Pasquali, Elisabetta - Il gusto del picchio.

Lord Xeddy

New member
Salve, consiglio vivamente la lettura di questo libro che ho trovato avvincente ed emozionante, vi lascio alla recensione..

Clara, sua madre, Elettra. E naturalmente Elena, Hermann, Gildo. I personaggi prendono vita ed escono dalle pagine del libro. Il lettore del Picchio si trova fin dalle prime pagine a condividere le piccole manie della psicologa, a inquietarsi per le scappatelle alcooliche della paziente, mentre si fa strada l’esigenza di procedere nella lettura per inoltrarsi nel torbido fiume del rapporto tra le due protagoniste, capirne i risvolti, indagarne i meccanismi e prevederne gli esiti. E se la conclusione si intravede fin dai primi capitoli, le modalità stupiscono e conferiscono spessore alla trama. Trama che di per sé è inusuale, atipica, eppure chiara e scorrevole come il linguaggio.
Chi legge non necessariamente si riconosce negli atteggiamenti e nelle scelte dei personaggi che vivono e danno vita al romanzo; eppure la sensazione che scaturisce dalla lettura è quella di aver conosciuto e, in qualche modo, amato Elena e Clara con le loro debolezze, le loro storture e le loro torture reciproche. Le parole giocano, i fatti che potrebbero essere insignificanti acquistano una colorazione variegata e ricca di sottintesi. Da momenti di calma apparente esplodono apocalissi di disagi taciuti, di problematiche sottovalutate e condannate comunque al silenzio. Le sensazioni ondeggiano nelle parabole del disturbo ossessivo; la malattia esistenziale cerca invano rimedi palliativi nelle maglie di un amore che altro non è che un tentativo di risposta, un abbozzo di protesta contro strutture sociali e familiari fallimentari, ostentate come il bene supremo e tendenti invece al male assoluto.
Alla fine della lettura, la sensazione amara è stemperata da una strana, gradevole impressione di continuità. Elena de Pisis prosegue nella professione, che non potrà più essere come prima ma che rimarrà quella di prima. La famiglia di Clara ha eliminato la parte scomoda della scomoda figlia, e potrà in tutta tranquillità conservarne un ricordo dolce e privo di angoscia. Le ossessioni, che dalle pagine del libro assurgono a patrimonio dell’inconscio collettivo, continueranno a causare comportamenti compulsivi e inevitabili coazioni: non c’è risoluzione al male di vivere, ma con un discreto corredo di atteggiamenti nevrotici ognuno potrà compensare la propria inettitudine al miglioramento sostanziale e giustificarsi di fronte ad una coscienza martoriata dalla società e dai suoi imperativi esistenziali.
 

zaratia

Sideshow
ho spostato in salotto letterario. per gli autori giovani e ai primi libri abbiamo una vetrina apposita, e cioè la sezione autori emergenti! :wink:
 
Alto