ayla
+Dreamer+ Member
Sessantadue anni fa americani e giapponesi si combatterono nella decisiva battaglia di Iwo Jima. Qualche decennio più tardi vennero ritrovate centinaia di lettere mai spedite dei combattenti giapponesi.
Eastwood ci racconta le vicende di soldati inviati al fronte con ben chiara in testa l'idea di 'dover' morire, non senza aver prima eliminato quanti più nemici possibile e anche dei loro comandanti alcuni dei quali fanatici e talvolta velleitari e altri invece consapevoli delle loro responsabilità di guide dei loro uomini che, nella grande maggioranza, non vogliono perdere la propria vita inutilmente. Tra loro emerge il Generale Tadamichi Kuribayashi che aveva studiato negli Stati Uniti. Grazie a questo personaggio Eastwood riesce a portare sullo schermo, senza mai assumere atteggiamenti predicatori, un messaggio molto intenso. Se si conoscesse davvero chi si ha di fronte forse non lo si odierebbe come invece accade in tutte le guerre. Non si tratta di un messaggio retoricamente pacifista, non riduce tutto a un banale appello alla fratellanza umana. È un cinema contro le facili illusioni il suo ma anche contro le retoriche guerrafondaie. Le lettere che i soldati nipponici scrivono o ricevono da casa differiscono ben poco da quelle dei militari americani. Così come non bisogna mai pensare che il Male sia schierato tutto da una parte.
Un film bellissimo nn soltanto x il film in sè ma soprattutto x il progetto: mostrare(credo per la prima volta) il punto di vista dei giapponesi, del nemico. Ti trasmette forti emozioni e mostra le paure, l'orgoglio,l'onore di questi soldati che combattono per la loro patria e la loro liberta' e alla fine arrivano anche(non tutti) al suicidio. Un film nn banale xchè nn è incentrato solo sulla guerra ma anche su tutto quello che le ruota attorno, un film quindi che fa anche riflettere. Consigliato!!
Eastwood ci racconta le vicende di soldati inviati al fronte con ben chiara in testa l'idea di 'dover' morire, non senza aver prima eliminato quanti più nemici possibile e anche dei loro comandanti alcuni dei quali fanatici e talvolta velleitari e altri invece consapevoli delle loro responsabilità di guide dei loro uomini che, nella grande maggioranza, non vogliono perdere la propria vita inutilmente. Tra loro emerge il Generale Tadamichi Kuribayashi che aveva studiato negli Stati Uniti. Grazie a questo personaggio Eastwood riesce a portare sullo schermo, senza mai assumere atteggiamenti predicatori, un messaggio molto intenso. Se si conoscesse davvero chi si ha di fronte forse non lo si odierebbe come invece accade in tutte le guerre. Non si tratta di un messaggio retoricamente pacifista, non riduce tutto a un banale appello alla fratellanza umana. È un cinema contro le facili illusioni il suo ma anche contro le retoriche guerrafondaie. Le lettere che i soldati nipponici scrivono o ricevono da casa differiscono ben poco da quelle dei militari americani. Così come non bisogna mai pensare che il Male sia schierato tutto da una parte.
Un film bellissimo nn soltanto x il film in sè ma soprattutto x il progetto: mostrare(credo per la prima volta) il punto di vista dei giapponesi, del nemico. Ti trasmette forti emozioni e mostra le paure, l'orgoglio,l'onore di questi soldati che combattono per la loro patria e la loro liberta' e alla fine arrivano anche(non tutti) al suicidio. Un film nn banale xchè nn è incentrato solo sulla guerra ma anche su tutto quello che le ruota attorno, un film quindi che fa anche riflettere. Consigliato!!