Levi, Primo - Se non ora quando?

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Gli ebrei che combatterono contro il nazifascismo in tutta Europa furono centinaia di migliaia. In questo romanzo Primo Levi racconta le avventure drammatiche e vere di quei partigiani ebrei polacchi e russi che resero colpo su colpo a chi tentò di sterminarli. Dalle foreste della Russia Bianca attraverso incontri, separazioni, battaglie, stretti da vincoli fraterni e da passioni contrastate, i protagonisti di questa interminabile epopea percorrono la Polonia e la Germania, e raggiungono tra molte peripezie le vie della vecchia Milano. Venato di comicità sottile e mai incline a compiaciute descrizioni, Se non ora, quando?, il primo, vero romanzo dell'autore di Se questo è un uomo, si è imposto al grande pubblico, vincendo, quando uscì nel 1982, il Premio Campiello e il Premio Viareggio.

Il terzo libro che ho letto di Levi dopo "se questo è un uomo" e "la tregua" . Sicuramente un libro più romanzato rispetto ai primi due ma non per questo il racconto perde d'incisività, anzi. Comprato qualche anno fa quasi per caso, alla fine mi ha conquistato dall'inizio alla fine ... anche per quel "valzer" tra passaggi tragici, crudi e di sottile comicità.
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Se, guardando alla guerra, siete alla ricerca di emozioni forti che vadano al di là della verità, meglio se vi guardate un film. Tipo “Salvate il soldato Ryan”. O Rambo.

Fare i botti con i morti e con la disperazione sarebbe stato profondamente anti etico, soprattutto per chi, come l’autore, aveva sofferto in prima persona.

Questo è un romanzo di persone fittizie che narra un percorso vero. Partigiani di molte estrazioni, ebrei, russi e polacchi, che lottano alla fine del mondo nella speranza di iniziarne uno nuovo, di mondo.

Le gesta e i caratteri di questi profughi si mescoleranno tra loro, ne nasceranno amori e dissapori interni, in una logica di normalità micro sociale, quando invece tutto, fuori, si andava disgregando.

Levi non dà la colpa a nessuno di ciò che è successo, di conseguenza non gli interessa dare giudizi morali.

In questo suo tardivo romanzo d’esordio, ho trovato anzitutto una razionale, lucidissima analisi delle conseguenze psicologiche della guerra. Lo stesso equilibrio di “Se questo è un uomo”, lo ritroviamo nella distanza di “Se non ora quando?”.

Un equilibrio che si traduce in distanza, anzitutto temporale, visto che il libro è degli anni ’80, ma anche fattuale, perchè si tratta di romanzo e non di diario.

In questo libro si assaltano convogli, si liberano campi di concentramento e, nel frattempo ci si ammazza per amore e per follia. Il tutto scritto in punta di penna e senza enfasi.

Perché non c’è niente da enfatizzare.

Votato 4/5
 
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