Parola di Testimonial - Un libro Sulla figura del testimonial pubblicitaria

Fabio

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Alessandro Aquilio, PAROLA DI TESTIMONIAL
Il testimonial nel panorama pubblicitario tra anima commerciale e non profit


Una persona, un prodotto. Come dalla fiducia in chi trasmette il messaggio nasce il successo o l’insuccesso di una campagna promozionale. Un originale viaggio all’interno del panorama pubblicitario tra anima commerciale
e non profit in “Parola di testimonial” di Alessandro Aquilio


Da Calimero a Megan Gale, passando per Mina, Madonna o Fiorello fino alla Particella di sodio, Giovanni Rana o la coppia Totti-Gattuso: quanti di questi personaggi sono ormai diventati amici di famiglia, ammiccando dallo schermo tv, e quante volte ci siamo trovati a ripetere nel nostro linguaggio comune frasi del tipo “ce l’hanno tutti con me perché sono piccolo e nero!” oppure il classico “provare per credere” che ha accompagnato anni di comunicazione di un mobilificio? Ormai affidare i messaggi promozionali
ad una persona che possa “entrare” nelle case degli italiani, sia esso uno sportivo, un attore o piuttosto lo stesso produttore del bene, è quasi una costante nei messaggi degli spot. Ma possiamo fidarci della loro parola?


Parola di testimonial, attenta analisi di Alessandro Aquilio, prova a rispondere a tutte queste domande analizzando la figura del testimonial dai suoi albori ad oggi. Dagli ambivalenti inizi legati a Carosello, agli sfavillanti anni Ottanta, alla globalizzazione della società contemporanea, il mondo della comunicazione pubblicitaria non ha mai saputo rinunciare a questa rassicurante immagine. Non sempre però i risultati sono stati pari alle attese.

Parola di testimonial è un viaggio nella pubblicità, nella sua evoluzione. Un excursus storico tra mondo commerciale e non profit, una suddivisione tipologica aggiornata e al passo con i tempi supportata dall’analisi di specifiche case history, dalla testimonianza diretta di personaggi celebri (da Massimiliano Pani a Claudio Bisio) e di esperti della comunicazione (da Patrizia Musso a Paola Papakristo).

In bilico tra il mantenere intatti tratti originali e l’indossarne di completamente nuovi, il testimonial si conferma tecnica prediletta della comunicazione pubblicitaria.
Se la pubblicità è l’anima del commercio, il testimonial è l’anima della pubblicità, il suo volto spensierato, felice. Ma che spesso nasconde segreti da conoscere.
Il testimonial, infatti, non è sempre un Re Mida capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Al contrario.
Spesso si trasforma in Medea, in Conte Ugolino, fagocitando il prodotto o la marca che doveva promuovere.
È per questo motivo che la scelta di chi deve portare un messaggio deve essere preceduta da attente riflessioni strategiche, da presupposti che favoriscano l’incontro tra le due identità (quella del brand e quella del personaggio), ma anche da una buona dose di coraggio e voglia di sperimentare.

Parola di testimonial invita il lettore a interrogarsi su questa figura, intuendone gli scenari futuri, le potenzialità inespresse, le strategie più convincenti e quelle che solo in apparenza sembrano funzionare.

Ma non ci sono solo le realtà commerciali a coinvolgere testimonial. Anche la comunicazione senza scopo di lucro sempre più sceglie di parlare attraverso la voce di un testimonial: lo ha cucito addosso a se stessa, adattandolo e plasmandolo. Senza mai stravolgerlo o snaturarlo.
Per la prima volta, una catalogazione delle differenti tipologie aiuta a inquadrare la natura del testimonial nell’ambito del non-profit, focalizzando l’attenzione sia sulle figure più convincenti sia su quelle neutre o addirittura rischiose (grazie anche al supporto di importanti casi concreti, da Lega del filo d’oro ad Amref).

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Secondo me questo libro è molto molto interessante, almeno per chi come me adoro leggere di storia della pubblicità e di comunicazione!

Appena lo trovo lo prendo e vi farò sapere. Per ora vi segnalo la sua uscita.
 
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Fabio

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Ho avuto uno scambio di email con l'autore del libro. Afferma, se non ho capito male, che il testimonial ha ancora un certo effetto sulla massa. Da parte mia gli avevo scritto che per la "new generation" e per chi ha un livello di istruzione elevato usare un personaggio famoso come testionial può essere visto come una hazzata... da parte mia è controproducente.

Per me la pubblicità è solamente quella attiva del web. In tv la pubblicità per me è morta da un bel po'.

Secondo voi? Io se vedo un personaggio famoso (e lo riconosco... ne conosco si e no 3) penso che quel prodotto pensi io sia talmente idiota da aver bisogna di vedere che quel personaggi ofamoso usa quel prodotto per indurmi a farlo anche io.

Il testimonial è in definitiva secondo me una strategia pubblicitaria perdente.
I dati ed i fatti mi sono contrari. Peccato.
 

gio84

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La pubblicità ha l'unico scopo di vendere. Prima si vedeva solo sui media tradizionali (cito carta e televisione), oggi si vende (soprattutto) sul web.
Pop up pubblicitari, banner, spam: l'economia del web è (forse) questa?

Su carta e TV i testimonial sono personaggi pubblici, famosi, belli, divertenti. Hanno fatto la storia della pubblicità, se così si può definire.
e sul web? vedo maggiormente oggetti multimediali, banner accattivanti, studi di colori e grafica impressionanti.
Dunque, dalla persona all'oggetto?
 

Candy Candy

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Ormai affidare i messaggi promozionali
ad una persona che possa “entrare” nelle case degli italiani, sia esso uno sportivo, un attore o piuttosto lo stesso produttore del bene, è quasi una costante nei messaggi degli spot. Ma possiamo fidarci della loro parola?
Per me uno che già si fa questa domanda è un imbecille che ti crede un imbecille. possiamo intervistare 7 milioni di casalinghe italiane terrone di basso livello culturale, e capirete che la gente acquista il prodotto pubblicizzato da un personaggio famoso non solo perchè il personaggio è famoso ma perchè vuoi o non vuoi TI RESTA IMPRESSO NELLA MENTE il messaggio, ricordiamo che si parla di MESSAGGIO PROMOZIONALE, ricorderò molto meglio il prodotto sponsorizzato da una persona che da un banner.
Ci sono diversi tipi di testimonial c'è l' esperto , il consumatore e la celebrità. L'esperto conosce il prodotto, il consumatore è colui che utilizza il prodotto nello spot,il personaggio famoso è colui che presta la sua immagine pubblica per pubblicizzare un prodotto e che per Chissà quali meriti gode della fiducia della gente.
Il buonismo in economia e pubblicità non ci serve vogliamo i guadagni e per ottenere i guadagni devi anche sfruttare la psiche della gente e anche i loro sensi... la televisone è quella che grazie alle immagini in movimento, grazie ai colori, grazie alla tempistica permette di farti presentare un prodotto in maniera ottimale, non è detto che la pubblicità televisiva escluda poi un acquisto virtuale, posso benissimo vedere una pubblicità in tv e acquistare il prodotto su internet.
La pubblicità virtuale rende ancora le persone (intese come italiani terroni di basso livello culturale :mrgreen:) abbastanza diffidenti, e infastidisce, se io sto navigando su un sito per i cavoli miei i pop up mi rompono violentemente le scatole in più non so se sono affidabili visto le innumerevoli truffe virtuali.
Fatto sta che se io guardo la tv e vedo totti che fa da sponsor alla vodafon non corro a farmi una scheda vodafone così credo facciano in molti, ma se vedo totti che fa una pubblicità ne parlerò con gli amici... e magari tra tanti uno fa l'acquisto...
Tanti saluti da un italiana terrona di basso livello culturale :YY
 
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