Donatangelo, Andrea - L'Angelo delle Tenebre

Buongiorno a tutti,
sono Andrea Donatangelo e vorrei presentarvi il mio primo romanzo: "L'Angelo delle Tenebre", racconto dark fantasy per ragazzi. Vi riporto la trama:


In ogni tempo ed in ogni luogo è sempre esistio il Male. Ad esso sono stati dati i nomi più diversi: Lucifero, Satana, Diavolo, Demonio.
è l'essenza di ogni paura, di ogni oscurità.
Regna nelle zone più profonde della terra. è l'inizio e la fine di ogni azione malvagia.
Solo chi è stato al suo cospetto sa quanto sia crudele la sua natura, ma i pochi che lo hanno incrociato e sono sopravvissuti non sono stati capaci di raccontare quanto hanno visto, privi per sempre di ogni barlume di ragione. Vagano come ombre sulla faccia della terra e di nessuno si ha più notizia.
Un unico uomo è sopravvissuto all'oscurità.
Questa è la sua storia.

Solo l'amore per una donna poté sconfiggere il Male e fare di un uomo una leggenda.

Ambientato interamente nel borgo medievale di Chieti (Abruzzo).

Il libro è disponibile sul sito della casa editrice Deinotera.Link:

http://www.deinoteraeditrice.com/Pubblicazioni/L'Angelo delle tenebre romanzo gotico.htm

Entrerà nei cataloghi delle librerie a breve.

Vi ringrazio per l'attenzione. Per qualsiasi domanda o curiosità sono a disposizione.
 
Ultima modifica di un moderatore:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ciao Andrea, benvenuto tra di noi, il tuo romanzo sembra molto interessante, e ti auguro grandi soddisfazioni.

Posso chiederti quali sono le tue letture? :D
 
Grazie Elisa... colgo l'occasione per mettere il link dell'intervista che mi hanno fatto per "giochi di lingua italiana":

http://giochidilingua.splinder.com/tag/esordienti+nellacquario

Sono un grande amante dell'orrore e non poteva mancarmi Stephen King. Ho letto molti suoi testi. Sono rimasto affascinato dal romanzo:"IT". Ho un debole anche per il fantasy, da quello puro, passando per il dark fino ad arrivare all'urban. Anche qui ho letto molti testi a tema, a partire dal capolavoro di Tolkien.
 
Pensieri...

" I miei sogni ruotano intorno a te. Ho immaginato mille volte di vederti correre nuovamente tra le mie braccia, con il tuo dolce sorriso ed i tuoi occhi carichi di gioia. Sentire le tue braccia sinuose stringersi al mio petto, ho percepito il contatto tra il mio volto ed i tuoi capelli setosi e profumati, quell'odore molto simile alla mirra, che tanto m'inebriava quando stavamo insieme. Peccato che sia tutta un'illusione, un miraggio... Adesso sono solo, seguendo te ho perso tutto quello che avevo, e non sono riuscito a raggiungerti in tempo. Vivo quotidianamente pensando a come terminare la mia esistenza, esistere per morire... Non è male, specialmente se non puoi farlo o se già lo hai fatto e sei rimasto qui. Mi dicono di sforzarmi per arginare coloro che ti hanno strappato via da me, il Male e tutto ciò che ruota intorno ad esso, al fine di evitare altre situazioni come la mia. Però il termine "arginare" non mi piace molto... prediligo di gran lunga parole come "estirpare" o "annientare"... si, decisamente! I vertici non approveranno la mia scelta, ma d'altronde non sono mica un Arcangelo, un servo del Bene...".

L'Angelo delle Tenebre
 
Damnit- la sua storia-

“Adoro osservare il sole tramontare, seduto qui sul davanzale della mia finestra. L'intera vallata ai miei piedi, la campagna che circonda Nottingham è meravigliosa filtrata dai raggi arancioni del sole calante. Il rosso si tinge sul verde delle foglie degli immensi boschi locali. I prati si caricano di una luce romantica, pari solo ai tocchi impressionisti di Monet. Respiro il profumo dei fiori primaverili, le fragranze dei pollini m'inebriano le narici, cullandomi verso il cielo infinito dove le stelle iniziano a fare capolino come tanti lumini appena accesi... Ecco il momento più bello, il potente astro che scompare dietro le dolci colline affusolate. Le tenebre avanzano nei punti coperti dalle spesse fronde, mentre i raggi rossi faticano a resistere all'ascesa dell'oscurità. Il silenzio diventa padrone dell'atmosfera, l'aria si spegne, gli uccelli tacciono, gli animali iniziano a riposare le membra per il giorno seguente. Torno nella mia stanza, tenendo le mani poggiate salde sul marmo grigio del davanzale. Sto per chiudere le ante esterne della finestra, quando scorgo qualcosa di strano muoversi dal profondo di uno dei tanti boschi. Una sagoma umana corre veloce quanto una carrozza trainata da quattro cavalli. Salta un ruscello ed alcuni avvallamenti di terra. La vedo arrampicarsi sulla cima di un grande salice con incredibile agilità. I miei occhi faticano a staccarsi da essa. La figura si guarda intorno, indecisa. Si trova a circa mezzo miglio da me, non può vedermi all'interno della casa, ormai la luce è troppo fioca ed io non ancora accendo nessuna candela. Aguzzo la vista più che posso, anche per me la visuale si sta occludendo. La sagoma scende dalla cima dell'alto albero saltando direttamente al suolo. Accidenti! Un volo di circa sei metri... incredibilmente torna a correre rapida tra i declivi della pianura. Improvvisamente si blocca, come se si fosse accorta di qualcosa. Gira la testa a destra e sinistra, poi il suo sguardo si fissa nella mia direzione. Impossibile! Rimango a scrutarla immobile, ma sento il mio cuore battere forte. Scariche di adrenalina mi spingono a sudare. Cosa succede? Percepisco una forma di pericolo, le mie mani tremano nervose. Ma che diavolo!? L'uomo inizia a ridere indicandomi... mi sta osservando? Sarà frutto della mia immaginazione, siamo separati da centinaia di metri. Non può vedermi! Assurdo! Sento il bisogno di chiudere le ante in legno della finestra, qualcosa dentro di me vuole tutelarmi. Afferro le maniglie in ferro e tiro verso di me... Cerco di fare il meno rumore possibile! Non so perché.. ma mi viene istintivo! Sto per fissare le maniglie in ferro, quando la seconda anta si blocca! Maledizione! Tiro più forte... ma non cambia nulla! Cerco, con tutte le forze, di serrare la finestra, ma fallisco. Qualcosa non va... Una visione improvvisa mi getta nel panico. Cado all'indietro urtando la mia piccola scrivania in mogano. Una mano coperta da un guanto scuro s'insinua tra l'apertura delle due ante. Le dita veloci aprono la serratura della finestra... Rimango paralizzato dalla paura, le ante si spalancano, la campagna è di nuovo visibile ai miei occhi. Deglutisco nervosamente, prima che la sagoma che stavo spiando si siede a gambe incrociate sul mio davanzale , fissandomi...

Non ricordo più nulla di quella sera del 18 aprile 1850, soltanto che mi svegliai dopo circa due settimane con una gran sete... sete di sangue umano!”.
 

Pietro

New member
Andrea, ho letto la tua intervista su Giochi di lingua: anch'io sono un appassionato di Warhammer. Fino a che punto tali libri ti hanno ispirato?
 
Ciao Pietro,

bè sicuramente hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita dal lato fantasy. Diciamo che le figure dei protagonisti delle novelle incarnano molto bene l'idea che ho di personaggio del bene, da Gilead a Gotrek (non so se li hai letti...).

Se hai altre domande chiedi pure...
 
Il Disguido - tra l'Angelo Oscuro e un Arcangelo-

“Che cosa ho combinato!? Sento le grida degli adepti incappucciati. Una decina di persone che si disperano con le mani sulla testa tutte intorno a me. Le loro voci sono confuse, a metà tra lo stupore e timore. Mi toccano, mi spingono, mi guardano, ma nessuna ha il coraggio di dirmi qualcosa.. Lui è riverso a terra, con la faccia verso il tetto della piccola abbazia che ci ospitava. Le mani pallide e dorate gli coprono interamente i lineamenti della faccia. Le dita lunghe terminano tra nella frangia color ora sulla fronte. Lo vedo soffrire, contorcersi come un animale agonizzante, mentre tre adepti provano a tirarlo su. Le sue dimensioni sono di molto superiori alla taglia media umana. Per non parlare di quelle massicce ali bianche, piumate come una coperta invernale. A stento i tre uomini lo aiutano a tornare in piedi, da terra misurerà oltre tre metri d'altezza. Rimango a fissarlo con disprezzo, senza lasciarmi impressionare dalla sua stazza. Rimane curvato con le braccia sulle ginocchia, attendendo che l'effetto del mio pugno cessi. Dopo alcuni secondi di calma, il suo sguardo si alza, dalla pavimentazione in mosaico, cercando il mio. Il sangue ha smesso di uscire dal suo labbro inferiore, il colore bluastro è sparso su alcun intarsi preziosi delle colonne che sorreggono la piccola cupola sopra di noi. I suoi occhi sono inquieti, le sue pupille si accendono di una rabbia che a stento riesce a trattenere. Il celeste dell'iride s'impregna di odio, ma la sua reazione è tutt'altro che iraconda”.

<<Sei soddisfatto? Adesso ti senti realizzato?>>. La sua voce è calma, pacata.
<< Mi hai costretto... Non temo né te né quello che rappresenti, dovresti saperlo...>>.
<< Folle! Quanto pensi di durare rimanendo solo? Nessuno riesce a fuggire dalle grinfie del Principe delle Tenebre!>>. Le sue labbra si dischiudono lente, come se volesse accentuare il significato delle sue parole.
<< Fuggire? Chi ha mai parlato di scappare? Io resto qui. Non mi sposto di un millimetro...che venga a prendermi di persona!>>.
<< Ti ha scagliato contro il Mietitore... non so come abbia fatto a convincerlo, ma l'Angelo delle Morte sta volando verso di te. Ti prenderà...>>.
<< Devo essere terrorizzato?? No, perché non mi viene proprio... non sono bravo a recitare!>>.
<< Stupido Angelo Oscuro, potresti essere utile alla causa, invece preferisci gettare via le tue doti. Nessuno evita la Morte, essa concluderà il capitolo, porrà la parola fine alla tua storia!>>.
<< Patetico Arcangelo, servo del Bene... continua a vivere nella tua utopia di mondo perfetto. I problemi sono qui, sulla Terra. Non lassù! Non puoi capire cosa può provare un uomo, non hai idea di quanto possa stare male! Io lo so. Sono stato uno di loro per tanto tempo e adesso voglio difenderli, voglio tutelarli. Mi batterò contro chiunque decida di minare la loro esistenza, che sia Demone o altro! Torna da dove sei venuto, prima che decida di concludere ciò che avevo iniziato...>>.
<< Minacci un servo del Bene? Mi auguro che le tue parole corrispondano al tuo futuro. Nessuno sarà in grado di aiutarti, sappilo...>>. Il biondo Arcangelo spalancò le sue immense ali piumate, prima di decollare come un razzo verso l'apertura più alta della cupola, scomparendo nel buio della notte.
<< Io caccio da solo... non ho bisogno di nessuno!>>.”
 
Il Disguido-Parte seconda

“Sbattei il grosso portone di pietra levigata alla mie spalle come fosse fatto di cartone. Il marmo si spaccò in diverse crepe, aprendosi di alcuni centimetri fino alle grosse statue poste nella parte alta dell'ingresso. L'abbazia si ergeva alle mie spalle, mentre allungavo il passo nella piazza buia di quel piccolo paese alpino. La desolazione mi circondava, il silenzio tentava, senza successo, di chetare la rabbia che mi ribolliva dentro. Passeggiavo con la testa china, ripercorrendo con la mente ogni parte del discorso avuta con quel servo del Bene. Mi aveva accusato di egoismo, di manie di grandezza, cose allucinanti per le mie orecchie. Mi sono gettato tante di quelle volte tra i nemici, cercando guai ovunque, solo per tentare di salvare degli innocenti, e adesso devo sentirmi dire queste cose? Ma non se ne parla proprio... avrei dovuto azzittirlo per sempre, una leggera pacca sul viso non era sufficiente. Mi allontaneranno dal gruppo, pazienza! Non sono uno di loro, asserviti ad un ideale inutile, che di certo non aiuta le persone. Figli di un'indifferenza tanto spessa quanto assurda. Lasciano nelle grinfie del Male migliaia di persone ogni anno. Nessuno si sporca le mani... loro sono dei miti, degli idoli. Non ho parole... avessero almeno il decoro di rimanere in silenzio, isolandosi lassù.
Continuai a passeggiare fino a raggiungere un piccolo muretto di mattoni marroni che ridava su un minuto belvedere. Le montagne, intorno al paese, erano totalmente buie. Né una casa né un lampione. Il mio respiro stava tornando alla normalità, assorto in quella visione d'immenso che faceva capolino oltre il parapetto a cui ero appoggiato. Chiusi le palpebre, abbandonandomi a quel leggera brezza gelida che spirava tra le vecchie abitazioni del borgo. La mia pace, il mio mondo... lo adoro!
I rintocchi profondi delle campane dell'abbazia mi riportarono con i piedi a terra, destandomi dai sogni illusori che regnavano nei miei pensieri. Alcuni fiocchi di neve, leggiadri e silenziosi, iniziarono a cadere dal tetro cielo. Uno di essi si poggiò sul palmo della mia mano, sciogliendosi lentamente sotto il mio sguardo curioso... ero umano da capo a piedi!
L'aria mutò improvvisamente. La brezza si trasformò in vento burrascoso. La neve sparì. L'ultimo rintocco del campane s'interruppe a metà, attirando la mia attenzione verso il campanile illuminato dalle luci nei cardini dell'orologio. Il quadrante ocra acceso segnava le tre di notte... ma la sorpresa non fu quella. Una sagoma umanoide, nera come la pece, era in piedi di fianco le lancette. Si manteneva poggiata al campanile con una mano, mentre con l'altra impugnava un antico strumento usato per l'agricoltura... una falce!

<<Sei già arrivata? Pensavo ci mettessi di più a trovarmi in questo posto diroccato...>>.
 
Il disguido- parte finale-

“Il Mietitore mi fissava con il suo volto senza lineamenti. La sua testa ovoidale non aveva espressione. I miei occhi tentavano di penetrare quella coltre di oscurità profonda che ci divideva, ma i tentativi fallivano miseramente. Percepivo le vene sulla fronte gonfiarsi ogni volta che il mio sguardo rimaneva fisso sullo stesso punto per più di un secondo. Qualcosa non andava... l'avevo forse sottovalutato? Un brivido mi percosse dalla testa ai piedi, le mie mani iniziarono a tremare freneticamente. Mi piegai sulle ginocchia, prima di saltare al di sopra di esso. L'adrenalina iniziò a circolare copiosa nel mio corpo... incredibile, stavo fuggendo. Con quel piccolo balzo raggiunsi la porta dell'abbazia, ma non feci in tempo ad aprirla. Qualcosa mi afferrò da dietro, scagliandomi al centro della piazza. Scivolai sull'asfalto umido, arrestando la mia corsa contro le ruote di una delle poche vetture parcheggiate. Mi alzai prontamente, agganciandomi al paraurti posteriore della macchina, con una piccola capriola in avanti. Il Mietitore era lì, immobile, su uno dei gradini dell'atrio della struttura religiosa. Mi passai la lingua sulle labbra, assaporando l'aria fredda di montagna.

<<Tenti di spaventarmi? Pensi che abbia timore di affrontarti?>>.

Ero deciso a chiudere quella faccenda una volta per tutte. Cessai di pensare, sgombrando la mente dal terrore che quella figura m'infondeva. Scattai in avanti, correndo nella sua direzione con tutta la forza che avevo. Percorsi una trentina di metri in un paio di secondi, questo era il bello di essere un angelo delle tenebre. Provai a colpirlo, come avevo fatto poco prima con l'arcangelo, ma il mio pugno andò a vuoto, sibilando nell'aria come una freccia e schiantandosi sul marmo dei gradini. La mia mano penetrò nella pietra, distruggendo le scale. Mi voltai alla ricerca del nemico, ma sembrava scomparso. Intorno a me solo il silenzio della piazza desolata.

<< Hai fatto bene a scappare! Bravo...>>.

Non feci in tempo a terminare la frase che un acuto urlo, molto simile a quello di una donna, mi perforò i timpani. Caddi in uno stato confusionale improvviso, le onde acustiche di quel suono stridulo rimbombavano nelle mie tempie, causandomi violente vertigini. Mi accasciai al suolo con le mani a protezione delle orecchie, cercando di non perdere i sensi.
Qualcosa mi sfiorò i capelli. Alzai lo sguardo... la mia bocca si spalancò. Ero sul punto di gridare per la paura, quando il Mietitore, a circa quattro metri da terra, caricò la sua falce e la conficcò al centro della mia fronte.

Mi risvegliai sotto shock, disteso sul pavimento dell'abbazia. D'istinto mi controllai la testa, alla ricerca di fori o buchi. Tutto liscio e levigato come sempre... ma che diavolo era successo!?

<< Questa era solo un'illusione nella tua mente... la realtà è molto peggio!>>.

L'arcangelo mi colpì delicatamente le guance con due schiaffi. Prima di alzarsi in piedi e voltarmi le spalle. Si allontanò di alcuni metri in direzione degli adepti incappucciati stretti nella zona presbiterale, quando un grassa risata si espanse dalla bocca del servo del Bene in tutti gli ambienti dell'abbazia”.
 
Presentazione Ufficiale

Vorrei invitare tutti i membri di questo forum alla presentazione ufficiale dell'Angelo delle Tenebre:

-martedì 24 marzo ore 18,30 presso l'aula magna del Liceo Scientifico "Filippo Masci" di Chieti.

Un saluto

Andrea Donatangelo
 
Damnit - capitolo 1- (la storia di un vampiro)

“Adoro osservare il sole tramontare, seduto qui sul davanzale della mia finestra. L'intera vallata ai miei piedi, la campagna che circonda Nottingham è meravigliosa filtrata dai raggi arancioni del sole calante. Il rosso si tinge sul verde delle foglie degli immensi boschi locali. I prati si caricano di una luce romantica, pari solo ai tocchi impressionisti di Monet. Respiro il profumo dei fiori primaverili, le fragranze dei pollini m'inebriano le narici, cullandomi verso il cielo infinito dove le stelle iniziano a fare capolino come tanti lumini appena accesi... Ecco il momento più bello, il potente astro che scompare dietro le dolci colline affusolate. Le tenebre avanzano nei punti coperti dalle spesse fronde, mentre i raggi rossi faticano a resistere all'ascesa dell'oscurità. Il silenzio diventa padrone dell'atmosfera, l'aria si spegne, gli uccelli tacciono, gli animali iniziano a riposare le membra per il giorno seguente. Torno nella mia stanza, tenendo le mani poggiate salde sul marmo grigio del davanzale. Sto per chiudere le ante esterne della finestra, quando scorgo qualcosa di strano muoversi dal profondo di uno dei tanti boschi. Una sagoma umana corre veloce quanto una carrozza trainata da quattro cavalli. Salta un ruscello ed alcuni avvallamenti di terra. La vedo arrampicarsi sulla cima di un grande salice con incredibile agilità. I miei occhi faticano a staccarsi da essa. La figura si guarda intorno, indecisa. Si trova a circa mezzo miglio da me, non può vedermi all'interno della casa, ormai la luce è troppo fioca ed io non ancora accendo nessuna candela. Aguzzo la vista più che posso, anche per me la visuale si sta occludendo. La sagoma scende dalla cima dell'alto albero saltando direttamente al suolo. Accidenti! Un volo di circa sei metri... incredibilmente torna a correre rapida tra i declivi della pianura. Improvvisamente si blocca, come se si fosse accorta di qualcosa. Gira la testa a destra e sinistra, poi il suo sguardo si fissa nella mia direzione. Impossibile! Rimango a scrutarla immobile, ma sento il mio cuore battere forte. Scariche di adrenalina mi spingono a sudare. Cosa succede? Percepisco una forma di pericolo, le mie mani tremano nervose. Ma che diavolo!? L'uomo inizia a ridere indicandomi... mi sta osservando? Sarà frutto della mia immaginazione, siamo separati da centinaia di metri. Non può vedermi! Assurdo! Sento il bisogno di chiudere le ante in legno della finestra, qualcosa dentro di me vuole tutelarmi. Afferro le maniglie in ferro e tiro verso di me... Cerco di fare il meno rumore possibile! Non so perché.. ma mi viene istintivo! Sto per fissare le maniglie in ferro, quando la seconda anta si blocca! Maledizione! Tiro più forte... ma non cambia nulla! Cerco, con tutte le forze, di serrare la finestra, ma fallisco. Qualcosa non va... Una visione improvvisa mi getta nel panico. Cado all'indietro urtando la mia piccola scrivania in mogano. Una mano coperta da un guanto scuro s'insinua tra l'apertura delle due ante. Le dita veloci aprono la serratura della finestra... Rimango paralizzato dalla paura, le ante si spalancano, la campagna è di nuovo visibile ai miei occhi. Deglutisco nervosamente, prima che la sagoma che stavo spiando si siede a gambe incrociate sul mio davanzale , fissandomi...

Non ricordo più nulla di quella sera del 18 aprile 1850, soltanto che mi svegliai dopo circa due settimane con una gran sete... sete di sangue umano!”.

Damnit
 
Alto