Bernardi, Luigi - Senza luce

elisa

Motherator
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In un paese vicino Bologna la polizia fa interrompere l'erogazione dell'energia elettrica perchè un vecchio ha iniziato a sparare all'impazzata dalla finestra uccidendo alcune persone. Il fatto di cronaca a cui si ispira il romanzo è veramente accaduto e dà il pretesto per raccontare quattro storie che si svolgono e si intrecciano tra loro in quella notte senza luce.
L'autore descrive storie quotidiane con occhio disincantato ma senza cinismo, costringendoci a fare i conti con noi stessi e con quello che ci circonda.
Un romanzo sincero, teso e toccante, storie e personaggi che ti restano dentro e con i quali vorresti continuare a dialogare anche dopo l'ultima pagina.

Consigliato.
 

Alfredo_Colitto

scrittore
Un romanzo davvero bello. Sul giudizio quoto integralmente elisa, con in più una nota tecnica da addetto ai lavori. Prima di leggerlo ero convinto che non si potesse scrivere un libro profondo usando il punto di vista "onnisciente", quello in cui l'autore è nella testa e nei pensieri di tutti i personaggi anche nella stessa scena.
"Senza luce" mi ha fatto cambiare idea. L'ho inserito anche nei miei corsi di scrittura...
 

elisa

Motherator
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La cosa che mi ha stupito è la capacità di rappresentare personaggi reali, che ci assomigliano, io mi sono identificata in tutti i protagonisti delle quattro storie parallele, sia i personaggi femminili, che sembrerebbe naturale, che quelli maschili. E' un romanzo con cui si parla, non solo si legge.
 

elisa

Motherator
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Senza luce lascia l'amaro in bocca, proprio come quando vedi la gazzella sbranata dal leone, sai che è necessario ma pensi che è ingiusto, umanamente stai dalla parte della gazzella perchè è più fragile, come lo siamo noi di fronte alla vita.
Mi è piaciuto anche se inizialmente soffrivo un po' del distacco con cui vengono descritte le storie, da osservatore, senza empatia, poi è subentrata l'umanità o la disumanità di ogni personaggio e questo ha scaldato le parole, un lasciarsi andare che arrivava anche a chi leggeva, come un aprirsi, uno squarcio nel buio, poi il finale, ineluttabile, conseguente, così amaro da essere vero.
La scrittura è precisa e scorrevole, non si incarta mai su se stessa, E' ricca, colorata ed evocativa, cerca di supplire quella mancanza di partecipazione emotiva voluta ma che potrebbe "gelare" la lettura, direi che si legge volentieri e non ci si annoia, il numero di pagine è quello giusto, o si scrive guerra e pace o bastano duecento pagine per raccontare una storia.
Alcuni personaggi mi hanno affascinato da subito, come Domenico e Anna, e poi Giuliana e Federica con le quali è scattata un po' l'identificazione. L'equilibrio tra le storie ha mantenuto il ritmo non sincopato, pur arrivando la tragedia non la potevi prevedere fino all'ultima pagina, che non mi aspettavo e questo credo sia un altro punto a favore del romanzo.
Il titolo è azzeccatissimo, anche se la mancanza di luce ha permesso ai protagonisti di vedere meglio.
Mi piace come è scritto perchè non chiude il pensiero ma lo apre e questo è quello che cerco sempre in un romanzo, un'altra chiave.
 
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