Benni, Stefano - Achille piè veloce

risus

New member
Protagonisti di questo libro sono due personaggi "omerici", almeno nel nome.

Ulisse è un giovane scrittore ormai poco ispirato con poca voglia di leggere gli "scrittodattili" inviati da aspiranti scrittori alla casa editrice -sull'orlo del fallimento- per cui lavora. E' fidanzato con Pilar (Penelope?!?), la "Tipica Bellezza Latina Senza Permesso Di Soggiorno", studentessa cubista. Conduce una vita apatica, monotona, senza entusiasmi.

Achille è un giovane paralizzato a causa di una grave malformazione fisica, un ragazzo pieno di intelligenza, fantasia, intuito che sa apprezzare e godere delle piccole cose che la vita gli concede.

Cosa succede quando i due personaggi così diversi, così contrapposti si incontrano? Davanti ad Ulisse si apre un mondo inatteso... assurdità, vitalità, dolore...
Cambieranno le loro esistenze? Che prezzo dovranno pagare Ulisse per la sua dignità, Pilar per la sua libertà, Achille per la propria vita?

Inutile specificare che il libro mi è piaciuto tantissimo...
Lo stile è il solito di Benni, incisivo, originale, sorprendente, comico senza però banalizzare i drammi dei suoi personaggi.
Il romanzo si legge d'un fiato, coinvolge e fa affezionare ai protagonisti... Benni addolcisce pagine piuttosto crude con gocce di dolcezza ed è capace di far ridere, riflettere, arrabbiare, commuovere, tutto insieme...
... difficile non uscire arricchiti da questa lettura...
 

LucianaT.

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Adoro Benni, è geniale nel suo stile. Achille piè veloce è senz'altro il più dolce/amaro tra i suoi libri, spunto di forte riflessione per me, non lo considero però tra i suoi migliori.
 

Dorylis

Fantastic Member
Stile graffiante, quasi irriverente, idee originali e mai banali, personaggi epici nella loro piccolezza, devo dire che Benni con questo suo modo di scrivere dolce-amaro mi ha colpito in modo positivo! E' il primo libro che leggo suo!
 

Meri

Viôt di viodi
Primo libro che leggo di questo autore e mi ha colpito molto, non tanto la trama, forse prevedibile, ma la capacità con cui Benni riesce a descrivere una situazione triste e irreversibile riuscendo a far sorridere il lettore. Stile oserei dire impeccabile.:ad:
 

fouRags

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Scritto egregiamente, come (quasi) sempre, però la trama non mi ha convinto molto. 3/5

EDIT
ops, per sbaglio ho cliccato e votato 2
 

lemmi

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Ulisse, scrittore mediocre di un unico libro, legge “scrittodattili” per una piccola casa editrice di periferia sull’orlo della bancarotta. È fidanzato ufficialmente con Pilar (o Penelope?), ragazza sud americana senza il permesso di soggiorono, impiegata allo Shopping Eden durante il giorno ma cubista alla sera per sbarcare il lunario. Ufficiosamente intorno a lui ruotano altre figure femminili di cui non disprezza le attenzioni, tra le quali Circe “ricciolibelli”, audace segretaria della casa editrice, con la quale trascorre alcuni momenti di effimera felicità senza, tuttavia, condividere alcun sentimento.

Achille, ragazzo deforme colpito da una sconosciuta malattia e dalla incompetenza dei medici, vive nella semi oscurità della sua camera, nell’antica casa di famiglia, assistito da una devotissima madre. Parla poco e si serve della tastiera per esprimere i propri pensieri. Avido di ogni brandello di vita che fuoriesce dalle parole di Ulisse durante le sue visite, sulle quali, successivamente, costruisce, fantasticando, un’altra esistenza.
Intorno ai due protagonisti si srotolano tutta una serie di altre figure che vanno dai personaggi degli scrittodattili, al medico, a Vulcano l’editore, a Febo, viscido fratello di Achille.


Il libro è caratterizzato da tinte fosche, narra dell’intima vicenda di Achille, a tratti in modo irriverente, e del suo amico Ulisse, uomo sostanzialmente poco soddisfatto delle relazioni che intrattiene. L’incipit è quello di un classico Stefano Benni che proietta il lettore, nello spazio di una pagina, in un mondo surreale ed onirico. I nomi, omerici, sono sintesi delle personalità di tutti i personaggi anche di quelli minori come l’editore Vulcano e la segretaria Circe. Si contrappongono pagine riflessive, profonde ed ironiche in grado di strappare anche dei sorrisi a pagine più aggressive ed irruente che sfociano, a volte, anche in una volgarità evitabile o, perlomeno, migliorabile. A volte ho avuto l’impressione di leggere testi differenti. Ho trovato più scorrevole la parte centrale del testo. Il pathos cresce moderatamente nella parte finale del testo che, tuttavia, sfocia nelle ultime battutte che ho ritenuto un po’ deboli (sì, okay, suona questo cellulare…ma poi?:W).
Pagine degne di essere lette, alcune davvero molto belle, ma, personalmente, lo consiglierei ad un pubblico selezionato.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Sai cos'è un amico? Uno che non ti vede come un rosario su cui sgranare le proprie assoluzioni, ma come qualcosa di complicato e doloroso che cammina insieme a te, qualcosa che non capisci mai fino in fondo e che ti invade.

Dopo aver letto, divorato sarebbe l'espressione più giusta, mi chiedo perché ho aspettato così tanto a prendere in mano un libro di Benni. Mi è piaciuto molto, era da un pò che non m'imbattevo in uno stile così particolare e ricco, capace di stravolgere la realtà e d'incantare con la sua inaspettata dolcezza.
Merita pure una rilettura!
 

albertozeta

New member
A me quello che non piace di Benni è questa struttura a imbuto per cui i suoi romanzi terminano spesso e volentieri in una festa in cui esplode tutto e i cattivi vengono puniti. APV non fa eccezione ma credo che sia il suo solo difetto importante.
Quello che lo rende unico nella produzione benniana è la chiave malinconica ed il pessimismo di fondo del racconto senza allegri fatalismi, senza camuffamenti.
Achille poi è forse il miglior personaggio di Benni, sicuramente quello meglio costruito ed in cui secondo me Benni ha messo tutto il suo lato più disperato: i suoi dialoghi con Ulisse sono sicuramente i migliori che abbia scritto.
Per me merita ma solo dopo aver letto almeno almeno "La Compagnia dei Celestini" e "Bar Sport", giusto per capire un po' meglio chi sia l'autore.
 
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