Biuzzi, Fabrizio - Il lavoro rende liberi (se lo trovi)

fabriziobiuzzi

New member
Che cosa accade a un neolaureato quando, in cerca di lavoro, partecipa a un colloquio di selezione del personale insieme ad altri otto o dieci giovani aspiranti lavoratori come lui?
Quali sono le domande trabocchetto che i selezionatori del personale o i direttori delle risorse umane di una multinazionale, sono soliti fare per scremare i possibili pretendenti ad un impiego nella loro azienda?
Quali sono i test più diffusi che le società ti pongono davanti quando ti presenti da loro per un'assunzione?

A tutte queste domande ho cercato di dare risposta nel mio libro:
"IL LAVORO RENDE LIBERI (SE LO TROVI)"
edito dalla casa editrice IL FILO.

In esso racconto la mia esperienza personale, quando appena uscito dall'università, mi sono messo a cercare lavoro spedendo il mio curriculum alle aziende di tutta Italia e mi sono trovato ad affrontare spietati selezionatori di personale, pronti a scremarti alla tua minima titubanza nel rispondere a una loro domanda, e orde di famelici aspiranti lavoratori miei concorrenti che volevano in tutti i modi sopraffarmi pur di ottenere il posto che desideravo anche io...
E descrivo le situazioni più assurde, grottesche e qualche volta tragiche cui ho assistito e di cui a volte sono stato vittima, nel mio percorso per arrivare a ottenere un posto di lavoro...
...perchè la ricerca del lavoro è come una battaglia nell'arena... e i giovani aspiranti lavoratori sono come i gladiatori, costretti loro malgrado a combattersi l'un l'altro per arrivare al tanto sospirato impiego, che se ottenuto darà loro la possibilità di realizzarsi non solo come professionisti ma soprattutto come persone...
 
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franceska

CON LA "C"
"IL LAVORO RENDE LIBERI (SE LO TROVI)" edito dalla casa editrice IL FILO.

Non ho capito bene il (se lo trovi) il lavoro o il libro? :?
Era una battuta complimenti per il tuo libro e anche per il tuo lavoro :)
 

fabriziobiuzzi

New member
:D Ahahah E' il lavoro che rende liberi se lo trovi, il libro no, non rende liberi (anche se lo trovi)... Magari però con il libro riesco a dare al lettore qualche spunto per far buona impressione a un selezionatore del personale (o almeno lo spero)... O per lo meno gli offro un mio punto di vista sull'argomento occupazione in Italia...
...Comunque in ogni caso anche se non rende liberi, il libro è sicuramente più facile da reperire che non un lavoro...

Scherzi a parte, grazie per i complimenti, un saluto, Fabrizio
 

Fabio

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Membro dello Staff
Una osservazione sulla visione ed importanza di internet.
Personalmente trovo che le aziende e società che non accettano i curriculum via email ma solamente in formato cartaceo siano società in forse discesa prossime alla morte. In un modno in cui si corre a mille all'ora via internet chi non accetta i CV via internet è destinata che lo voglia o meno a morire.

Personalmente diffido delle aziende che richiedono un curriculum in formato cartaceo. Se lo richiedono significa che li funziona all'italiana ovvero ci saranno vecchi nei posti di comando e non ci sarà meritocrazia, non ci sarà la possibilità di correre e fare, ci sarà freno in tutto.

Le aziende che non ti hanno chiamato perchè non hanno ricevuto in CV di carta sono da guardare da molto lontano. A Londra nemmeno i colloqui quasi sono fatti di persona ma si richiede una pre-interview via webcam. Nel CV chiedono il contatto skype e ti contattano con quello... Figuriamoci se vogliono un CV di carta... anzi chi si presenta con un CV di carta fa letteralmente ridere perchè significa che è VECCHIO, che vive in un mondo ANZIANO e STATICO.

Quindi caro Fabrizio, capisco che in Italia siamo infognati da una dirigenza VECCHIA e STATICA ma non dispererei se una azienda che mi ha chiesot CV di carta o che si basa su CV di carta non mi ha chiamato... Un giovane volenteroso, capace e "figo" non deve infangarsi in una di queste aziende in REGRESSIONE. Il mondo corre, in Italia molte aziende sono impantanate e rischiano (o hanno) di perdere il treno della competitività.

Bel libro, scrittura scorrevole anche se a volte pecca di stile da tema delle superiori, hai ampii margini di miglioramento.

Anche tu però, ho notato, hai paura di essere sintetico... un libro non è un tema, non serve fare 4 colonne :D
 

fabriziobiuzzi

New member
Ciao Fabio, sono perfettamente d'accordo su quello che dici riguardo alle aziende italiane: effettivamente sono vecchie, e ai vertici hanno dei dinosauri che malvolentieri abbandonerebbero la loro bella poltrona di dirigenti, a favore di giovani con idee nuove che potrebbero forse risultare anche vincenti. E così facendo condannano l'imprenditoria italiana a un ritardo culturale che stiamo pagando a caro prezzo.
Sono contento che dal libro venga fuori questo, perchè è uno dei temi che mi premeva porre all'attenzione dei lettori. Ti ringrazio per il "bel libro", magari non è tutto merito mio, ma anche della situazione grottesca e assurda che ho vissuto andando in giro per l'Italia a far colloqui di selezione... tutto quello che ho fatto è riportare quello che mi è accaduto, e cercare di scrivere dei concetti in modo che risultassero i più chiari possibile a tutti, sia al laureato, sia alla madre del laureato, che magari non ha studiato nella sua vita, ma ha fatto di tutto perchè il figlio avesse migliori possibilità di quelle che sono state date a lei, e che magari non ha ben chiare le nuove dinamiche del lavoro, che mortificano suo figlio e i sacrifici che lei ha fatto per farlo andare a scuola e farlo diventare qualcuno. Magari nel far questo a volte cado un po' nello stile del tema delle superiori, ma anche questo non mi dispiace, perchè nel libro non voglio "salire in cattedra" e usare un linguaggio troppo forbito da economista o da analista, voglio solo raccontare dei fatti, dare la mia testimonianza, nella maniera più lineare possibile. In modo che sia il lettore a trarre le conclusioni.
Ti mando un caro saluto, e visto che siamo al 30 Dicembre, ti auguro un 2009 pieno di successi e di soddisfazioni, come lo auguro a tutti i membri di questo forum
 
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