Lovecraft, Howard Phillips - Alle Montagne della Follia

Roberto

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Narra (in prima persona, con la tecnica cara all'autore del flashback) lo svolgimento di una spedizione scientifica in Antartide. Le scoperte si susseguono sempre più sconcertanti: vengono alla luce le tracce di una antichissima civiltà non antropomorfa (sono gli Antichi tanto presenti nella mitologia di H.P.L.); alcune di queste creature ibernate si risvegliano e uccidono gran parte dei membri della spedizione. A questo punto giunge la svolta: il protagonista si trova nelle gallerie scavate all'interno delle montagne che danno il titolo all'opera, in una sorta di città sotterranea e lì, mentre fugge per salvarsi la vita, scopre che quelle stesse creature che teme sono la preda di altre, più mostruose ed antiche. La corsa a ritroso nel tempo termina nell'orrore.

Da notare come nel romanzo vi sia un'esplicita citazione della Storia di Arthur Gordon Pym di Edgar Allan Poe, l'idolo letterario di Lovecraft: il misterioso verso Tekeli-li!, Tekeli-li! emesso da una delle creature mostruose incontrate dai personaggi di Lovecraft è lo stesso sinistro richiamo che Gordon Pym ode alla fine del romanzo di Poe.:wink:
 

Vladimir

New member
Forse questo racconto, o meglio romanzo breve, è il capolavoro dello scrittore americano. È tutto studiatissimo e non meno che squisitamente curato: atmosfere, personaggi, stile. Credo che sia uno degli autori più sottovalutati della letteratura moderna e contemporanea: però si sa, la letteratura fantastica non è letteratura alta (neanche fossimo in pieno petrarchismo). Assolutamente imperdibile, sia come romanzo breve che come scrittore.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
'Deluso' è la parola giusta per dire come mi sento dopo la lettura di questo libro. Le mie aspettative sono state accentuate all'inizio dalla fama dello scrittore e dalle recensioni che riportavano questo libro come il migliore di Lovecraft, quasi un capolavoro.

La storia sembra iniziare bene ma sul più bello, quando il lettore è pieno di aspettativa, comincia una serie infinita di descrizioni di innumerevoli minuzie che non hanno nulla a che fare con le premesse/promesse iniziali. Le reazioni emotive dei personaggi e il richiamo alla loro follia li si deve credere fino alla fine solo per fede perché nulla li sostiene. Poi alla fine l'autore rivela il mistero e... beh, delusione è dire poco.
Il racconto lungo (non mi sento di definirlo romanzo breve) è scritto in forma di resoconto scientifico, ma poco ha di un resoconto volto a dissuadere eventuali esploratori di quelle terre. Fino alla fine non fa che invogliare a visitare quei luoghi invece di dare prove (apparte quelle emotive dei personaggi che sono solo per fede) che ne descrivano la pericolosità.
La pazzia finale di uno dei personaggi poi non l'ho capita.

Insomma mi sembra che Lovecraft abbia voluto descrivere cose abominevoli solo con le reazioni dei personaggi, ma nessuno dei fatti concretizza quelle sensazioni e l'aspettativa creata nel lettore.
 
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