I promessi sposi: ma a voi piacciono?

Vladimir

New member
Qualche mese fa, per colmare una mia lacuna e memore di quel che mi diceva mia mamma ho deciso di affrontare la lettura dei Promessi Sposi. Ricordo che a 14 anni l'avevo odiato, ora dopo una laurea in letteratura russa e la specializzazione in letterature moderne comparate che sta per arrivare pensavo di cambiare giudizio. Invece no. L'ho trovato brutto e noioso come allora. Trama incerta interrotta da pesanti divagazioni, a tratti grottesche e imbarazzanti, sulla Divina Provvidenza; personaggi che piuttosto che veri caratteri sembrano steriotipi costruiti in funzione del messaggio cattolico dell'autore. Un libro, a mio modestissimo parere, concepito male e costruito peggio. La trama non decolla mai e una grigia velatura avvolge tutto, facendo sprofondare la narrazione in un caleidoscopio di grige immagini. Paragonato ai miei amati russi (Dostoevskij in testa), credo che Manzoni sia quasi imbarazzante. Si salvano solo l'ambientazione storica e lo stile:ad:. Ora so che mi attirerò una marea di strali con questa discussione, ma volevo vedere se qualcuno la pensasse come me.
 
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elena

aunt member
Qualche mese fa, per colmare una mia lacuna e memore di quel che mi diceva mia mamma ho deciso di affrontare la lettura dei Promessi Sposi. Ricordo che a 14 anni l'avevo odiato, ora dopo una laurea in letteratura russa e la specializzazione in letterature moderne comparate che sta per arrivare pensavo di cambiare giudizio. Invece no. L'ho trovato brutto e noioso come allora. Trama incerta interrotta da pesanti divagazioni, a tratti grottesche e imbarazzanti, sulla Divina Provvidenza; personaggi che piuttosto che veri caratteri sembrano steriotipi costruiti in funzione del messaggio cattolico dell'autore. Un libro, a mio modestissimo parere, concepito male e costruito peggio. La trama non decolla mai e una grigia velatura avvolge tutto, facendo sprofondare la narrazione in un caleidoscopio di grige immagini. Paragonato ai miei amati russi (Dostoevskij in testa), credo che Manzoni sia quasi imbarazzante. Si salvano solo l'ambientazione storica e lo stile:ad:. Ora so che mi attirerò una marea di strali con questa discussione, ma volevo vedere se qualcuno la pensasse come me.

Anche io avevo in mente di rileggere I Promessi Sposi con occhi diversi da quelli con cui l'ho fatto nei remoti tempi scolastici, per comprendere meglio il valore di questa opera. Sinceramente ancora non mi sono cimentata in questa impresa, ma vorrei farlo al più presto..... anche se, dal tuo commento, credo di non modificare di molto la mia opinione.
Io non ne ho un ricordo negativo anche se, all'epoca, avevo vissuto con una certa insofferenza l'onnipresente messaggio cattolico che condiziona trama e personaggi. Ricordo con piacere l'ambientazione storica ed alcune descrizioni molto accurate di luoghi ma soprattutto dei vari attori.
E' sempre difficile comparare autori diversi, ma sicuramente l'opera di Manzoni non può avvicinarsi a quella di Dostoevskij, soprattutto perché il grande maestro russo incentra molto la sua attività sull'analisi introspettiva dei personaggi: anche per questo io continuo a percepirlo come "attuale" e non "datato", come forse può interpretarsi il testo di Manzoni.
 

Dorylis

Fantastic Member
Anche io avevo in mente di rileggere I Promessi Sposi con occhi diversi da quelli con cui l'ho fatto nei remoti tempi scolastici, per comprendere meglio il valore di questa opera. Sinceramente ancora non mi sono cimentata in questa impresa, ma vorrei farlo al più presto..... anche se, dal tuo commento, credo di non modificare di molto la mia opinione.
Io non ne ho un ricordo negativo anche se, all'epoca, avevo vissuto con una certa insofferenza l'onnipresente messaggio cattolico che condiziona trama e personaggi. Ricordo con piacere l'ambientazione storica ed alcune descrizioni molto accurate di luoghi ma soprattutto dei vari attori.
E' sempre difficile comparare autori diversi, ma sicuramente l'opera di Manzoni non può avvicinarsi a quella di Dostoevskij, soprattutto perché il grande maestro russo incentra molto la sua attività sull'analisi introspettiva dei personaggi: anche per questo io continuo a percepirlo come "attuale" e non "datato", come forse può interpretarsi il testo di Manzoni.

In prima superiore npn sopportavo Manzoni, ricordo che mi era pesante e sgradito. L'anno scorso, per un tema piuttosto complesso da fare a Natale, ho dovuto rileggere alcune parti dei Promessi Sposi. Le domande guidate di analisi mi hanno fatto cogliere alcuni aspetti che a 14 anni avevo tralasciato e così mi sono appasionata tanto da finirlo tutto. Un capolavoro! Sicuramente è un'opera da leggere in un momento tranquillo con la mente libera. Il messaggio cristiano non l'ho trovato sgradevole, anzi era strettamente interconnesso con l'idea che mi ero fatta dei personaggi, così banali ma allo stesso tempo così affascinanti! Inutile dire che l'Innominato e la Monaca di Monza sono i miei preferiti!
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
io lo sto studiano a scuola(ho 15 anni..) ..e nn lo trovo così orrendo...certo a volte è un po' noioso però in fondo manzoni ha fatto una buona opera...per essere dell'800
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Non mi sono mai cimentata ne I promessi sposi oltre l'obbligo scolastico e quindi non saprei valutare che tipo di giudizio darei con la mia esperienza di lettrice di oggi.
Calarsi nel ruolo di semplice lettore con un'opera così famosa, studiata, rappresentata, commentata non deve essere facile, sia perchè cerchi conferme e sconferme a quello che hai appreso, tuo malgrado, sull'opera fino a quel momento.
Spesso ho pensato di prenderla in mano e sempre mi sono scoraggiata, il tuo topic potrebbe essere la conferma che magari non ho del tutto sbagliato :)
 

Lauretta

Moderator
i Promessi Sposi sono un'opera complessa..non me la sento di dire se sono brutti o belli... letti in seconda superiore, poi nell'estate della terza per piacere personale, visto che a scuola non avevamo finito di leggerli, come sempre.......:W e riletti in quinta superiore come obbligo scolastico per studiare Manzoni.

ci sono delle parti ecessivamente dispersive e troppo descrittive per me. Come la notte nella foresta a cui si dedica un intero capitolo forse è un po' troppo..
Invece ho trovato piacevoli da leggere sia la digressione sulla storia di Fra Cristoforo sia quella della Monaca di Monza.

Ma il pezzo più bello in assoluto è quello della piccola Cecilia che è l'icona dell'epidemia di peste.....è poesia quel pezzo!!!!

magari un giorno li rileggerò.....
 

Alfredo_Colitto

scrittore
Per me il grande merito di Manzoni sta nel fatto di aver portato in italia il romanzo. Prima di lui non esisteva nel nostro paese. Manzoni ne ha intuito le potenzialità ed è stato un pioniere.
Ha preso una lingua abituata solo alla poesia e l'ha piegata alla prosa. Non era un compito facile, tanto di cappello.
Detto questo, se lo confrontiamo con i grandi romanzieri di altri paesi, da Swift a Sterne, Stendhal, Balzac, Dostoevskij, ci fa una ben magra figura...
 

Masetto

New member
L'ho trovato brutto e noioso come allora.
Noioso? I capitoli sulla peste, i viaggi di Renzo, la notte degli imbrogli, tutta la parte dell'Innominato, il passaggio dei Lanzichenecchi tu li trovi noiosi?

Trama incerta interrotta da pesanti divagazioni, a tratti grottesche e imbarazzanti, sulla Divina Provvidenza
Incerta dove? Imbarazzanti in cosa?

personaggi che piuttosto che veri caratteri sembrano steriotipi costruiti in funzione del messaggio cattolico dell'autore.
L'Innominato non è un vero carattere? E Don Abbondio? E Gertrude?

Un libro, a mio modestissimo parere, concepito male e costruito peggio.
Costruito male? Che errori di costruzione ci vedi? In cosa i particolari non sono coerenti con le idee portanti del romanzo?

un caleidoscopio di grige immagini.
Grigi i capitoli iniziali? Quelli dell'Innominato? Quelli sulla peste? Quelli del lazzaretto?

Si salvano solo l'ambientazione storica e lo stile
Come se fosse poco! Secondo te l'unanimità della critica italiana ed estera nel considerare Manzoni un grande scrittore non significa nulla? Prova a leggere i commenti di Attilio Momigliano, Personaggi dei Promessi Sposi di Luigi Russo, il commento di Goethe, gli interventi di Calvino e poi dimmi se continui a non vedere i numerosissimi pregi di questo libro.
 
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Masetto

New member
se lo confrontiamo con i grandi romanzieri di altri paesi, da Swift a Sterne, Stendhal, Balzac, Dostoevskij, ci fa una ben magra figura...
Dostoevskij è più profondo. Gli altri hanno idee molto diverse dalle sue.
Ma stilisticamente Manzoni non è inferiore a nessuno di loro. Anzi, ha molta più fantasia e misura di Stendhal e sa essere più delicato ed espressivo di Balzac.
 

Elena.90

Curly member
L'anno scorso a scuola ho dovuto leggerlo senza però riuscire a finirlo, perché la classe si è ammutinata e la prof ha dovuto cambiare libro.
Io sono arrivata all'arrivo di Renzo a Milano (praticamente neanche la metà, credo) però mi ricordo che ero rimasta colpita molto positivamente:

la storia mi sembra geniale nella sua (apparente) semplicità: due poveracci vorrebbero sposarsi ma il cattivo di turno ci si mette in mezzo e allora iniziano i guai.

le ambientazioni sono descritte minuziosamente: mi rendo conto che per molti trovino noiosi questi lunghi passaggi, ma a me piace che la mia immaginazione venga "guidata" dall'autore alla scoperta di luoghi che da allora sono molto cambiati.

i personaggi saranno anche stereotipati, ma è bello il modo in cui Manzoni riesca a "fotografarli" con flashback e brevi cenni alla loro storia personale.

Per quanto riguarda i continui richiami alla Provvidenza... Avrebbe anche potuto fare a meno di ripeterlo così tante volte!
 

Mukusuluba

New member
Io non sono esperta in materia letteraria, non so elaborare critiche nè argomentare profonde deduzioni..

Parlo come una semplice lettrice, che difficilmente riesce ad essere interessata da una trama e che non riesce a finire un libro che non gradisce nemmeno sotto tortura.

Ecco, i Promessi Sposi per me rientrano nella categoria della "noia mortale".
Sì, va bene, sono sciocca e sempliciotta, non so cogliere gli aspetti innovativi, la costruzione dei personaggi e della trama... Ripeto, parlo da lettrice: mi sono annoiata terribilmente, ho saltato paragrafi e pagine, mi sono imposta di finire la lettura (anche per me si tratta comunque di una "rilettura", dopo lo studio scolastico) nonostante tutto, ma non ci sono riuscita.
Mi tedia, mi annoia, mi addormenta, come altro posso dire..
Stilisticamente e tecnicamente potrà anche essere un capolavoro, ma sinceramente, trattandolo come un qualsiasi romanzo, non mi è piaciuto affatto.
Non mi è piaciuta la trama, non mi sono piaciuti i personaggi.

L'unico aspetto divertente è che "Promessi Sposi" mi ricorda la Monaca di Monza e a sua volta la Monaca di Monza mi ricorda Lopez in una celeberrima interpretazione. :mrgreen:
 

Alfredo_Colitto

scrittore
Dostoevskij è più profondo. Gli altri hanno idee molto diverse dalle sue.
Ma stilisticamente Manzoni non è inferiore a nessuno di loro. Anzi, ha molta più fantasia e misura di Stendhal e sa essere più delicato ed espressivo di Balzac.

Permettimi di dissentire, Masetto. Naturalmente come sempre è questione di gusti, ma per me tra Stendhal e Manzoni c'è una bella differenza (a favore di Stendhal, ovvio). In quanto a Balzac, quello che dici può essere vero, ma solo in alcuni punti, mentre in altri precipita. Balzac invece forse non ha altrettanta delicatezza ma scrive sempre a un livello medio piuttosto alto.
 

Handreaar

New member
Mi permetto una considerazione pure io: personalmente non amo Stendhal, trattasi però di un gusto personale; o se vogliamo di pura arbitrarietà. No! Non amo il francese, mentre per il Manzoni, pur letto molti anni or sono, ho un debole. No, no personalmente, c'è una bella differenza (per Manzoni, è ovvio).
 

Masetto

New member
Permettimi di dissentire, Masetto. Naturalmente come sempre è questione di gusti
Giusto :)

per me tra Stendhal e Manzoni c'è una bella differenza (a favore di Stendhal, ovvio). In quanto a Balzac, quello che dici può essere vero, ma solo in alcuni punti, mentre in altri precipita. Balzac invece forse non ha altrettanta delicatezza ma scrive sempre a un livello medio piuttosto alto.
Ma dove esattamente "precipita" Manzoni? A me pare piuttosto Stendhal che, alla fine de Il rosso e il nero cade nel romanticismo più becero mostrandoci una ragazza che conserva la testa dell'amante morto. Senza contare che lungo tutto il suo romanzo l'amore è sempre un sentimento fortissimo, travolgente e irresistibile, mentre nella realtà assume intensità diversissime e sfumature in numero infinitamente maggiore. Per questo dico che Manzoni ha più misura. Inoltre lui esplora una gamma di sentimenti e problemi morali molto più ampia di Stendhal, che mi pare invece limitarsi all'amore travolgente e all'ambizione divorante, e lo fa con una ricchezza d'invenzione assai maggiore (basta ricordare le più belle similitudini del romanzo, o la contenuta pietà con cui descrive il paese devastato dalla peste).
 

Lucripeta

New member
Per me sono il parossismo della noia.

Al liceo il programma vi dedicava qualche ora il secondo anno ma penso sarebbe stato meglio approfondire qualche altra grande opera come La Gerusalemme liberata, l'Orlando furioso, oppure anticipare lo studio della Divina Commedia.

Lessi da qualche parte che perfino qualche secolo fa, quando la lettura era spesso l'unico passatempo, molti non riuscirono a finirlo.
 

brunilde

New member
Vladimir, ti ringrazio per avermi dato l'"input" per iniziare a leggere "I fratelli Karamazov". Sono anni (ormai) che giace sulla libreria. Lo spolvero tutte le mattine insieme agli altri libri non letti.:)
 

brunilde

New member
Lucripeta credo che tu abbia ragione! Bisogna trovare dei luoghi adatti per accingersi a leggere quei mattoni e tra questi annovero Conrad: Cuore di tenebra - non lo reggo - e Dickens: David Copperfield.:W
 

Masetto

New member
vorrei aggiungere il limite del linguaggio dei personaggi manzoniani, troppo lontano da quello reale; tale limite, come quelli sopracitati, trova ascolto in moti critici letterari.
Quali critici? Tutti quelli di cui ho letto qualcosa in proposito dicono invece che una delle più importanti innovazioni del Manzoni è stata proprio di aver sostituito il tono aulico della nostra letteratura d’allora col parlato realistico e colloquiale dei suoi personaggi (in special modo Don Abbondio).

"nei promessi sposi sono gli spiriti superiori come P. Cristoforo e il card. Borromeo che agiscono sugli inferiori e sanno sempre trovare per loro la parola che illumina e guida ...."
Non è così. E’ vero che gli “umili” manzoniani si affidano in genere alla guida spirituale di Padre Cristoforo, del Cardinale etc. (ed è normale che sia così), ma sanno anche pensare indipendentemente e formulare loro stessi giudizi ed idee. Ecco qualche esempio. Agnese nel capitolo XXXVII:
<< Agnese trovò ogni cosa come l'aveva lasciata. Sicché non poté far a meno di non dire che, questa volta, trattandosi d'una povera vedova e d'una povera fanciulla, avevan fatto la guardia gli angioli.- E l'altra volta, - soggiungeva, - che si sarebbe creduto che il Signore guardasse altrove, e non pensasse a noi, giacché lasciava portar via il povero fatto nostro; ecco che ha fatto vedere il contrario, perché m'ha mandato da un'altra parte di bei danari [i cinquanta scudi dell’Innominato], con cui ho potuto rimettere ogni cosa. Dico ogni cosa, e non dico bene; perché il corredo di Lucia che coloro [i Lanzichenecchi] avevan portato via bell'e nuovo, insieme col resto, quello mancava ancora; ma ecco che ora ci viene da un'altra parte. Chi m'avesse detto, quando io m'arrapinavo tanto a allestir quell'altro: tu credi di lavorar per Lucia: eh povera donna! lavori per chi non sai: sa il cielo, questa tela, questi panni, a che sorte di creature anderanno indosso: quelli per Lucia, il corredo davvero che ha da servire per lei, ci penserà un'anima buona [la vedova che Lucia ha conosciuto al Lazzaretto], la quale tu non sai né anche che la sia in questo mondo.- >>
E durante il colloquio col Cardinale, parlando del guai di Renzo a Milano, dice:
<< -Chissà che imbroglio avran fatto laggiù, che cabale? I poveri, ci vuol poco a farli comparir birboni.- -E’ vero purtroppo– disse il cardinale >>. Addirittura è lei ad essere subito più franca di Federigo Borromeo, a denunciare per prima la brutta verità!
Ai due umili protagonisti è affidato addirittura il famoso “sugo” di tutta la storia:
<< Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione, ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani, e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benchè trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. >>
Ci sono vari altri esempi, ma per brevità mi limito a questi. Certo Gramsci, da buon comunista, avrebbe voluto di più, magari qualche cenno di coscienza di classe. Ma in realtà non c’è tantissima differenza tra Manzoni e Tolstoj nel modo di guardare gli umili, perché anche Manzoni è convinto che nel cuore di ogni uomo alberghi Dio, e che quindi anche i poveri siano depositari della virtù cristiana. Anzi, lo sono anche più dei potenti, la maggior parte dei quali nel romanzo sono, con varie sfumature, personaggi negativi. Tra cui non pochi religiosi.
 
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oea

New member
Anche io avevo in mente di rileggere I Promessi Sposi con occhi diversi da quelli con cui l'ho fatto nei remoti tempi scolastici, per comprendere meglio il valore di questa opera. Sinceramente ancora non mi sono cimentata in questa impresa

Quoto Elena.
Anche io non mi sono mai deciso, dopo i tempi del Liceo, a rileggere "I Promessi Sposi". Paura di annoiarmi, come mi annoiai allora.
Sono convinto che un libro che non vale la pena di rileggere, non era degno di essere letto neppure la prima volta. E se mi annoiassi ancora, nonostante siano aumentate negli anni (credo) le mie capacità di lettura critica e consapevole (almeno un poco), dovrei concludere che non valeva la pena neppure leggere "I Promessi Sposi" al liceo. E non vorrei, proprio non vorrei, arrivare a pensare questo dell'opera di Manzoni.
 
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