Fante, John - Sogni di Bunker Hill

Un romanzo sul cinema, sulla Hollywood degli anni Trenta e Quaranta. Il romanzo estremo dello sdradicamento sotto le luci della Mecca del cinema. "In Fante - sosteneva Pier Vittorio Tondelli - c'è una visione dell'America, non tanto come terra promessa, come poteva apparire al padre abruzzese, ma da conquistare, come era nelle capacità di un individuo nato nel Nuovo Mondo, immigrato di seconda generazione. Fante ha seguito questo percorso di sogno lasciando Denver per approdare nella mitica terra della California. Di fronte a questo estremo, sarcastico, irriverente, indecente blasfemo, ironico romanzo si ha la certezza di essere di fronte a un grande narratore in cui una vita spesa a scrivere racconti produce l'ultimo, accecante, compatto frutto".


Questo è l'ultimo libro di Fante, non a caso (forse) incentrato su Bandini. Quasi come a volerci riportare alla memoria, dopo tanti anni, l'antieroe per eccellenza, il più grande sognatore mai esistito, quello che abbiamo conosciuto da bambino e abbiamo visto farsi uomo, quello che continuava a ripetersi che sarebbe diventato "il più grande scrittore del mondo" e, da buon sognatore, senza smettere di crederlo mai. Questo è un romanzo triste, allegro, sarcastico, nostalgico...è un lungo racconto che, in un certo senso, ti fa capire che è finita. Nessuno ti farà sapere cosa succederà da questo momento in poi. Ma forse questa è una nota triste che ho colto dopo, forse non è così...
 

LouD

blowfisher
cieco, senza gambe, dettato alla moglie praticamente in punto di morte.. scrivere era tutto per fante.
 
Alto