Albom, Mitch - I miei martedì col professore

libraia978

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Questa la trama:

Nel 1995 l'autore vede intervistato in TV un suo vecchio professore di college con cui ha perso i contatti e che ha avuto influenza sulla sua vita. Le trasmissioni riscuotono un successo enorme e migliaia di persone gli scrivono per ricevere parole di saggezza e di conforto. Scosso, vergognandosi del proprio lungo silenzio, Albom si decide infine ad andare a trovare l'anziano professore, ormai gravemente malato, per quattordici settimane. Insieme dibattono dei temi più vari: l'amore, il denaro, la morte, i valori, la famiglia, il perdono, e ogni volta l'autore esce arricchito da quelle chiacchierate illuminanti e rivelatrici.

In questo "romanzo"� un professore impartisce le ultime lezioni della sua vita ad uno studente. In punto di morte parla della vita, della morte, dell'amore e del senso che ha tutto ciò. Ricorda vagamente La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani, anche se in forma decisamente più lieve e scorrevole alla lettura. Un libro davvero da non perdere, uno di quelli che lasciano il segno.
 
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guidolaremi

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devo che anche io ho trovato questo libro decisamente toccante e a tratti commovente.
tramite un linguaggio semplice e diretto caratterizzato da un taglio giornalistico, riesce a regalare vere perle di saggezza, assolutamente controcorrente e anticonvenzionali.
insomma un libro da leggere!
 

bosch

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eccomi qui... l'ho letto, mi è piaciuto molto sia per la sua semplicità sia per la storia che tocca il cuore...

come genere però ho preferito "Le cinque persone che incontri in cielo" è più il mio genere (tra fantasia e realtà)...

comunque grazie per avermelo consigliato :wink:
 
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evelin

Charmed Member
Dopo le tante lodi l'ho preso anche io, insieme alle 5 persone che incontri in cielo...prossimamente li leggero'!!
 

briciola

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l'ho letto molti anni fa, in un periodo in cui vivevo come una trottola.....(bebe', lavoro, nottate). ricordo che era una boccata d'ossigeno. una pausa di relax.
libro lineare ed interessante
briciola
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ho iniziato a leggerlo e devo dire che mi ha coinvolto da subito e non solo per la storia. Lavorando io in un Centro per disabili conosco la malattia di cui il professore è affetto la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e ho avuto modo di conoscere persone affette da questa inesorabile malattia. Nel libro il professore con grande lucidità racconta il declino fisico che essa comporta e per me leggere questo libro ha anche un coinvolgimento lavorativo oltre che letterario. Sono contenta di conoscerlo e so già cosa regalerò ai colleghi quando compiono gli anni! Grazie Libraia :wink:
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
Ho finito di leggerlo ieri sera.
Da una parte mi è piaciuto, per la capacità di far partecipare il lettore al declino fisico del professore ma nello stesso tempo a far vivere la morte come un passaggio non necessariamente da allontanare e rimuovere. E questo secondo me è un grande merito, perchè fa riflettere sui valori della vita, quelli che ti aiutano a vivere "serenamente" e consapevolmente la morte, ma anche la vita. I valori sono quelli legati all'amore e all'interesse per gli altri, negano il consumismo, l'arrivismo e la malattia per il lavoro tipica di una società occidentale. Il professore poi ha una dignità e una verità così profonda da desiderare di conoscerlo di persona. Lo trovo però molto americano, più adatto a loro, perchè semplifica un po' troppo e l'autore, Albom Mitch, non mi convince che sia totalmente in buona fede. Ho la sensazione che abbia cavalcato l'onda, da bravo e famoso giornalista. Vorrei altri pareri da chi l'ha letto
 
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evelin

Charmed Member
Bello, mi e' piaciuto, a tratti molto commuovente.
Sarebbe bello pensare di riuscire a vivere cosi' la fine...
 

Sonia

New member
Ho appena finito di leggerlo, e l'unica cosa che posso dire è:
BELLO, BELLO , BELLO, BELLO!!!!!!!!!

A me non è parso un'americanata e sulla buona fede dell'autore non saprei dire...
 

klosy

Cicciofila Member
Ho finito di leggerlo ieri sera.
Da una parte mi è piaciuto, per la capacità di far partecipare il lettore al declino fisico del professore ma nello stesso tempo a far vivere la morte come un passaggio non necessariamente da allontanare e rimuovere. E questo secondo me è un grande merito, perchè fa riflettere sui valori della vita, quelli che ti aiutano a vivere "serenamente" e consapevolmente la morte, ma anche la vita. I valori sono quelli legati all'amore e all'interesse per gli altri, negano il consumismo, l'arrivismo e la malattia per il lavoro tipica di una società occidentale. Il professore poi ha una dignità e una verità così profonda da desiderare di conoscerlo di persona. Lo trovo però molto americano, più adatto a loro, perchè semplifica un po' troppo e l'autore, Albom Mitch, non mi convince che sia totalmente in buona fede. Ho la sensazione che abbia cavalcato l'onda, da bravo e famoso giornalista. Vorrei altri pareri da chi l'ha letto


Ho visto che questo post è di parecchi mesi fa, ma ti rispondo lo stesso.
L'ho letto alcuni anni fa e l'avevo trovato molto gradevole e commovente,
però, sembra una battuta ma è cosi, avrei preferito che si fosse trattato di una storia inventata,
non tanto perchè è triste,
ma perchè sembra anche a me che l'autore abbia approfittato un po' della situazione.
Resta comunque un bel libro. ;)
 
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an.bal

New member
Finito oggi. Proprio un bel libro e si merita un bel 4/5.
Non mi pare troppo un'americanata perchè mi sembra non cavachi l'inda della new age e dei buoni sentimenti. Rimane leggero, commovente e semplice. Si tratta di un accompagnamento verso la morte non di un santo ma di una persona "normale" che decide di affrontare con grande dignità la propria fine dando "tempo" alle vere cose importanti.
Non ci sono nel libro rivelazioni di vita, piuttosto si sottolinea ciò che forse ognuno di noi conosce già, ma per dirla con Morrie non siamo capaci di sganciarci dal modello culturale dominante.....
Famiglia, genitorialità, matrimonio, dolore, morte, ...... sono temi toccati senza pretese ma richiamando il lettore alla necessità di puntare solo su le cose imprtanti o per dirla con San Paolo con le cose che salvano.
Ogni giorno muoio per rinascere il giorno dopo, fare ogni cosa, incontrare ogni persona come se fosse una occasione unica......non dando mai niente per scontato.
Si tratta di idee, buttate lì, senza pretesa di fare un movimento o fondare una religione, ma forse solo con l'intento di dire agli altri (per dire a se stessi) che forse c'è bisogno di cambiare, non la società ma quello che c'è dentro di noi. Partendo dai rapporti personali, e questo è forse il maggiore insegnamento di Morrie, l'attenzione agli altri e al loro ascolto.....
 

risus

New member
... la prima cosa che ho fatto appena finito il libro è stata cercare un'immagine del prof. Morrie Schwartz su internet... devo ammettere di essermi lasciato coinvolgere molto da questa storia molto toccante...
a mio modo di vedere non ci sono lezioni di vita, elugubrazioni filosofiche su temi esistenziali, niente di tutto questo... le riflessioni su argomenti come
vita-morte-amicizia-amore-matrimonio-perdono sono appena accennate e ridotte quasi ad una frase, ad una massima, ad un aforisma... tanto da lasciare delusi, a volte...
ma se non si guarda agli insegnamenti di vita che si cerca (spera?) di trovare in queste pagine, viene fuori da questa lettura la storia vera di una amicizia ritrovata e consolidata "grazie" alla malattia di uno dei protagonisti... situazione che forse non è tanto remota dalla vita di ognuno di noi e forse per questo tocca le nostre corde più intime e sensibili...
 
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