<< Lussuosa, tormentata e melensa telenovela del danese Bille August, che abbraccia con trasporto e tifo a senso unico mezzo secolo di storia cilena. Sopportabilmente gigione Jeremy irons, ridicola Meryl Streep, indisponente Glenn Close, fortunatamente defilato Antonio Banderas. >>
Massimo Bertarelli, da Il Giornale
<< Uno sbaglio darlo in mano al danese Bille August, regista bovino e nato vecchio. Da rincorrere con il bastone chi ha fatto il casting. E' possibile mettere insieme Irons e la Streep, Banderas e la Close, la Redgrave e Winona Ryder e poi infilarli tutti, ma proprio tutti, nei ruoli sbagliati? >>
Giorgio Carbone, da Libero
<< "Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca" (Apocalisse 3, 15-16).
Non so se conoscete le opere di Bille August, ma il minimo che si possa dire è che sono tiepide. Prendete La casa degli spiriti: non è né appassionante né malfatto, né coinvolgente né risibile. Non è niente, ma è un niente che dura centoquarantacinque minuti. E non c'è nulla di peggio di un film noioso che non sia almeno anche ridicolo.
[...] Bille August non ha paura di niente e cura anche la sceneggiatura, non tradisce più di tanto l'originale. Il cast poi è impeccabile. Come potrei parlar male di Jeremy Irons? Uno che è bravo come respira. Magari potrei tirar fuori il vecchio ritornello su Meryl Streep che è antipatica, ma è comunque brava. Ma il guaio sta proprio qui: sarà antipatica, ma è brava. Banderas, poi, ha un'aria sempre più bovina, ma per quel che deve fare in questo film, lo fa bene.
[...] Insomma da qualunque parte uno la giri, La casa degli spiriti resiste agli attacchi. Splendidamente interpretato, ben fotografato, il film si presenta come una solida massa opaca, come una sostanza isotropa, inarrestabile come blob, ma indeformabile come Stonehenge, impermeabile al riso, al pianto e a qualsiasi altra emozione: ovvero un quintale di piombo. Un buco nero capace di attrarre frotte di maestre in pensione, benpensanti in disarmo e liceali in vena di esotismo. >>
Gualtiero De Marinis, da Cineforum
Riporto queste recensioni perchè anche a me questo film m'annoiò a morte. "Telenovela" mi pare proprio la definizione adatta. E bisogna dire che su questo la critica è unanime.
Curioso invece che laddove uno fa a pezzi il cast, l'altro lo elogi. E, se siete abbastanza familiari con la critica cinematografica, avrete notato che questo accade abbastanza spesso. Ma i critici non dovrebbero intendersene anche di recitazione?