King, Stephen - La lunga marcia

Yobs

H. Collins
Trama: Dai confini con il Canada, scendendo giù fino a Boston, a piedi, senza soste. Una sfida mortale per cento volontari. Un regolamento implacabile non ammette passi falsi: una caduta, un malore e si viene congedati all'istante. Eliminati dalla gara come dalla vita da un'organizzazione governativa militare che vigila inesorabilmente su ogni movimento. Chi riesce a sopravvivere a questa maratona maledetta, che massacra la mente molto più del corpo, otterrà il Premio...



Un'altro libro che non si può non leggere secondo me...

E' stato il libro che mi ha fatto innamorare di King...

Divorato in due soli giorni...

Non riuscivo a staccarmi un secondo...
 
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katharina

New member
Bellissimo libro!!... anche per me poi è stato il primo libro che ho letto di Stephen King...
 

gatsu76

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riesumo questo post per far conoscere questo libro bellissimo, lontano anni luce da ogni stereotipo di libro dell'orrore.. un libro in cui la fatica è quasi palpabile, una presenza fisica.. un'angoscia profonda sempre in crescendo permea secondo me le pagien di questo libro.. consigliatissimo per far capire che Stephen King non è solo uno scrittore "horror"..

ciao Luca
 

Mr Death

New member
Buona idea, sviluppata in maniera a dir poco migliorabile. Finale pessimo.
 

WilLupo

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King di sicuro ci sa fare, scrive magnificamente e la situazione dei Marciatori, che va al di là di ogni possibile orrore, è splendidamente descritta.

Tuttavia il libro mi ha deluso.

Sono andata avanti aspettandomi almeno qualche lampo su cosa avesse portato ad un'allucinazione simile, qualche indizio sulle motivazioni che avessero indotto il protagonista (almeno lui) a prestarsi al "gioco".

Invece, NIENTE DI NIENTE :W

Non un cenno "storico" e un'indagine psicologica praticamente inesistente (poche superficiali battute scambiate).

Trovo che il maestro se la sia cavata troppo facilmente :mrgreen:
 

Japanodancing

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Non un cenno "storico" e un'indagine psicologica praticamente inesistente (poche superficiali battute scambiate).

Trovo che il maestro se la sia cavata troppo facilmente :mrgreen:

Secondo me invece è l'unico libro in cui se l'è cavata egregiamente ^^''
L'ho letto molti anni fa ed è l'unico libro di King che mi è piaciuto ^^''
Ne ho un ricordo un po' vago, ma la motivazione dei partecipanti non è il premio stesso?
 

frasquita

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quasi quasi mi butto sul maestro stephen king, è un po' di giorni che ho voglia o di noir o di thriller e horror ma non so bene cosa
 

WilLupo

New member
Secondo me invece è l'unico libro in cui se l'è cavata egregiamente ^^''
L'ho letto molti anni fa ed è l'unico libro di King che mi è piaciuto ^^''
Ne ho un ricordo un po' vago, ma la motivazione dei partecipanti non è il premio stesso?

Beh ma che tu parteciperesti ad una roba dove hai 99 possibilità su 100 di lasciarci le penne, e lasciarcele anche in modo piuttosto sofferto?!? :mrgreen:

King si è limitato alla situazione in se, senza giustificarla. Non dico che sia irreale, dico solo che avrebbe dovuto almeno dare dei flash su come potesse avvenire una roba del genere.

E' ovvio che nell'America odierna, per esempio, non sarebbe plausibile.

Hai letto Dolores Claiborne? Quello è un grande libro :ad:
 

Japanodancing

New member
Beh ma che tu parteciperesti ad una roba dove hai 99 possibilità su 100 di lasciarci le penne, e lasciarcele anche in modo piuttosto sofferto?!? :mrgreen:

King si è limitato alla situazione in se, senza giustificarla. Non dico che sia irreale, dico solo che avrebbe dovuto almeno dare dei flash su come potesse avvenire una roba del genere.

E' ovvio che nell'America odierna, per esempio, non sarebbe plausibile.

Hai letto Dolores Claiborne? Quello è un grande libro :ad:


Dolores Claiborne abbandonato dopo una decina di pagine... :boh:
Se non ricordo male nel libro si parla di dittatura militare. Ricordo che mentre leggevo avevo immaginato una scena politica sullo stampo dei paesi comunisti dell'Europa dell'Est.
Forse il bello del libro è proprio la mancanza di contestualizzazione.
 

Japanodancing

New member
Beh ma che tu parteciperesti ad una roba dove hai 99 possibilità su 100 di lasciarci le penne, e lasciarcele anche in modo piuttosto sofferto?!? :mrgreen:

King si è limitato alla situazione in se, senza giustificarla. Non dico che sia irreale, dico solo che avrebbe dovuto almeno dare dei flash su come potesse avvenire una roba del genere.

E' ovvio che nell'America odierna, per esempio, non sarebbe plausibile.

Hai letto Dolores Claiborne? Quello è un grande libro :ad:


Dolores Claiborne abbandonato dopo una decina di pagine... :boh:
Se non ricordo male nel libro si parla di dittatura militare. Ricordo che mentre leggevo avevo immaginato una scena politica sullo stampo dei paesi comunisti dell'Europa dell'Est.
Forse il bello del libro è proprio la mancanza di contestualizzazione.
 

WilLupo

New member
Dolores Claiborne abbandonato dopo una decina di pagine... :boh:
Se non ricordo male nel libro si parla di dittatura militare. Ricordo che mentre leggevo avevo immaginato una scena politica sullo stampo dei paesi comunisti dell'Europa dell'Est.
Forse il bello del libro è proprio la mancanza di contestualizzazione.
Ricordi male :mrgreen:
Dolores Claiborne è una incredibile governante che ci racconta in prima persona di come scopre che il marito ha violentato la figlia e in che modo lo ammazza :)
E' un libro indimenticabile, il carattere di Dolores ma anche quello della sua "perfida" datrice di lavoro sono scolpiti nella pietra :ad:
 
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Japanodancing

New member
Marcia organizzata come gioco crudele per sfoggio di potere + mancanza di contestualizzazione + massiccia presenza dell'esercito + marcia organizzata da Il Maggiore = ricordo di una dittatura. :mrgreen:
Sicuramente lo rileggo!
 
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luxi

New member
Il mio primo libro di S.King lo lessi a vent'anni, era "It", da lì recuperai quasi tutto quello pubblicato in precedenza e seguii a leggere quello che pubblicò successivamente, fino a Dolores Claiborne. Poi è un autore che ho abbandonato. "La lunga marcia" è uno dei titoli che ricordo più volentieri. Ciao
 

ayla

+Dreamer+ Member
E' un romanzo che si divora in pochissimo tempo. La storia è geniale, quasi diabolica, forte e da brividi come solo king sa fare.:ad:
E' un dramma, con (la solita) ottima caratterizzazione dei personaggi, dove semplicemente o resisti o muori. Si parla di morte, di limiti estremi, di sopravvivenza ma anche di amore, lealtà e fratellanza in un America assolutamente non democratica. Regna un clima di perenne angoscia, con la paura palpabile, sempre dietro l'angolo, di non riuscire a vedere il nostro protagonista arrivare alla fine e vincere questa maledetta sfida contro la morte.

Credi che sapere che cosa vuol dire morire basti a farti sopravvivere?
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Nei romanzi pubblicati sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, Stephen King immagina una situazione pseudo-normale portata all’esasperazione e ne descrive le conseguenze. In questo caso, King immagina un passatempo nazionale strambo e pericoloso: è la “Lunga marcia” che ogni anno incolla milioni di americani alla TV o li spinge per strada lungo il percorso, a guardare cento sventurati ragazzi che volontariamente si imbarcano in un’impresa che li porterà alla vittoria o alla morte. Uno solo vincerà il premio, tutti gli altri, per un motivo o per l’altro, sono destinati a cadere lungo il cammino. Basta un crampo, una vescica ai piedi, basta una zuffa con un altro marciatore e, scattate le tre ammonizioni, si prende il “congedo” per sempre da questo mondo.
Lo stress cui questi ragazzi vengono sottoposti è disumano, camminano giorno e notte senza sosta con qualunque clima per attraversare il Maine, passare il New Hempshire e raggiungere Boston. Pochissimi ce la fanno, tanti muoiono lungo il cammino. Ma lungo quel maledetto cammino possono anche nascere delle amicizie, delle rivalità… dureranno il tempo della marcia, ma sono l’unica cosa che possa tener su i marciatori, là dove non arrivano i cibi concentrati o le borracce d’acqua o la paura di rallentare troppo il ritmo e venire congedati. E’ tutta una questione di cervello, più che di piedi o di gambe: è quello il motore che decide la vita o la morte.
King, come al solito, si dimostra maestro nell’analizzare le conseguenze derivanti da ogni situazione, conversazione, imprevisto. Anche in questo libro troviamo un esempio della sua bravura nell’analisi della psiche umana in situazione di stress. Inutile dire che, sebbene possa sembrare statico (i ragazzi in fin dei conti marciano soltanto) questo libro trasmette una tensione ed una conpartecipazione con i personaggi degna di un thriller incalzante. Lettura consigliata agli amanti del distopico, della psicologia e del re!
 

isola74

Lonely member
L'idea del libro è geniale, come l'autore.
Non ci sono mostri né forze sovrumane, ma il libro è pervaso da un'atmosfera angosciante che cresce con l'avvicinarsi al traguardo. A dimostrazione che l'uomo da solo basta per spaventare e lasciarti senza fiato.
Promosso a pieni voti
 
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