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Gli ingredienti per una storia appassionante ci sono tutti: un “lui” famosissimo, promesso a una donna che non ama ma dai nobili natali. Una “lei” povera e sconosciuta che deve nascondere un amore intenso e segreto. E sullo sfondo uno dei momenti più prolifici e irripetibili per la cultura del nostro Paese: l’Italia delle corti principesche del primo Cinquecento, quella che fece da culla al Rinascimento. Lei – probabilmente – è Margherita Luti. Lui invece è Raffaello Sanzio, pittore e architetto senza eguali, fiore all’occhiello assieme a Michelangelo della storia artistica del Vecchio Mondo. E non solo. La storia ufficiale che ci è stata tramandata dice che l’artista di Urbino era fidanzato ufficialmente con la nipote del cardinal Bibbiena, uno dei suoi mentori in Vaticano. Uno a cui Raffaello non poteva fare alcuno sgarbo. Poi però il pittore si sarebbe innamorato e segretamente sposato con Margherita, una sua modella divenuta celebre come "la fornarina" per essere stata usata in due suoi quadri: La Velata e – appunto - La Fornarina. E già il quasi contemporaneo Giorgio Vasari nel suo Vite de' più eccellenti architetti, scultori e pittori (prima edizione datata 1550) indica la Fornarina come la donna amata da Raffaello.
La scoperta sarebbe stata fatta da Maurizio Bernardelli Curuz, direttore della rivista “Stile arte”. Le prove? Innanzitutto, uno studio sull'allegoria dei nomi nei dipinti del XV e XVI secolo di Enrico Giustacchini. Poi alcuni simbolismi presenti nelle due tele, come la perla usata come ornamente per la fronte. Una posizione anomala per i gusti del tempo, già sottolineata da molti critici e studiosi. Curuz sottolinea come la parola latina che indica la perla sia margarita. Poi i tanti riferimenti e simboli nuziali presenti soprattutto nella Fornarina, compreso un anello “nascosto” e un paesaggio tipicamente senese scoperto solo grazie alle radiografie fatte durante un lavoro di restauro. Secondo gli studiosi, anello e paesaggio vennero ricoperti dagli allievi e dai familiari di Raffaello dopo la sua morte per paura di perdere alcuni lavori in Vaticano. E da alcuni documenti del tempo risulterebbe che Raffaello si sarebbe servito di una certa Margherita, figlia del senese Francesco Luti che il 18 agosto del 1520, appena quattro mesi dopo la morte del pittore, si rinchiuse in un convento romano. Poteva poi mancare la tecnica digitale? Secondo alcuni avanzati programmi di computer-grafica il volto di Margherita comparirebbe anche nella Scuola di Atene, e più esattamente sarebbe quello dell’efebo finora “assegnato” al giovane Francesco Maria Della Rovere.