Riprendo l'articolo di Paolo Pancheri postato da oea. La possibilità per la donna, di avere due emisferi cerebrali che lavorano in parallelo, permette al cervello (così come ad un computer) di elaborare molte più informazioni nell'unità di tempo, l'uomo viceversa, non avendo questà proprietà si muove secondo logiche deduttive che richiedono più tempo e si svolgono secondo lo schema di prove ed errori. E' un pò come una partita a scacchi, vi sono giocatori in grado di prevedere un elevato numero di mosse ed altri no. Questo è un grande vantaggio per le donne, che determina in alcuni casi, l'incapacità di comprensione di certi comportamenti femminili da parte dei maschietti. Quest'ultimi certamente più semplici e pertanto con comportamenti più prevedibili.
Per quanto riguarda l'emotività, bisogna, secondo me considerare, sia gli aspetti neurofisiologici, indicati nell'articolo di Pancheri, ma anche aspetti più prettamente, psicologici, educativi, che vanno al di là delle sole differenze biologiche. Credo che un uomo, anche se svantaggiato rispetto ad una donna, possa imparare a riconoscere le proprie emozioni, a viverle, a gestirle. Ma soprattutto a non averne paura.