Handreaar
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Pubblicato all'inizio del 1872, è la sua opera prima, se si escludono alcuni articoli apparsi su riviste di filologia.
Essa è la rivelazione della sua genialità e, nel contempo, dell'impossibilità di arginarla e darle una veste accettabile per il mondo delle discipline accademiche del tempo. Il libro, ancora oggi uno dei più letti di Nietsche, è insieme una reinterpretazione dell'antichità classica, e in particolare della cultura della Grecia antica, e una teoria estetica nuova, incentrata sulla contrapposizione al concetto classico della bellezza, intesa come armonia di misura, di una idea di bellezza più antica e meno celebrata, che coglie il bello nel caos delle pulsioni vitali, degli istinti primordiali, di una volonta di vita totalmente irrazionale.
Da un lato starebbe allora "lo spirito apollineo" amante delle proporzioni, che tende a ingessare la vita nell'armonia delle forme. Dall'altro lo "spirito dionisiaco", amante delle passioni, che lascia fluire la vita nella molteplicità e nel disordine delle sue esperienze.
Nietsche stesso nel corso degli anni, disapprovò parte dell'opera per aver a suo dire, contaminato il problema estetico del mondo greco mettendolo direttamente in rapporto con l'arte tedesca moderna.
Ma l'opera rimane ardita e originale, sia per il capovolgimento, acquisito poi dalla cultura successiva, operato nel modo di giudicare la vita dei Greci, sia per il coraggio giovanile e la malinconia di cui è pervasa.
Essa è la rivelazione della sua genialità e, nel contempo, dell'impossibilità di arginarla e darle una veste accettabile per il mondo delle discipline accademiche del tempo. Il libro, ancora oggi uno dei più letti di Nietsche, è insieme una reinterpretazione dell'antichità classica, e in particolare della cultura della Grecia antica, e una teoria estetica nuova, incentrata sulla contrapposizione al concetto classico della bellezza, intesa come armonia di misura, di una idea di bellezza più antica e meno celebrata, che coglie il bello nel caos delle pulsioni vitali, degli istinti primordiali, di una volonta di vita totalmente irrazionale.
Da un lato starebbe allora "lo spirito apollineo" amante delle proporzioni, che tende a ingessare la vita nell'armonia delle forme. Dall'altro lo "spirito dionisiaco", amante delle passioni, che lascia fluire la vita nella molteplicità e nel disordine delle sue esperienze.
Nietsche stesso nel corso degli anni, disapprovò parte dell'opera per aver a suo dire, contaminato il problema estetico del mondo greco mettendolo direttamente in rapporto con l'arte tedesca moderna.
Ma l'opera rimane ardita e originale, sia per il capovolgimento, acquisito poi dalla cultura successiva, operato nel modo di giudicare la vita dei Greci, sia per il coraggio giovanile e la malinconia di cui è pervasa.
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