È superabile del punto di vista formale i romanzo?

Vladimir

New member
L'affermazione del romanzo nel Medioevo, probabilmente è stata la più grande rivoluzione letteraria della storia. I primi romanzi moderni direi che sono della fine del 1100 (basti leggere il Perceval di Chrétien de Troyes in cui l'eroe è già problematico e si fa delle domande). Il genere ha continuato ad evolversi fino all'800 dove è diventato la grande epopea della borghesia, e da allora la forma è sempre restata quella. Secondo voi è superabile questo tipo di narrazione? Se si in che modo?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Scusa Vladimir, ma non mi è chiara la domanda :?

superabile il romanzo, inteso come storia in prosa raccontata su un supporto?
 

franceska

CON LA "C"
L'affermazione del romanzo nel Medioevo, probabilmente è stata la più grande rivoluzione letteraria della storia. I primi romanzi moderni direi che sono della fine del 1100 (basti leggere il Perceval di Chrétien de Troyes in cui l'eroe è già problematico e si fa delle domande). Il genere ha continuato ad evolversi fino all'800 dove è diventato la grande epopea della borghesia, e da allora la forma è sempre restata quella. Secondo voi è superabile questo tipo di narrazione? Se si in che modo?

:? Scusa ma non ho capito bene. Se intendi che il narrare la grande epopea della borghesia non sia stata ancora superata (non credo proprio) oppure se si sia evoluta solo tra l'800 e il 1100 e poi non sia successo altro (non credo neppure questo) scusa ma la tua domanda un pò contorta mi intriga ma perdona la mia ignoranza e spiegati meglio :boh:
 

Vladimir

New member
Mi spiego meglio: il genere principe che ha dominato l'antichità era la tragedia, e in generale in genere teatrale. Con la caduta dell'Impero romano, la tregedia è andata man mano spegnendosi (era già in una crisi pesantissima ai tempi di Marco Aurelio) e hanno cominciato ad affermarsi generi quali l'agiografia, e l'epica. Quest'ultima, sebbene sia sempre esistita, nell'Età di mezzo ha avuto un'evoluzione importante, sia per scopi politici (spesso serviva a legittimare l'ordine esistente), sia per avanzamento della percezione e della teoria estetica. Nel 1155 un chierico normanno, tal Robert Wace, presentò alla corte inglese di Enrico II Plantageneto un testo chiamato Roman de Brut. Trasposizione e ampliamento in volgare della cronaca Historia Regum Britanniae del
monaco Goffredo di Mountmouth, questo testo narra le mirabolanti gesta di Brut, condottiero discendente di Enea e antenato di Artù,
eponimo di Bretagna. Fu una bomba atomica: per la prima volta
invece una narrazione ciclica e articolata in lasse similari e
autonome che permettevano la ripetizione della stessa scena 4 o 5
volte, come nella canzone di gesta, si ha una catena concatenata
di eventi, e sebbene il testo sia un ricettacolo di mirabolandi
corbellerie, la narrazione prende un andamento di tipo causale. Ma
non è tutto: nel 1170 esce il primo romanzo di Chrétien de Troyes,
massimo poeta del Medioevo romanzo assieme a Dante. Con la sua
opera l'eroe del romanzo non è più guidato dal destino ineluttabile, da presagi, da predestinazioni, dal caso, ma assume un ruolo attivo, ha una volontà, una psicologia, una coscienza verso e per il mondo che lo circonda. Insomma la narrazione da monologica diventa dialogica. Verso la metà del XIII secolo i romanzieri scelgono per vari motivi, (non sto a dilungarmi sul perché e il percome), di cominciare a utilizzare la prosa: questa sarà l'ultima grande innovazione nella storia del romanzo. Col tempo naturalmente la forma si è affinata, i personaggi si sono fatti più complessi, la descrizione delle ambientazioni più realistica ecc... ma fondamentalmente l'evoluzione si è fermata. Si è trattato più che altro di un affinamento di ciò che è stato fatto in quei pochi decenni dell'Età di mezzo. Ora pensate che si riuscirà ad avere un'evoluzione strutturale nuovamente così grande?

P.S
Scusate se non sono andata più affondo, ma sto scrivendo a braccio e non ho i libri sottomano
 
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elena

aunt member
Secondo me hai approfondito nel modo giusto la tematica: ora è chiara anche a me :D!!!
Come hai detto tu, il romanzo ha avuto un'evoluzione evidente nel corso dei secoli, modificando ed affinando tecniche, contenuti e prospettive.
Oggi non è immediatamente percepibile alcuna innovazione sensazionale.
Non penso, però, che questo denoti una decadenza del genere: credo che il romanzo continui ad avere un'importanza fondamentale nella letteratura anche perché è duttile e riesce ad adattarsi alle esigenze e alla realtà dei periodi storici.
E' vero che dall'800 è diventato la grande epopea della borghesia ma oggi non credo si fondi solo su questo......ne sono una dimostrazione i romanzi che svolgono una funzione di denuncia o hanno una connotazione politica o sono comunque legati a tematiche proprie della società attuale.
I saggi sono un notevole ausilio per approfondire alcuni aspetti.....ma non credo possano mai sostituire il piacere di leggere alcune storie e vicende nate e costruite in base alla fantasia e alla capacità dell'autore che riescono comunque a trattare argomenti profondi e importanti.
 

annaluna

New member
Io credo che, essendo noi nel tempo del romanzo, non possiamo vedere oltre esso, ma qualcosa sta cambiando, per come fruiamo il mondo in maniera diversa attraverso gli schermi e i media e internet..
 
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