Coppola, Francis Ford - Il padrino

New York, 1946. Vito Corleone, detto il padrino, è uno scaltro emigrato siciliano che, dopo anni di crimine, principalmente nell'organizzazione del gioco d'azzardo illegale e nei racket sindacali, si è affermato come il più potente dei capi-mafia italo-statunitensi della città. La sua organizzazione illegale è composta dalla Famiglia Corleone.

Bellissimo film, a mio avviso gli attori interpretano i propri personaggi in maniera perfetta e anche il padrino II e III non sono proprio da meno per quanto mi riguarda. Sono molto curiosa di vederlo in versione originale, ne ho visto solo qualche battuta dove gli attori parlano un inglese siculo e non posso perdermelo!!
 
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Lauretta

Moderator
L'ho visto qualche settimana fa su rai 1 per la prima volta e non volevo nemmeno vederlo..di solito le storie di mafia non mi piacciono.
Effettivamente questo è stato proprio un bel film, molto intenso. Io poi adoro Al pacino per cui vederlo nei panni del padrino è stato magnifico, e magnifica la sua trasformazione da "io non sono come loro" a "boss della mafia". consigliato ancha a chi non piace il genere!!
 
L'ho visto qualche settimana fa su rai 1 per la prima volta e non volevo nemmeno vederlo..di solito le storie di mafia non mi piacciono.
Effettivamente questo è stato proprio un bel film, molto intenso. Io poi adoro Al pacino per cui vederlo nei panni del padrino è stato magnifico, e magnifica la sua trasformazione da "io non sono come loro" a "boss della mafia". consigliato ancha a chi non piace il genere!!

Lauretta ti quoto e mi sto preoccupando :YY
Comunque anche io come te, appunto, l'ho visto su rai3 per la prima volta e non volevo vederlo presupponendo che non fosse il mio genere, ma quando ad interpretare la sceneggiatura troviamo attori con la A maiuscola anche il genere che non ci appartiene diventa bello. E' per questo che ora ho anche il dvd della secondo e del terzo
 
Bellissimo! Ovviamente preferisco il I, sarà per Marlon Brando, sarà perchè si vede la famiglia al completo.
Regia strepitosa e musiche azzeccatissime.
 
Lo rivedo sempre....e non mi stanco mai!
Quel film ha tutto: la storia, il cast, le musiche ed ogni singola citazione...

Anch'io preferisco il primo!
 

zigozago

Anime member
Beh,questo è uno dei veri capolavori del cinema,c'è poco altro da dire.
Comunque per me il II è un gradino sopra al primo: tutta la parte con De Niro è a dir poco stupenda :wink:
 

mado84

New member
mi viene in mente una sola parola: CAPOLAVORO
(e io non sono uno di quelli che adorano film del genere)
 

Masetto

New member
Un film che non amo e di certo non metterei tra i capolavori del cinema. Alcune sequenze sono assai efficaci, scenografie e costumi eccellenti, la recitazione mi pare molto buona, ma concordo per esempio con Tullio Kezich laddove dice che:

<< Il padrino, esaminato al di fuori del cancan pubblicitario che ne ha fatto un avvenimento mondiale, non è che un condensato di luoghi comuni sui gangster italo-americani virtuosi in famiglia e feroci sul lavoro. È fiacco nel ritmo e sceneggiato in maniera reticente: non nomina mai la mafia né Cosa Nostra, non osa diffondersi sulle coperture politiche del protagonista e spara bordate solo contro Frank Sinatra. Nella sua ambiguità può lasciar credere che ci sia una mafia pulita, contrapposta alla mafia sporca e perfino utile a fini sociali. L’episodio siciliano è di una cialtroneria offensiva. Perché non tagliarlo addirittura e mandare tutti a casa mezz’ora prima? >>

e con Giovanni Grazzini:

<< Siamo tutt’altro che convinti dall’implicito tentativo e dare tragici ed eroici connotati alla vecchia generazione, e idealizzare dei criminali che amministravano la giustizia con gli omicidi a pagamento. Farne i paladini dei valori familiari significa semmai ribadire la natura animalesca d’ogni rapporto fondato sui legami di sangue. Ma su ciò si può ancora discutere. Le maggiori macchie dell’opera, presto evidenti dopo un arioso inizio in cui durante una festa di nozze il Padrino riceve suppliche e omaggi, sono la mancanza di retroterra storico e sociale, indispensabile a capire la mafia, il silenzio di New York, la maniera con cui è rappresentata la Sicilia, il difetto d’informazione sui metodi usati dai boss per controllare i sindacati, i mercati, la vita politica e sull’uso fatto dei miliardi guadagnati, soprattutto la convenzionalità della struttura narrativa e l’assenza di scatti e invenzioni registiche (salvo che nel finale).
Il padrino è un rosario di ammazzamenti recitato tenendo d’occhio il fascino che il male esercita sulle folle. Ma c’è, direte, Marlon Brando. Diremo meglio: per consolarci c’è Brando e Al Pacino. La prova più alta, l’unica per cui merita scomodarsi, non la dà infatti il vecchio Brando, un «Padrino» gelido e premuroso, splendidamente truccato, ottimamente servito dal doppiaggio, e di magistrale istrionismo nella sua smorfia di boss cinico e stanco, ma in sostanza lontano dal cuore violento del film (oltretutto la scorciatura del romanzo è andata a svantaggio del ritratto di don Vito). La palma va al giovane, crudo Pacino, che pur orecchiando i modi di Dustin Hoffman offre un’interpretazione di Mike Corleone, il figlio mansueto tramutato in belva, da mettersi senza riserve, per modernità e concentrazione, all’attivo del film.
Simonetta Stefanelli, Corrado Gaipa, Franco Citti, Saro Urzì rappresentano con la musica di Nino Rota l’apporto italiano a un film da cui la mafia ha ben poco da temere, perché riesce confusa con le bande di gangster che infestano l’America. Quando invece, e qui casca il film, la mafia, in America e in Italia, non è soltanto materia di cronaca nera. Prima che i suoi delitti, allarmano i suoi sorrisi. >>

e anche con Alberto Moravia:

<< Il padrino è un film serio nel quale gli italo-americani sono presi sul serio. Qui comincia però l’ambiguità. Da una parte esso recupera una realtà finora ignorata, dall’altra, però, si deve proprio a questo recupero se il film, sul piano documentario e sociologico è una completa e sfacciata falsificazione: prima di tutto nell’idealizzazione sentimentale di un ambiente sociale orrendo; in secondo luogo nell’avere isolato la sottocultura italo-americana, senza mostrarcela nel più vasto contesto della cultura statunitense, di cui essa costituisce soltanto un ibridismo. Inutile dire che l’interpretazione, anche se sul piano di un inevitabile gigionismo, è ottima. >>
 
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Alfredo_Colitto

scrittore
Io non so se si può parlare di capolavoro, è una parola troppo usata e abusata, ma certamente Il Padrino mi sembra un esempio di grande cinema. Anch'io preferisco il primo dei tre film, ma anche gli altri due non sono affatto scaduti, come invece di solito accade.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Ho visto solo il 1 un pò di tempo fa ma anche se nn sono un'amante del genere devo dire che è stato proprio bello...Brando e Pacino poi a dir poco favolosi!!
 

darida

Well-known member
Trovo molto pesanti da guardare i film che trattano di mafia, il binomio mafia-pizza, francamente mi sta un cicinin sui ball. Certo,questo e' un filmone e gli attori...mammamia, ma che bravi sono?
Lo rivedo raramente, e solo le scene cinematograficamente piu'...ghiotte :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
E' il film sulla mafia italo americana per eccellenza dove non viene mai pronunciata la parola, è il film che ritrae le connessioni tra malavita, politica, giornalismo e forze dell'ordine e siamo negli anni settanta, indicativa la battuta dei boss riuniti in conclave: non siamo mica comunisti. E' un film complesso, piccolo trattato sociologico e storico di una realtà che ha sicuramente condizionato la storia. A livello cinematografico siamo ai vertici, una sceneggiatura ineccepibile fatta dall'autore stesso del romanzo, pur ricca di avvenimenti, nomi e storie, riesce ad essere sempre chiara, Brando è al di sopra di ogni valutazione, il carisma personale dell'attore rende Vito Corleone quasi un eroe al tramonto (facile il paragone con il gattopardo di Lancaster), questa è l'ambiguità ancora irrisolta di questo film.
 

Denni

New member
Oggi ho iniziato la maratona, ho appena finito il primo. Niente da dire, fantastico. Al Pacino meraviglioso.
 
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