Buzzati, Dino - Un amore

miciaccio

Member
Questo libro (tra i meno conosciuti di Buzzati) lo dedico a tutti coloro che hanno vissuto una storia d'amore nelle vesti di vittime consenzienti e di contro il partner ha rappresentato il terribile carnefice. Visto che a me è capitato, vi assicuro che leggendo "Un amore" ho provato di nuovo quelle fitte lancinanti al petto, quel sapore amarissimo che non vuole saperne di andar via e tutto il resto. Allora vi chiederete perchè ve lo consiglio? Perchè farsi di nuovo del male? La risposta che vi posso dare è che questo libro funge da catarsi, straordinario esorcismo, ma soprattutto perchè se riesce a produrre tali sconvolgimenti vale assolutamente la pena di essere letto. A cos'altro possono servire i libri, se non a suscitarci emozioni?
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
secondo me uno dei libri più belli e sinceri di Buzzati, l'ho letto tenti anni fa e mi ha colpito la capacità dello scrittore di mettere a nudo la passione di un uomo. Bellissimo
 

Masetto

New member
Come molti lavori di Buzzati, questo romanzo narra il rimpianto per una felicità sfuggita, il dolore dell'uomo che vorrebbe afferrarla e uscire così da un'esistenza grigia. I sentimenti sono descritti con grande lucidità.
 

elesupertramp

Active member
Molto bello! Anch'io lo lessi tanti anni fa, e mi ricordo che mi strusse
(passato remoto di struggere..):cry::cry::cry:
 
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El_tipo

Surrealistic member
complimenti al miciaccio! questa recensione ha acceso la mia curiosità! metto in wishlist (che è strapiena, ma prima o poi la svuoterò!!!)
 

Bacci

New member
Ho letto Un amore di Buzzati. Ha detto bene chi ha scritto che è un libro doloroso. E anche per questo non è per nulla facile da commentare.
Tutti conosciamo la differenza che passa tra un semplice restarci male e un soffrire intensamente. Ognuno di noi credo abbia provato almeno una volta nella vita cosa significa sentirsi escluso dall'esistenza di una persona amata o almeno il non appartenerle del tutto.
Credo sia un modo molto terra-terra per commentare questa esperienza di lettura, ma forse allo stesso tempo anche la più profonda perché è la più sincera e immediata, aldilà delle altre numerose interpretazioni che si possono trovare. Può capitare a volte di venire a sapere che persone a cui teniamo o a cui crediamo di tenere, si incontrino in quel dato momento senza di noi, e noi non siamo stati invitati. Magari sul momento ci rimaniamo male, non è nulla di drammatico, certo, ma possiamo addirittura soffrirne per un po'. Eppure ci rendiamo conto subito dopo che il disagio passa, la delusione non è così grande da farci star male, e tutto sfuma lentamente e dopo un certo periodo di tempo si pensa ad altro. Quando questo capita per la persona amata, la situazione è ben diversa. Il dolore non passa più tanto facilmente, i pensieri si fanno costanti e per tutto il giorno non si pensa ad altro, sembra di non riuscire ad avere altro scopo nella vita che quello di essere laggiù con chi ci manca e di pensare e fantasticare su quello che sta accadendo in nostra assenza. Non è certo così per tutti, ovvio, dipende da persona a persona, ma a lungo andare i pensieri possono farsi morbosi, e la situazione sfociare in una ossessione, soprattutto se tutti i tentativi di riconciliazione con l'altra persona, visti dal suo punto di vista, paiono solo minacciosi attentati alla libertà personale. Nel libro accade questo, tra le parole dei flussi di coscienza stilisticamente perfetti di Buzzati emergono queste difficoltà, questi fraintendimenti, questi pensieri ossessivi che distolgono l'attenzione del protagonista, Dorigo, dai fatti del mondo, sia che possano essere cose banali come la routine lavorativa, sia meno, come l'angoscia per la paura della morte, che più o meno inconsciamente tutti ci portiamo dentro. E' un libro amaro, aperto, sincero... anche quando l'onestà del protagonista lo porta sovente a mentire a se stesso, per continuare il suo sogno d'amore nonostante l'evidenza dei fatti. Quello di cui parla questo libro non è Un amore, bello, radioso, idealizzato. Ma è Un amore passivo, che non lascia scelta al protagonista, che lo chiude in sé stesso, lo rende disperato, gli lascia pochi attimi di respiro in una corsa frenetica che lo porta a perdere il controllo della sua vita abitudinaria fondendosi spesso la realtà con l’immaginazione e l'idealizzazione della sua donna, senza però, come sa chi ha letto il libro, andare oltre i confini imposti dalle convenzioni sociali, almeno per quanto riguarda la durata dell'ossessione del protagonista. Il finale, appunto, lascia un po’ di amaro in bocca per tutte le umiliazioni fin lì subite da Dorigo, ma capiamo anche in quel momento di leggere parole importantissime per raggiungere il senso di tutti gli eventi, quando nelle ultime pagine il libro vira dalla prosa asciutta dei capitoli precedenti verso temi più enigmatici e anche più misteriosi e simbolici. Visto il doloroso argomento trattato, il libro richiede una grande attenzione nella lettura ma certamente riesce nonostante la voluta ossessiva ripetizione dei temi a incollare alle pagine ed analizzare in modo incredibile un certo tipo di sentimento condannando allo stesso tempo le ipocrisie in cui vivono tutti i personaggi del libro (e quindi quelle della vita reale, la milano del libro è veramente quella reale), ed esprimendo nonostante tutto il reale bisogno di vivere per i propri sogni, nonostante il finale che ci aspetta tutti indifferentemente. E' scritto divinamente, e nel suo mettere completamente a nudo un certo tipo di amore e le psicologie dei personaggi sicuramente rende impossibile il rimanere giorni e giorni senza ripensarci.
 
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zanblue

Active member
Bacci mi hai convinto! :D L'ho inserito nella mia lista.
Lo leggerò appena riuscirò a procurarmelo,vale a dire al mio prossimo rientro in patria.
 

Bacci

New member
Che bello grazie!! Vuol dire che scriverne è servito a qualcosa :) Preparati a soffrire un po', però :p
 

fabiog

New member
Decisamente non mi è piaciuto, ho fatto una grandissima fatica a finirlo, ad entrare nella storia ad interessarmi ai protagonisti,
storia monotona e troppo insopportabile questa passione amorosa
 

Dory

Reef Member
"Già in passato, più di una volta, aveva constatato la incredibile potenza dell’amore, capace di riannodare, con infinita sagacia e pazienza, attraverso vertiginose catene di apparenti casi, due sottilissimi fili che si erano persi nella confusione della vita, da un capo all’altro del mondo.


Quando ho iniziato la lettura di questo libro non sapevo assolutamente nulla a parte il titolo, di solito ancora prima di comprare un libro leggo la trama e l'incipit, quindi quando inzio la lettura non ho grosse sorprese, semmai le sorprese arrivano dopo.
Stavolta invece ho deciso di non sapere nulla, di lanciarmi dalla scogliera senza guardare prima in basso. Non avevo paura di sfracellarmi sugli scogli, e infatti ho iniziato a nuotare, nuotare, nuotare, ed è stato anche difficile tornare a riva. L'inizio è stato folgorante, mi ha lasciata disarmata, incredula e totalmente presa.

Oltre la storia in sé, mi ha catturato la scrittura, lo stile, di Buzzati. Il sesto capitolo è magistrale, fantastico! Lo sguardo del protagonista fuori dalla finestra che abbraccia la vita di Milano, sembra una ripresa di un film neoreralista, non che me ne intenda chissà quanto, forse sto dicendo una stupidaggine, comunque, l'inquadratura esce fuori dalla finestra, fa un giro a volo della città brulicante, spizzichi e bocconi di tante piccole vite, e poi ritorna nella stanza.
Altro capitolo eccezionale è il diciottesimo, dove il protagonista fa una serie di riflessioni sull'amore mentre guida sull'autostrada deserta la mattina presto.
Bello da togliere il fiato!
Alcuni scrittori italiani sono davvero tra i migliori al mondo!
Il racconto diventa un po' pesante dopo il capitolo 23, si riprende un po' negli ultimi capitoli ma non raggiunge il livello dei primi 2/3 del libro.
In conclusione però do senza dubbio 5/5: da leggere assolutamente!
 

gamine2612

Together for ever
Come Dory anche io non ho voluto sapere nulla prima. L'ho comprato perché in questo periodo era stato aperto il minigruppo e mi sono incuriosita.
Mi è piaciuto molto e lo stile dell'autore, la tipicità dell'esposizione non mi ha indotto mai noia; anche nei capitoli prettamente descrittivi del tormento in cui Antonio si trovava li ho letti con avidità e ricerca.
Mi aspettavo che Laide in finale svelasse un qualche mistero, ma in effetti non c'era mistero in lei solo una comportamento stupido in una vita altrettanto bislacca.
Molto ho riflettuto sul discorso finale dell'amica di lei ad Antonio, il racconto di verità che forse erano ancora bugie su Laide.
L'aver portato Antonio ad un pensiero importante: il suo amore/ passione/ malattia per Laide sarebbe mai arrivato a pensare di far di lei la sua compagna pubblica e moglie? No sicuramente. Un amore forte e struggente nonostante non ricambiato ,ma mai da portarlo al punto di andare contro ad ogni convenzione.
Voto massimo.:D
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
spoiler

In parte vado un po' controcorrente, nel senso che, pur percependo e riconoscendo la follia e la malattia di Antonio, non mi ha rattristato più di tanto. Probabilmente in me ha prevalso una strana solidarietà/empatia nei suoi confronti, che mi ha portato ad "assolverlo" quasi in ogni situazione senza provare pena per lui, forse perché l'autore descrive il suo flusso di pensieri con tale realismo e lucidità cerebrale che ogni giudizio sembra bandito, lo scrittore guarda al protagonista (forse se stesso? Forse un libro autoterapeutico?) con una sorta di indulgenza tra l'intenerito e il distaccato. Tutto ciò mi ha reso la lettura curiosa e piacevole nonostante la ripetitività forse voluta, perché il romanzo parla di un'ossessione, e ogni ossessione è per sua natura ripetitiva e martellante.
SPOILER Alla fine tutto si ribalta, Laide non appare più come una semplice stronza (e sul fatto che sia tale, almeno nei confronti di Dorigo, non ci sono dubbi) o puttana, appare come una donna che non ha avuto scelta, che finge una vita diversa non solo per furbizia, ma anche perché è quella la vita che avrebbe voluto. E Antonio non appare più soltanto vittima incolpevole, perché, come gli fa notare l'amica di lei (la voce della sua coscienza?), lui, borghese benestante, non avrebbe mai reso Laide partecipe della sua vita familiare e sociale, così sminuendola forse inconsapevolmente, alla faccia del folle amore. Mi ha spiazzato il finale semi-aperto, il suo stare bene improvvisamente con lei a fianco che addirittura aspetta un figlio, senza più (Antonio) farsi pippe mentali, l'ho trovato poco credibile in contrasto con tutto il resto che secondo me è alquanto verosimile quanto a sentimenti e ossessioni FINE SPOILER
I flussi di pensiero del Dorigo sono descritti in maniera perfetta, chiunque abbia vissuto sensazioni simili si può immedesimare senza problemi, compreso l'aggrapparsi all'impossibile pur di negare l'evidenza. Un bel libro, diverso dai soliti.
 

bouvard

Well-known member
Avevo già letto questo libro una quindicina di anni fa, ma stranamente non ne ricordavo nulla. Che non ricordassi la trama non mi stupisce, mi capita sempre più spesso – non so se per colpa dell’età che avanza o perché aumenta il numero dei libri letti, ma spero proprio sia per quest’ultima ragione – di ricordare dei libri solo qualche particolare.
A volte è un’immagine che mi si fissa in mente mentre leggo, a volte è un colore o un profumo a cui associo il libro. Posso associare un libro all’odore salmastro del mare anche solo per la descrizione di una passeggiata su una spiaggia, descrizione che magari non occupa più di una pagina mentre tutto il resto del libro si svolge da tutt’altra parte, perché quell’immagine - per tutta una serie di ragioni che talvolta non sono neppure strettamente correlate al libro – mi suscita una forte emozione. E allora ricordo quell’immagine/ odore anche più della trama e qualche volta anche più del titolo.
Mi ha stupito invece che di questo libro non ricordassi neppure se mi fosse piaciuto o meno. Questo è davvero grave. E lo è ancora di più non ricordarselo quando – come in questo caso - il libro è davvero molto bello!
La storia raccontata da Buzzati di sicuro non brilla per originalità, ma proprio quando la trama non ha niente di originale a fare la differenza tra un “libro come tanti” e un bel libro è più che mai la bravura dell’autore. Il suo stile, la sua scrittura, il suo linguaggio, la sua capacità di creare personaggi “fuori dal tempo” diventano fattori determinanti.
Un Amore è un libro del 1963, ma di Antonio Dorrigo in questi cinquant’anni ne sono esistiti tanti e altri ancora continueranno ad esisterne. Penso che ognuno di noi almeno una volta nella vita è stato un “Antonio Dorrigo”. Perché tutti almeno una volta ci siamo innamorati in modo assurdo o morboso di qualcuno che non provava lo stesso per noi. E tutti ci siamo fatti le stesse paranoie di Dorrigo, tutti ci siamo inventati le stesse scuse e giustificazioni. Tutti ci siamo fatti le stesse promesse e tutti sapevamo nel momento stesso in cui ce le facevamo che non le avremmo mai rispettate.
Perciò mentre leggevo facevo il tifo per lui perché reagisse, perché mandasse Laide a quel paese, ma proprio per questo quando ci ricadeva non riuscivo a condannarlo. Infatti si apprezza ed ama questo libro solo se non si mette fretta a Dorrigo.

Consigliato
 

Grantenca

Well-known member
Siamo nella stimolante Milano della fine anni cinquanta/inizio anni sessanta. Antonio Dorigo è uno stimato architetto ormai vicino al cinquantesimo anno di età. Week-End in montagna, amici, una buona posizione sociale, una vita soddisfacente. Solo qualche problema con le donne. Non che non gli piacciano, anzi, ma ha problemi di relazione. E’ molto timido, non osa far la corte alle bellezze che lo attirano e quando ci prova i risultati sono disastrosi. Ma risolve anche questo problema, è un stimato cliente di una casa, abbastanza elitaria, di appuntamenti. Come generalmente fatichiamo a considerare un carabiniere una persona normale (ce lo raffiguriamo solo in divisa) altrettanto Dorigo faticava a considerare donne le prostitute dei bordelli per il loro modo di presentarsi ai clienti sia nell’abbigliamento che negli atteggiamenti. Diverso (per lui) il discorso per le donne della casa d’appuntamento. Qui si presentavano vestite normalmente, come le donne che incontrava al supermercato, in qualche ufficio, in tram, studentesse, cassiere, anche donne sposate, e non sapeva mai prima chi trovava. Questo era molto eccitante e spesso faceva la considerazione che, senza perdere tempo in corteggiamenti o in legami sentimentali , poteva avere, per un prezzo per lui abbordabilissimo, delle bellissime ragazze che facevano girare la testa agli uomini per la strada.
Certo l’amore a pagamento è sempre qualcosa di molto squallido e spesso, dal punto di vista della finzione, queste donne non avevano la fantasia delle prostitute dei bordelli, ma bisognava accontentarsi e la fase preliminare era, per lui, comunque molto eccitante. Poi , dopo un incontro, si innamora progressivamente di una ragazza giovanissima , di una bellezza molto fine anche se non vistosissima, e che probabilmente, anche se lui non se ne rende immediatamente conto, è il suo ideale di bellezza femminile. E qui, per lui inizia l’inferno in terra, direttamente proporzionale all’esplosione di questo amore che non riesce più a controllare. Non dico altro per non spoilerare troppo.
Forse l’autore ha voluto dire che la naturale attrazione di un sesso per l’altro è il motore che regola la vita e che rende possibile tutto il resto. Anche solo il piacere di guardare per un attimo una persona dell’altro sesso con un aspetto per noi gradevole fa parte di questo “motore”.
E’ un libro per me molto bello anche se stilisticamente non perfetto (c’è qualche ripetizione) ma, nella sostanza, l’autore entra, con tagliente lucidità e spietatezza nei meandri più profondi del carattere umano.
Dico di più: se uno avesse letto “Il deserto dei tartari” e questo libro senza sapere chi erano gli autori, mai avrebbe pensato alla stessa persona. Questo rivela un ecclettismo eccezionale degno di un grande artista a 360 gradi come penso sia stato Buzzati.
 

Evy

Member SuperNova
"Un amore" è il primo libro di Buzzati che ho letto.
Mi è piaciuto anche se ho trovato insopportabile il personaggio della Laide, avrei strigliato molto volentieri Antonio Dorigo per come si faceva trattare.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Antonio, rispettato architetto milanese giunto alle soglie dei cinquant'anni, si innamora perdutamente ed irrimediabilmente di Laide, una giovanissima squillo-ballerina-modella fotografica conosciuta nella "discreta" casa d'appuntamenti della signora Ermelina. A dire il vero non si capisce bene – e non lo capisce neppure Antonio – perché egli si innamori proprio di lei: non è la prima prostituta che incontra, non ha una bellezza speciale, non è neppure tra le migliori nel suo mestiere… eppure Antonio ne è avvinto si dal primo incontro, all'inizio non ne è consapevole, ma ben presto si accorge di non riuscire a non pensare a lei. Totalmente perduto dietro a questa ragazzetta tutt'altro che acqua e sapone, Antonio diventa l'ombra di se stesso: si lascia consapevolmente umiliare, raggirare, conquistare, legare sempre più stretto, fa la figura del demente con tutti, non lavora più con passione, è sempre infelice, distratto, in pena… e non riesce a reagire. Sa come dovrebbe comportarsi "un vero uomo", ma la paura di perdere Laide – che intanto se ne approfitta bellamente – lo riporta ogni volta alla silenziosa accettazione di qualunque umiliazione. Il guaio è che Antonio Laide la ama veramente: con il progredire della relazione e con la sua conseguente discesa nella degradazione, si accorge che ciò che lo lega a lei non è più neppure bisogno di sesso, ma bisogno fisico di vederla, anche solo per pochi minuti, poiché ne va della sua salute mentale, ossessionato com'è dal sospetto e dall'infelicità. E, come prevedibile, la svolta finale arriva… spetterà a lui decidere se prendere Laide con tutti i segreti, le bugie, i sotterfugi che si porta dietro e che sembrano l'unica sua barriera per restare in vita, o lasciarla al suo destino infame.
Un romanzo stupendo, che mi ha coinvolta, fatta sentire partecipe e vicina ad Antonio e, ad un certo momento, anche a Laide. Sì, anche a lei, perché si intuisce chiaramente che non è tutto come sembra: Laide è davvero una ballerina, è davvero una prostituta, ma cos'altro c'è dietro questa ragazza così inquieta, ingabbiata da una vita che ha scelto solo in parte? Cosa c'è dietro alle sue bugie, ai suoi artifici, alla sua spavalderia, al suo portamento arrogante e baldanzoso? E si rimane, alla fine, confusi, con queste domande ancora in testa, ma comunque parzialmente pacificati da un epilogo forse troppo frettoloso e poco "spiegato". Libro che consiglio senz'altro a chi non si lascia influenzare dal perbenismo e dalla morale. Per me è stata, di certo, un'ottima lettura.
 

MonicaSo

Well-known member
Più che di un amore mi sembra che Buzzati ci racconti di un'ossessione... quella di un uomo adulto nei confronti di una giovane donna.
Io non me la sento di condannare Laide: l'uomo la vede come un corpo con cui giocare, di cui servirsi, ma lei rimane sempre padrona di sé e di quel corpo. È lei che vince, alla fine, e non l'Amore.
 
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