Pastor, Ben - Lumen

Roberto

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Cracovia 1939, primi giorni dell'invasione nazista. Acquattato nel chiostro di Nostra Signora delle Sette Pene, un misterioso assassino spezza la vita della reverenda Kazimierza, madre superiora dello stesso convento. L'omicidio della badessa suscita grave imbarazzo sia nelle autorità tedesche che nel clero polacco. Madre Kazimierza era molto più che una suora: aveva ricevuto le stigmate e dato prova di possedere una miracolosa capacità profetica. Il capitano Martin Bora, dei servizi di sicurezza tedeschi, e padre John Malecki, un sacerdote di Chicago alle dipendenze dirette del Vaticano, cercheranno di sciogliere l'enigma di questo crimine che sfiora il sacrilegio.

Bello... ma più che un giallo è un libro storico, che in questi giorni dedicati alla memoria della Shoah è perfetto.:wink:
 

elena

aunt member
Cracovia 1939, primi giorni dell'invasione nazista. Acquattato nel chiostro di Nostra Signora delle Sette Pene, un misterioso assassino spezza la vita della reverenda Kazimierza, madre superiora dello stesso convento. L'omicidio della badessa suscita grave imbarazzo sia nelle autorità tedesche che nel clero polacco. Madre Kazimierza era molto più che una suora: aveva ricevuto le stigmate e dato prova di possedere una miracolosa capacità profetica. Il capitano Martin Bora, dei servizi di sicurezza tedeschi, e padre John Malecki, un sacerdote di Chicago alle dipendenze dirette del Vaticano, cercheranno di sciogliere l'enigma di questo crimine che sfiora il sacrilegio.

Bello... ma più che un giallo è un libro storico, che in questi giorni dedicati alla memoria della Shoah è perfetto.:wink:

Molto interessante! Parli di libro storico....ma è quindi basato su una storia vera e su fonti attendibili?
 

Roberto

Member
ti copio incollo uno stralcio di una intervista alla scrittrice:

Signora Pastor, sappiamo che Lei è nata e cresciuta in Italia e vive da 25 anni negli Stati Uniti. Che cosa l' ha portata a scegliere per il Suo libro un'ambientazione così particolare, la Polonia e Cracovia?
BP: Ho sempre nutrito viva curiosità nei riguardi della Polonia, una nazione al crocevia tra l'est e l'ovest europeo, in ogni senso. Ogni luogo di confine, ci insegnano gli antichi, è un luogo sacro, con tutto quello che la sacralità comporta. Detto questo, i primi giorni della seconda guerra mondiale in Polonia, dove le stragi dei civili e l'Olocausto stesso ebbero il loro inizio, mi sono sembrati tremendamente significativi. Cracovia, poi, è città colta e splendida, con una forte tradizione di esoterismo ebraico, che la rende ancora più affascinante.

MP: Pur rispettando le regole del giallo, leggendo "Lumen" è chiaro che Lei si proponeva di andare al di là dei limiti di un romanzo di genere. E' per questo che ha scelto il 1939, l'inizio dell'epoca forse più drammatica del secolo che si è appena concluso, per inserire una storia dentro la Storia?
BP: La Storia è forse il protagonista ombra del romanzo: o forse è l'ombra dietro ogni personaggio, inclusi i due protagonisti. Tutto, infatti, in "Lumen", dipende dal momento storico, che ha un effetto enorme sull'ufficiale tedesco ed il prete cattolico che formano la coppia investigativa. Se è possibile creare (o ricreare) una memoria cosciente del secolo appena passato attraverso un romanzo, secondo me è doveroso cercare di farlo. Non come fredda o arrogante didattica, ma come partecipazione ansiosa e sincera della Storia che ci ha reso - nel bene e nel male - come siamo oggi.

MP: Sarà difficile, per chiunque legga il Suo libro, dimenticare il personaggio di Martin Bora, il capitano di 27 anni che esce completamente cambiato dopo quei tre mesi passati in Polonia. C'è una figura vera a cui si è ispirata?
BP: Martin Bora: il suo più vicino modello storico e' il colonnello Claus Graf Shenck von Stauffenberg, figura centrale del fallito attentato contro Hitler il 20 luglio del '44. Un aristocratico di fede cattolica, conservatore ma generosissimo ed eroico, Stauffenberg e' da tempo uno dei miei eroi. Ma attraverso Martin (che nonostante la sua ortodossia discende da Katarina von Bora, moglie di Martin Lutero, e spartisce il nome con il simpaticissimo santo soldato) posso anche "fare" quello che non so fare nella mia vita quotidiana: infatti, e' uno studioso di filosofia, un pianista provetto, un eccellente cavaliere... e naturalmente un investigatore infallibile, o quasi!
 
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