Somerset Maugham, William - La signora Craddock

A causa del suo contenuto giudicato "estremamente audace", questo romanzo venne rifiutato da parecchi editori inglesi. Ambientato nell'Inghilterra di fine Ottocento, "La signora Craddock" è la storia di un matrimonio infelice che si intreccia con il complicato equilibrio fra classi sociali diverse. Sposando Edward Craddock, fattore della grande tenuta di cui è padrona, Berta Ley vedrà la propria vita modificarsi in modo del tutto imprevisto: non la grande passione, ma l'estinguersi del desiderio e delle illusioni. Tra le prime opere di Somerset Maugham, questo romanzo rivela le notevoli capacità di osservazione di uno scrittore ancora quasi sconosciuto, e l'audacia nell'analizzare il tema dei conflitti e dei turbamenti all'interno del matrimonio, che per la prima volta cominciava a essere affrontato nel romanzo inglese.
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La signora Craddock è uno sguardo lucido e impietoso (ma non freddo o naturalista), sul matrimonio, sulla fine delle illusioni della passione, sulla fatica di andare avanti quando i sogni si sono infranti ad uno ad uno. Uno sguardo estremamente particolareggiato che ti porta fin nei piu' remoti meandri della vita matrimoniale della famiglia Craddock, a tal punto che mi sono completamente estraniata dalla realtà per tre giorni. Una variante di Madame Bovary, forse o di Anna Karenina (ogni famiglia infelice lo è amodo suo), ma appunto per questo originale: Bertha Ley non si è sposata per convenienza, ne' per obbligo: si è sposata per pura passione...eppure...
 
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Mara_z

New member
Maugham analizza con sguardo obiettivo ma non cinico, il matrimonio, ovviamente un matrimonio infelice altrimenti non c'è storia.
Berta si sposa per amore, per pura passione, andando contro l'opinione di tutti. Eppure le sue illusioni cadono ad una ad una lasciandola amareggiata e sola, spingendola a cercare quel calore umano vibrante e romantico che è l'unica idea di amore che lei ipotizza.
Edward, non è una persona negativa, anzi, è semplicemente semplice, pragmatico, sempre di buon'umore, positivo e ottimista, gran lavoratore, generoso, tutti gli vogliono bene. Ma non riesce e non si pone neppure il problema di approfondire le cause dell'infelicità di sua moglie, non ci arriva neppure.
Mentre leggevo non riuscivo a non provare simpatia per entrambi, Maugham evidenzia che se una relazione non funziona non c'è un colpevole a tutti costi, e che non si può amare qualcuno solo perchè è una persona stimata e benvoluta da tutti.
La scrittura poi è molto fluida, non stanca, non annoia mai.
Sono felicissima di questo nuovo incontro letterario, un nuovo autore da aggiungere alla mia wish list con molto piacere.
 

bouvard

Well-known member
Secondo alcuni lo stile di Maugham in questo libro è ancora acerbo, può anche essere non avendo letto altro di suo non posso giudicare. Secondo altri invece questo libro è un po’ “datato” in quanto espressione di una mentalità prettamente ottocentesca. Sicuramente oggi nessun editore ne riterrebbe scandaloso l’argomento, e nessuno ne rifiuterebbe la pubblicazione come invece successe all’epoca, ma a parte questo io ho trovato alcune delle sue analisi psicologiche di un’attualità disarmante.
In breve è la storia di un matrimonio sbagliato, la storia di due persone che non si sarebbero mai dovute sposare. Ma non perché appartenenti a classi sociali diverse – come lamentava la mentalità dell’epoca – ma perché caratterialmente incompatibili. Per dirla con le parole della zia Polly “…per Bertha il libro della vita è scritto tutto in corsivo, per Edward invece a grosse lettere maiuscole”.
Per le prime cento pagine ho pensato che Bertha fosse una palla al piede, un vero castigo di Dio, una di quelle donne che hanno la lamentela facile. “Caro mi ami? Ma quanto mi ami? Ma mi ami più di ieri? Ma pensi che domani potrai amarmi di più?”. Dio mio! Il povero Edward mi faceva una compassione infinita, anche se devo dire che lui se la cavava molto bene nella sopportazione.
Decisamente nelle prime cento pagine è lui a fare una figura migliore: tranquillo, pacato, uno a cui non saltano mai i nervi. Insomma l’uomo ideale, quello su cui si può contare in qualsiasi situazione. Poi pian piano incomincia ad affiorare l’insensibilità e l’egoismo che si cela dietro quella pacatezza. In alcuni punti la sua boria e la sua arroganza me lo hanno reso insopportabile almeno quanto lei lo era stata nella prima parte del libro.
Le lamentele della moglie per lui non sono diverse dal chiocciare e starnazzare delle galline in un pollaio. Perciò con la moglie si comporta esattamente come si comporterebbe con una gallina: la lascia sfogare ed aspetta che si stanchi da sola. Forse qualcuno potrebbe trovarlo un saggio comportamento - perché in fondo un pizzico di verità c’è pure ammettiamolo – ma potrei accettarlo se fosse rivolto alle altre donne, ma nei confronti della propria moglie no!
Nessuno dei due è totalmente antipatico e nessuno dei due ha tutte le colpe. E’ il loro stare insieme che evidenzia i reciproci difetti. Interessante è il cambiamento di prospettiva che si va delineando man mano che si legge. All’inizio del libro Bertha è la sola ad adorare Edward e a non vedere i suoi difetti, mentre la “buona società” - pur riconoscendogli la sua qualità di buon lavoratore - storce il naso di fronte ai suoi modi rozzi. Alla fine del libro invece è proprio quest’ultima a tesserne ammaliata le lodi, mentre Bertha è l’unica a coglierne i difetti e la bassezza. Tra l’altro le pagine sulla candidatura politica - con l’ignoranza nascosta dietro il facile sentimentalismo - sono magistrali nella loro attualità.
Non dico niente sulla parte finale per non rovinare la lettura a nessuno. Consigliato.
 
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