Weiss, Ernst - Il testimone oculare

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Prima un breve accenno allo scrittore. Ernest Weiss è uno scrittore tedesco, di religione ebraica nato nel 1881, medico di professione, prima chirurgo e poi psicanalista, cresciuto nella scuola freudiana di Vienna. Ha partecipato alla I guerra mondiale nel ruolo di ufficiale medico, ma poi, a causa delle ferite riportate, ha abbandonato la sua professione per darsi completamente alla letteratura. All'avvento del nazismo abbandonò la Germania per rifurgiarsi, dapprima a Praga e poi nel 38 a Parigi dove morì suicida l'anno successivo. Viene da molti paragonato a Kafka (con cui strinse una solidale amicizia) per il suo modo di scrivere.
Interssante è anche la storia travagliata del libro: scritto a cavallo degli anni 38-39. Questo libro, non ancora nella sua veste definitiva, fu inviato dall'autore a New York, per partecipare ad un concorso letterario che poi non fu mai tenuto. Per molti anni si pensò che il manoscritto fosse andato perduto durante la distruzione dei libri di Weiss da parte dei nazisti durante l'invasione di Parigi. Tuttavia nel 1962 la copia, inviata negli Stati Uniti, fu riscoperta e venduta ad un prezzo elevato.
Il libro fu pubblicato nella versione originale, non deffinitiva, ed infatti presenta, nella seconda parte, numerosi refusi ed inesattezze sintattiche, dovute appunto al fatto che l'autore non potè compiere una revisione definitiva del testo.
La prima parte del libro, fino alla morte della madre del protagonista, presenta un'elevata liricità; la seconda metà, anche per gli argomenti che tratta - l'arresto del protagonista da parte dei nazisti ormai al potere, le torture, la fuga - si presenta in forma più cruda e scarna, anche a causa della mancata revisione definitiva e perde, secondo me, di ricchezza espressiva.
Ho trovato una copia di questo romanzo, ormai non più edito, attraverso un sito web di libri usati.
Si tratta di un testo in parte autobiografico e in parte di fantasia.
La storia è presto detta (si fa per dire) il protagonista, figlio di una famiglia ebraico-cristiana, tende a mettersi sempre alla prova di fronte al pericolo, per dimostrare a se stesso, ma anche agli altri, di non essere un incapace, un pusillanime e questo suo atteggiamento lo pone a rischio della sua incolumità. La sua famiglia è pervasa dal dolore della malattia della madre affetta da tubercolosi. Alla fine del liceo, il ragazzo decide di iscriversi alla facoltà di Medicina e si occupa prima di chirurgia e poi di psicoanalisi venendo a contatto con la scuola di Vienna.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruola nell'esercito tedesco come ufficiale medico, venendo a contatto con la violenza e la distruttività della guerra.
Incapace di resistere al dolore ed alla morte che lo sovrasta, ma in parte anche per dimostrare a se stesso di non temere quella morte, diventa ufficiale di un plotone di assaltatori. Durante un attacco viene gravemente ferito; dopo la sua guarigione, impossibilitato a riprendere la sua attività di chirurgo, entra a lavorare in un ospedale psichiatrico in cui si curano soldati affetti dai gravi traumi psichici provocati dalla guerra. Lì conosce il caporale A.H. (Adolf Hitler) affetto da cecità isterica e lo guarisce facendo forza sul grande senso di superiorità che il paziente prova per se stesso. Di tutto questo il protagonista del libro conserva memoria scritta che costituirà il suo dramma ma anche la sua salvezza. Infatti verrà arrestato e torturato, ma alla fine liberato grazie ad un ignobile riscatto. Alla fine il protagonista fuggirà a Parigi da dove poi passerà in Spagna per combattere a fianco dei repubblicani per cercare un riscatto dal suo peccato di onnipotenza legato alla sua professione.
 
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