Di Gregorio, Gianni - Pranzo di ferragosto

elena

aunt member
Gianni ha un lavoro: occuparsi dell'anziana madre, una nobildonna decaduta, capricciosa e un tantino opprimente. Madre e figlio vivono soli in un fatiscente appartamento nel centro di Roma e faticano a tirare avanti, ricoperti di debiti come sono. Nel bel mezzo dell'afa estiva Alfonso, l'amministratore, si presenta alla loro porta per riscuotere quanto gli è dovuto, ma propone a Gianni l'estinzione di tutte le spese condominiali in cambio di un favore: ospitare la madre per la notte e il successivo pranzo di ferragosto in modo che lui possa partire per le terme. L'accordo non prevede però l'arrivo di una seconda signora, la zia di Alfonso, una simpatica anziana con qualche problema di memoria, ma l'amministratore lo convince a tenerla offrendogli del denaro. Gianni è costretto, suo malgrado, a dare asilo anche a una terza "mamma abbandonata" quando l'amico dottore, giunto per fargli una visita di controllo in seguito a un malore, gli chiede di potergliela affidare per non lasciarla sola durante il turno di notte.
Lo sceneggiatore e aiuto regista Gianni Di Gregorio affronta la sua prima volta da solista pescando a piene mani dalla propria esperienza di figlio e regalando una svolta a un fatto realmente accaduto. Incuriosito da quello che sarebbe potuto accadere se avesse davvero accettato di tenere la madre dell'amministratore per le ferie di ferragosto, confeziona una piccola e tenera storia dai tratti scanzonati in cui l'improvvisato ospizio diventa il teatro di una serie di gag offrendo allo stesso tempo diversi spunti di riflessione. La scelta di sviluppare la trama nel giorno notoriamente più rallentato dell'anno e in una Trastevere arsa e deserta, appare la più idonea alla narrazione in quanto si contrappone ai ritmi frenetici della vita odierna e va incontro ai tempi delle anziane protagoniste che a loro modo s'investono del ritmo del film riempiendo la scena con la loro esuberanza. Deciso a catturare la parte più verace di ognuno, Di Gregorio si incarica del ruolo del figlio di mezz'età, celibe e con il vizio del bere, che tiene d'occhio la madre come se fosse una bimba e ne sopporta i capricci abbozzando alla precarietà in cui si trova per comodità. Le signore che lo circondando in attesa del pranzo di ferragosto sono tutte attrici non professioniste e la loro naturalezza permette al film di avvolgersi in un'aura genuina e neorealista.
In pochi avrebbero avuto il coraggio di portare sullo schermo una storia di "vecchiette", considerato che la terza età viene di rado frequentata dal cinema perché poco commerciabile, ma il regista romano rivela una particolare abilità nel tratteggiare un racconto che mette in luce i desideri, i vizi e le virtù delle mature signore. Priva di qualsiasi tipo di orpello, che sia dialogico o registico, l'opera prima di Di Gregorio, prodotta da Matteo Garrone, fa riflettere sulla condizione dell'anziano, troppo spesso relegato in ospizi dai propri figli, troppo spesso trascurato dalla società. Pranzo di ferragosto è da considerarsi perciò un piccola perla da custodire con cura.

Veramente delizioso come film :wink:!!! La tematica degli anziani soli, nonostante un sfondo profondamente malinconico, è affrontata con una notevole dose di ilarità: i dialoghi tra le vecchiette a volte strappano al pubblico una sana e coinvolgente risata.......e la particolarità è che questi dialoghi non sempre hanno seguito la trama del copione ma è quest'ultimo che si è adattato all'umore variabile delle "attrici"......che in realtà non sono professioniste ma sono persone scelte per le loro caratteristiche caratteriali e fisiche (la più anziana ha 93 anni)...... il risultato è un film molto originale :D !!!!!
 
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Apart

New member
Un film semplice, scorrevole, ma bello. Ti fa riflettere sulla condizione degli anziani, quando fotografa la solitudine delle tre vecchiette, affidate ad altri anche a Ferragosto; ti fa ridere, quando fotografa le richieste d'attenzioni delle tre vecchiette, che si tramutano in capricci, una volta consapevoli di essere state lasciate sole. A far da sfondo, una Roma insolita: calda, tranquilla, silenziosa. 5.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Un film insolito che ruota intorno a quattro anziane donne che si ritrovano loro malgrado a condividere una torrida giornata di ferragosto. Lo stare insieme risveglia in loro uno spirito giocoso e di gruppo spontaneo e sentito, la voglia di vivere supererà ogni iniziale ostilità
Carino, a tratti tenero, un ottimo lavoro di riprese che sembrano aver lasciato mano libera alle anziane signore. Il tema della solitudine degli anziani è solo sfiorato, comunque c'è e questo è sufficiente a dargli spessore.
 

mame

The Fool on the Hill
Ma il figlio che si ritrova a badare alle vecchiette beve, beve, e quanto beve.....Alla fine mi sembra messo peggio lui delle vecchiette. Però sempre paziente, mai che strilli o faccia scenate. Mi è sembrato il personaggio più commovente.
 

isola74

Lonely member
Film lodevole per la tematica affrontata e mai noioso, a tratti lento, ma di una lentezza che fa piacere... Il protagonista mi ha scatenato allo stesso tempo sentiemnti di pena, tenerezza e ammirazione. In conclusione, mi è piaciuto!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche a me ha colpito la quantità di vino bianco che si scola il protagonista, a cominciare da un Ribolla gialla a inizio film, tutto poi è scandito dal vino che beve e dal vino che offre, tanto da mantenere sempre un livello di piacevole estraniamento dalla situazione, che gli permette di assecondare tutti i capricci delle anziane signore, la confidenza un po' sopra le righe della mamma, che poi si trasmette anche alle ospiti, lui poi si prodiga al massimo per loro, preparandfo pranzetti succulenti, mettendole a letto e soddisfando le loro richieste. Un personaggio particolarissimo, difficile da definire, un uomo fagocitato nella relazione con l'anziana madre e per estensione con tutte le anziani madri degli altri uomini che lui conosce.
 

mame

The Fool on the Hill
Era fantastica la mamma di lui che all'inizio è rimasta rinchiusa in camera per i fatti suoi perché non voleva dare confidenza a delle signore anziane. Mi ha ricordato una signora di ottantasei anni che abitava nel mio palazzo che una volta mi raccontò di avere accompagnato a casa dopo la messa un'altra signora "perché sa, lei è anziana".
Ed è bellissima anche la scena in cui tendono la mazzetta di banconote all'uomo. Non passa una parola tra loro. Lui la prende ed è inteso che restano tutte là a fare comunella.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
diciamo che essere accudite così da anziane, ad avercele le mazzette, io ci metterei pure la firma :D
 
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