Elena.90
Curly member
No, non è una vera grammatica!
Cito dalla quarta di copertina:
"Trieste, settembre 1943. Su una nave da guerra tedesca in attesa di partire per il fronte, viene portato un uomo in fin di vita. Un violento colpo alla testa ha mandato in frantumi la sua memoria, anche quella linguistica. Non ha con sé documenti quindi risulta difficile la sua identificazione. Da alcuni indizi il medico di bordo, di origine finlandese, crede di riconoscere in lui un compatriota. E per lunghi giorni gli si dedica, rimettendolo in forze e educandolo alla sua lingua madre, come un bambino. Poi lo fa ritornare a Helsinki."
Devo dire la verità, all'inizio l'avevo preso solo a causa di un imminente viaggio proprio in Finlandia, ma già dopo le prime pagine mi sono lasciata prendere dal fascino di questo piccolo libro: la prosa non è sempre scorrevole, ma tocca un tema profondo come la memoria e l'identità culturale dei popoli, la cui anima è proprio la lingua.
Il marinaio Sampo lotta disperatamente contro la solitudine della propria condizione di apolide, cercando di recuperare insieme alla lingua anche la propria identità. è facile riconoscersi in lui, mentre si sforza di capire che cosa deve essere e come diventarlo...
Anche gli altri personaggi del romanzo si sentono soli ed insoddisfatti: il medico che cura Sampo ha dovuto abbandonare la Finlandia per motivi politici, il cappellano dell'ospedale militare di Helsinki rimpiange idealmente il passato mitico descritto nel libro del Kalevala (ciclo di saghe finlandesi) mentre l'infermiera Koivisto è alla disperata ricerca di qualcuno da soccorrere...
Il libro è affascinante anche perché svela dei dettagli sulla storia, la cultura, le tradizioni finlandesi senza però scadere nelle banalità da guida turistica: è riuscito a suscitare in me curiosità per questo Paese di cui sapevo davvero molto poco.
Cito dalla quarta di copertina:
"Trieste, settembre 1943. Su una nave da guerra tedesca in attesa di partire per il fronte, viene portato un uomo in fin di vita. Un violento colpo alla testa ha mandato in frantumi la sua memoria, anche quella linguistica. Non ha con sé documenti quindi risulta difficile la sua identificazione. Da alcuni indizi il medico di bordo, di origine finlandese, crede di riconoscere in lui un compatriota. E per lunghi giorni gli si dedica, rimettendolo in forze e educandolo alla sua lingua madre, come un bambino. Poi lo fa ritornare a Helsinki."
Devo dire la verità, all'inizio l'avevo preso solo a causa di un imminente viaggio proprio in Finlandia, ma già dopo le prime pagine mi sono lasciata prendere dal fascino di questo piccolo libro: la prosa non è sempre scorrevole, ma tocca un tema profondo come la memoria e l'identità culturale dei popoli, la cui anima è proprio la lingua.
Il marinaio Sampo lotta disperatamente contro la solitudine della propria condizione di apolide, cercando di recuperare insieme alla lingua anche la propria identità. è facile riconoscersi in lui, mentre si sforza di capire che cosa deve essere e come diventarlo...
Anche gli altri personaggi del romanzo si sentono soli ed insoddisfatti: il medico che cura Sampo ha dovuto abbandonare la Finlandia per motivi politici, il cappellano dell'ospedale militare di Helsinki rimpiange idealmente il passato mitico descritto nel libro del Kalevala (ciclo di saghe finlandesi) mentre l'infermiera Koivisto è alla disperata ricerca di qualcuno da soccorrere...
Il libro è affascinante anche perché svela dei dettagli sulla storia, la cultura, le tradizioni finlandesi senza però scadere nelle banalità da guida turistica: è riuscito a suscitare in me curiosità per questo Paese di cui sapevo davvero molto poco.
