Vladimir
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Con questo post vorrei aprire un dibattito sulla ricezione della letteratura fantastica in Italia. Poco tempo fa, parlando con col mio professore di letteratura italiana all'università, discutendo su quest'argomento lui è riuscito a dirmi una cosa del tipo: Si va bene potranno essere cose piacevoli da leggere, però vuoi mettere il grande realismo? Moravia, Manzoni, Fenoglio, Balzac ecc... Come serietà non c'è niente a che fare. Io sono saltato sulla sedia. Perché noi italiani non riusciamo a capire che anche attraverso eventi impossibili (ma descritti in maniera talmente credibili da diventare reali), si può raccontare la realtà? Forse che Bulgakov non abbia raccontato il sistema di potere staliniano e i personaggi di quel tempo nel Maestro e Margherita? Forse che Dostoevskij nel 1846 attraverso le vicende de Il sosia, non ha descritto con precisione la schizofrenia? Chéretien de Troyes non ha raccontato il Medioevo attraverso le allegorie del romanzo arturiano? Potrei continuare all'infinito. Purtroppo, secondo me non abbiamo mai superato la distinzione prima di Petrarca e poi di Croce fra letteratura bassa e alta. In più le case editrici italiane puntano solo sul fantastico (o meglio fantasy) per ragazzi, tirando fuori spesso opere di infimo ordine. Sono i deliri di un pazzo i miei oppure effettivamente questa mancata comprensione del valore esiste?
P.S.
Scusate per il continuo riferimento agli autori russi, ma essendoci laureato sono quelli che conosco meglio
P.S.
Scusate per il continuo riferimento agli autori russi, ma essendoci laureato sono quelli che conosco meglio