Pancheri, Paolo - Stress, emozione e malattia

lillo

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Visto che in un thread si è parlato di emozioni; mi è sembrato utile postare questo libro che ho studiato durante il mio corso di laurea e che può aiutare a capire cos'è l'emozione per la scienza.
L'autore si chiamava Paolo Pancheri ed è stato direttore della cattedra di Psichiatria all'Università di Roma fino all'agosto del 2007.
La sua opera di medico e di scienziato si è concentrata nel tentativo di ricondurre l'individuo all'unità psico-fisica e quindi ad una visione "olistica", per tanto tempo dimenticata.
Infatti se da una parte ci sono medici ad impronta meccanicistica, che vedono l'individuo come una macchina che risponde solo a leggi fisiche e che ogni tanto si può guastare, necessitando quindi di una qualche riparazione, dall'altra c'è la visione esclusivamente psichica dell'individuo in cui l'emozione si identifica esclusivamente con la coscienza, eliminando in tal modo il rapporto tra psiche e soma.
Scrive Pancheri nell'introduzione: "in realtà l'uomo, come qualsiasi essere vivente, è parte integrante del mondo che lo circonda, è prodottto e modellato da esso e contribuisce, con la sua esistenza, a modificarlo a sua volta. Le emozioni sono il meccanismo fondamentale di questo scambio continuo tra individuo ed ambiente che aumenta la possibilità di sopravvivenza e di adattamento del singolo e della specie".
Pertanto, le emozioni sono una serie di risposte o reazioni che l'individuo mette in atto, a causa di stimolazioni psicosociali o simboliche.
L'uomo, a differenza di altre specie animali, è caratterizzato dal fatto che talvolta una stimolazione determina un'attivazione emozionale prolungata nel tempo. Mentre gli altri animali tendono a reagire ad una stimolazione minacciosa con l'attacco o la fuga, o di fronte ad uno stimolo di tipo riproduttivo con comportamenti immediati (ad esempio l'atto sessuale), l'uomo, in conseguenza di minacce simboliche o per l'elevata complessità dei rapporti sociali, può tendere a non dare una risposta immediata all'attivazione emozionale determinando in tal modo il perdurare dello stimolo.
Dice Pancheri che tale cronicizzazione comporta "un prezzo elevato da pagare", rappresentato dalla maggior tendenza dell'individuo a sviluppare malattie su base psicosomatica.
In effetti numerosi studi hanno dimostrato come ad uno stimolo emozionale si venga a determinare la liberazione di numerose sostanze endogene (ossia prodotte dall'organismo stesso), che non solo agiscono a livello del cervello, ma che sono in grado di agire anche a livello di vari apparati e la cui azione, perdurando nel tempo, può provocare anche malattie organiche.
Un grande contributo alla soluzione di tali problematiche è stato dato dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale che insegna proprio ad evitare questa cronicizzazione nociva dello stimolo emozionale, cercando di insegnare all'individuo come "costruire" una risposta comportamentale a tali stimoli, determinando in tal modo una riduzione degli effetti nocivi di essi sia a livello psichico che fisico.
Reputo questo testo di notevole importanza proprio perchè è riuscito a coniugare la componente psichica con la componente organica dell'individuo, abbattendo quella dicotomia tra mente e corpo che per troppo tempo ha dominato la medicina.
 

brunilde

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Paolo Pancheri ha fatto parte di una commissione di psichiatri (tra gli altri anche Giovanni Battista Cassano) nominata Il 13 Marzo 1996, per stabilire la liceità della terapia elettroconvulsivante o elettroshock. La conclusione a cui sono giunti questi "esperti" è la seguente: "Tenuto conto che la terapia elettroconvulsivante pone controindicazioni di natura strettamente medica alquanto limitate, non provoca danni fisiologici e ha effetti collaterali moderati e circoscritti nel tempo (...) ritiene che nelle patologie riportate questo intervento rappresenti un presidio terapeutico di provata efficacia, la cui rinuncia aumenterebbe il rischio di peggioramento e di morte del paziente". Nessun accenno al consenso informato, alle precauzioni, ai rischi di abuso. Dunque elettroschock libero.
 

brunilde

New member
Paolo Pancheri era uno psichiatra organicista, di quelli che riempiono di psicofarmaci (per intenderci).
Fonti da: Manicomio Italia di Franco Stefanoni Editori Riuniti.
 

lillo

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L'uso dell'elettroshock viene ben indicato in wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_elettroconvulsivante
ovviamente, come per tutte le metodiche diagnostiche e terapeutiche in medicina è obbligatorio il consenso informato scritto da parte del paziente, più complicato diventa il problema etico e lgale nel caso di pazienti non in grado di dare tale consenso. Non poteva essere Pancheri nè nessun altro ad interferire su questo elemento fondante dell'atto medico e che ne determina la liceità in associazione alla motivazione dell'atto medico stesso di migliorare le condizioni del malato.
Per quanto riguarda l'uso dei farmaci nella psichiatria, sono convinto che questi, in diversi casi, siano imprescindibili nel trattamento di alcune patologie psichiatriche a cui certamente va associato o seguito il trattamento psicoterapeutico. Credo che psicopatologie quali le psicosi maniaco-depressive gravi o alcune forme di schizofrenia (chiedo scusa se non uso la classificazioine del DSM IV, ma lo faccio per evitare inutili (qui)termini medichesi) non possono non essere trattate senza l'ausilio della farmacoterapia. Mi sono trovato in diverse occasioni della mia vita professionale ad usarli, e se non lo avessi fatto, secondo me, avrei messo a rischio l'incolumità o la vita del paziente.
Diverso certamente è il concetto dell'abuso che si fa degli psicofarmai, ma quasi mai questo è dovuto all'azione scriteriata di medici incoscienti, ma molte volte è determinato dall'automedicazione del paziente stesso.
 

oea

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Discussione interessante, ma forse sono pochi i forumisti pronti ad affrontare gli inevitabili argomenti tecnici che bisognerebbe avanzare per permettere approfondimenti.
Mi limito a segnalare che esiste ormai un settore di ricerca che valuta l'efficacia di tutti gli interventi psichiatrici (psicologici e framacologici) con metodi di studio rigorosi, e che uno dei risultati più interessanti riguarda la prova che combinare psicoterapia (dialogo) e farmacoterapia permette i risultati migliori in una serie di disturbi emotivi.
Sulle emozioni come ponte fra la dimensione psichica e quella corporea, si sa ormai molto grazie alle neuroscienze. Esiste un'importante collana di libri di "neuroscienza affettiva" della Oxford University Press, e persino un settore della psicoanalisi dedicato all'argomento, chiamato "neuropsicoanalisi".
Paolo Pancheri è stato uno studioso italiano che ha dato un contributo a questo argomento, ma i suoi libri non sono divulgativi. Per una buona divulgazione, per di più letterariamente pregevole, consiglio i libri di Oliver Sacks, tutti tradotti, tutti godibilisimi, dal famoso "Risvegli" (ne è stato tratto il film con DeNiro) a "Su una gamba sola" a "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello". Il secondo dei tre, che racconta un'esperienza autobiografica, illustra in maniera efficacissima i rapporti fra esperienza soggettiva, malattie del corpo e influenza della psiche sui processi di cura e di guarigione, rapporti che sono mediati ampiamente dalle emozioni.
 
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