Grossman, David - Vedi alla voce: amore

Dorylis

Fantastic Member
Trama:
Un viaggio fantastico nell'immane tragedia dell'Olocausto rivissuta attraverso la sensibilità dei protagonisti. Un mondo segnato dal dolore e dalla distruzione che cerca di reinventare con la forza dell'immaginazione la realtà della vita. "'Vedi alla voce: amore' racconta di una storia perduta, andata in frantumi. Molti personaggi sono alla ricerca di un racconto, spesso di una fiaba, perché, raccontandola ancora, possano tornare alla vita. Non vogliono raccontare una storia da bambini per ingenuità - in loro non c'è più innocenza - bensì per mantenere la propria umanità e forse un pizzico di nobiltà. Per credere nella possibilità di essere bambini in questo mondo e porsi così di fronte al cinismo assoluto. Raccontando quella storia con gli occhi di un bambino possono raccogliere brandelli di identità e ricomporre i cocci di un mondo distrutto..."

Il libro è diviso in tre parti, Momik (il protagonista del racconto), Bruno (dove viene narrata la palingenesi del mondo attraverso la trasformazione dell'autore Bruno Schulz in pesce) e infine Wasserman (l'assurdo racconto che Momik ha sentito raccontare dallo zio) e infine un'Enciclopedia dove attraverso lemmi viene ordinato l'intero romanzo. Devo dire che la prima parte mi è piaciuta molto, è un reale tentativo di spiegazione dell'Olocausto da parte di un bambino di nove anni ancora ignaro del mondo che lo circonda. Dalla seconda parte in poi mi sono persa un po', erano pagine troppo simboliche dei miei gusti, temo di non aver saputo cogliere pienamente il significato intrinseco. La terza parte è molto bella ma quantomai assurda e non ho saputo collocarla con precisione nell'ottica che mi ero fatta del romanzo nella prima parte. E' sicuramente un libro molto profondo ma temo di non averlo saputo cogliere pienamente.. A chi vuole tentare tenti, chissà che non scopra un tesoro sommerso!
 
Ultima modifica di un moderatore:

zaratia

Sideshow
Secondo me è un capolavoro. Ma è anche mooooolto pesante, tanto che non sono riuscito a terminarlo ed è ancora lì che aspetta da tre anni. Lo consiglio a chi vuole qualcosa di "difficile".
 

Dorylis

Fantastic Member
Infatti data la non leggerezza di questo romanzo penso che riproverò a leggerlo fra qualche anno.. Chissà che non lo apprezzi di più!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Uno dei pochissimi libri che ho abbandonato dopo poche pagine, talmente ostico è stato l'inizio :boh:
 

fabiog

New member
Il primo effetto che mi ha fatto questo libro quando l'ho iniziato a leggere è stato di essere spiazzante(in senso positivo).Questa scrittura cosi interiore questo continuo passaggio tra la realtà in cui vive il protagonista e il mondo onirico in cui si muove fà questo effetto.Inoltre c'è spesso una sorta di dialogo tra lo scrittore Momik e i personaggi che egli crea e spesso a me stesso sembrava di leggere in certi punti come un intervista fatta a questi personaggi(mi riferisco sia alla terza che quarta parte del romanzo) in cui davano un loro parere sulla situazione.Sicuramente la scrittura non è facile (spesso ho dovuto rileggere più di una riga per seguire il filo della storia)ma non mi ha lasciato affatto indifferente anzi una volta che ci sei dentro ti trascina.Ho trovato il romanzo come se fosse una sorta di dialogo interiore del protagonista un suo percorso per arrivare ad una spiegazione non solo dell'Olocausto(evento che ha toccato tutta la sua vita essendio figlio di deportati),ma di cosa sia la vita di un uomo come anche in mezzo all'orrore possa essere vissuta giungendo ad una conclusione finale di commovente semplicità e di amore universale
 
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