale.
Il grande filosofo tedesco sviscera nelle sue maggiori opere uno smantellamento deciso e definitivo del cristianesimo , della morale, e di tutto il problema ebraico.
L'assunto principale , dal quale non si puo' trascendere in qualsiasi interpretazione vogliamo dare alla sua filosofia, definisce il cristianesimo come la dipendenza malata della vita ( sia sul piano ontologico che ontico) a valori metafisici e trascendentali. Il Cristianesimo visto - dunque - come una sorta di paralisi progressiva di tutta quella forza vitale che altro non e' che manifestazione di potenza.
Non contento di questo - non poteva bastare la vivisezione del Cristianesimo come valore anti-etico/estetico - Nietzsche disseziona la morale ( da Socrate e Platone in poi ) attraverso la lente d'ingrandimento del suo significato piu' recondito e sibillino: morale come imposizione schiavista sull’individuo, nel suo volere, nella sua liberta', nella sua indipendenza comportamentale.

Per Nietzsche i fantomatici valori di bene e male della morale sono una rappresentazione " politica" del consesso umano nei quali si manifestano le paure, e le ansie degli uomini nate dal bisogno di protezione dal loro stesso istinto: la lotta e l'aggressione.
La morale, questo pensiero nefasto, ha svilito ed indebolito la buona costituzione di tutti gli istinti primordiali che definivano l'uomo in quanto uomo, sostituendoli con una filosofia depravata di valori ( tavola di dis-valori a dire il vero) contro la vita: negazione di se'; sacrificio di sé; pentimento di se'; senso di colpa per ogni nostro singolo agire.
Lo sviluppo del Cristianesimo, dunque, percorre quella strada che ha portato il pensiero Occidentale alla concezione della vita come momento transitorio di autocastigo personale in attesa della redenzione celeste, ultraterrena, in un eterna vita senza fine.
L'al di la' cattolico e cristiano e' il regno nichilista piu' profondo dove l'eterna promessa mai sara' compiuta.
La cristianizzazione ebraica dell'uomo pone il mondo come una possibilita' ad infinitum ad oltranza: l' immortalita' dell'anima intesa come una vita in senso lineare.
Il Cristianesimo ha persino storpiato i concetti di tempo e di spazio e storpiandoli in questo modo ne ha fatto un modello perfetto di "non essere", ovvero, l'essere infinito come mancanza di identita', il nulla. ( Dio e' il nulla)
Il Cristianesimo e' l'apoteosi del nulla in se' e per se'.
Come vedi, Lillo, tutto il contrario di un altro mondo, quello presocratico: quel mondo chiuso e FINITO , nel quale l'insieme delle possibilita' "a ritorno", sempre uguali a se medesime, lascia al "caso" il gioco della vita ma soprattutto lascia all'individuo giocato la sua piu' libera manifestazione di se' medesimo come particella di potenza partecipante al tutto perche' lui stesso anello tra gli anelli del DIVENIRE: sorge e tramonta. Il si ed amen! Io sono quello che divengo.
Il Dio cristiano nasce dalla pretesa, invece, di conservare in vita ( e che vita!) ciò che è stato condannato dalla sua miserabilita', ciò che è venuto male, malato, fallito, derelitto, paralitico nella sua manifestazione, pronto per la morte e in nome di questo vangelo oppiaceo di ogni forza rigogliosa si e' coniato quella definizione cristiana quanto mai: "DOVERE ESSERE COSI'"
L'uomo cristiano e' un'idea, l'uomo di Zaratustra e' carne e mondo.
Capirai Lillo che mi risulta difficile definire l'uomo di Zarathustra qualcosa di cristiano.

Ti saluto caramente.
 

lillo

Remember
il resto a dopo, meglio. :D
Grazie per l'esauriente risposta; io intendevo dire che Nietzsche libera l'uomo proprio da quelle catene a cui tu facevi riferimento, proponendo un uomo nuovo in modo simile "mutatis mutandis" a quanto, ci viene detto, è stato predicato da Cristo.... ma assolutamente concordo con te con l'azione di distruzione della morale cristiana effettuata dal grande filosofo: "Conosco il mio destino. Un giorno al mio nome sarà legato il ricordo di qualcosa di gigantesco, - di una crisi come mai ce ne furono sulla terra, del più profondo conflitto di coscienza, di una sentenza evocata contro tutto ciò che fino ad allora si era creduto, voluto, santificato. Io non sono un uomo, io sono dinamite".
Insomma in qualche modo entrambi liberano l'uomo da una precedente condizione di schiavitù distruggendo visioni e morali precedenti...
PS: forse sono io che mi voglio illudere dell'iniziale azione dirompente del messaggio cristiano.
Un abbraccio
 

sergio Rufo

New member
Grazie per l'esauriente risposta; io intendevo dire che Nietzsche libera l'uomo proprio da quelle catene a cui tu facevi riferimento, proponendo un uomo nuovo in modo simile "mutatis mutandis" a quanto, ci viene detto, è stato predicato da Cristo.... ma assolutamente concordo con te con l'azione di distruzione della morale cristiana effettuata dal grande filosofo: "Conosco il mio destino. Un giorno al mio nome sarà legato il ricordo di qualcosa di gigantesco, - di una crisi come mai ce ne furono sulla terra, del più profondo conflitto di coscienza, di una sentenza evocata contro tutto ciò che fino ad allora si era creduto, voluto, santificato. Io non sono un uomo, io sono dinamite".
Insomma in qualche modo entrambi liberano l'uomo da una precedente condizione di schiavitù distruggendo visioni e morali precedenti...
PS: forse sono io che mi voglio illudere dell'iniziale azione dirompente del messaggio cristiano.
Un abbraccio

Non ti illudi, mai hai in un certo senso ragione: il messaggio di Gesu' fu dirompente.
Del resto Nietzsche, e tu lo saprai meglio di me, ha speso parole gentili per Gesu', un po' meno per gli ebrei. E ancora meno per i cristiani d'europa. Non parliamo, poi, dei preti e della chiesa.
Ne spese di bellissime per Ponzio Pilato, ma si sa , carissimo Lillo: Gesu' era un PROBLEMA ebraico perche' poteva nascere solo la', Giudeo, per essere condannato dal suo stesso popolo.
Gesu', non era un problema Romano e ne' poteva esserlo, infatti.
In quel " me ne lavo le mani " si sta dicendo ben altro: noi Romani abbiamo un'altra visione della vita che niente ha a che vedere con questo Re e il suo popolo ebraico.

Ti ri-saluto ancora caramente.
 

Bobbi

New member
beh, ne L'Anticristo Nietzsche si scaglia appunto contro il cristianesimo come è stato recepito e organizzato dagli uomini, mentre in qualche modo salva quello primitivo (anche il discorso è più complesso di così). Il fatto è che le cose buone e giuste non sono appannaggio del solo cristianesimo ma sono condivise da tutte le dottrine illuminate, soprattutto orientali.
COmunque devo andare controcorrente, a me Zarathustra non è piaciuto molto...però devo dire che è un mio limite, io non apprezzo molto la prosa filosofica, anche quando ha un taglio narrativo come in questo caso. Non è che non mi piaccia il messaggio filosofico, è proprio la prosa che non riesco a godermi.
 
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