Handreaar
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Uno dei suoi racconti più noti, anche per la famosa frase pronunciata da Dostoevskij: che tutta la letteratura russa è nata dal cappotto.
La trama del racconto, pubblicato nel 1842, è certamente di pretta maniera gogoliana, consistendo nello sviluppo di un semplice aneddoto nella duplice direzione realistica e fantastico-grottesca.
La storia è quella di un povero impiegato, il cui unico sogno nella vita è di avere un cappotto nuovo. Quando alla fine dispone del denaro (dopo sacrifici inauditi, come l'abolizione della candela la sera, la rinunzia frequente al pasto e simili), e il cappotto è pronto nelle sue mani, e tutto in un crescendo mirabile di penetrazione e comprensione umana, la prima volta che esce indossandolo è aggredito e derubato dell'indumento (e qui mi fermo nella trama).
Il protagonista è rappresentato come un tipo pateticamente umile e sottomesso, e il racconto passa attraverso tutta la gamma di atteggiamenti verso di lui, dalla beffa alla pieta. Ed è sopratutto la pietà, per questo pover'uomo insignificante, che colpì fortemente il lettore dell'epoca.
Tuttavia va anche detto, che il valore anedottico dell'opera, come già in: L'ispettore generale e nelle Anime morte, è subito superato dallo svolgimento e dall'analisi psicologica oltre che dalla maestria artistica che è al loro fondo.
La trama del racconto, pubblicato nel 1842, è certamente di pretta maniera gogoliana, consistendo nello sviluppo di un semplice aneddoto nella duplice direzione realistica e fantastico-grottesca.
La storia è quella di un povero impiegato, il cui unico sogno nella vita è di avere un cappotto nuovo. Quando alla fine dispone del denaro (dopo sacrifici inauditi, come l'abolizione della candela la sera, la rinunzia frequente al pasto e simili), e il cappotto è pronto nelle sue mani, e tutto in un crescendo mirabile di penetrazione e comprensione umana, la prima volta che esce indossandolo è aggredito e derubato dell'indumento (e qui mi fermo nella trama).
Il protagonista è rappresentato come un tipo pateticamente umile e sottomesso, e il racconto passa attraverso tutta la gamma di atteggiamenti verso di lui, dalla beffa alla pieta. Ed è sopratutto la pietà, per questo pover'uomo insignificante, che colpì fortemente il lettore dell'epoca.
Tuttavia va anche detto, che il valore anedottico dell'opera, come già in: L'ispettore generale e nelle Anime morte, è subito superato dallo svolgimento e dall'analisi psicologica oltre che dalla maestria artistica che è al loro fondo.