Hoffmann, Ernst Theodor - Gli elisir del Diavolo

Vladimir

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Premetto di non essere un germanista e di conoscere solo superficialmente il tedesco, quindi se dico qualche inesattezza spero avrete l'indulgenza di passarci sopra. Gli elisir del diavolo, (in tedesco Die Elixiere des Teufels) è capolavoro di un romanticismo tedesco ormai dilacerato, straccione e sconfitto. Scritto nel 1815 e pubblicato in due parti separate, è un campionario di immagini fra le più terribili e spaventose che la letteratura possa concepire. Narrazione dongivannesca e faustiana, è una lucida analisi della minaccia e dello sfacelo che incombe sull'individuo moderno che ha osato mettere in dubbio le tradizioni patriarcali e millenarie della fede, della morale, della Santa Chiesa. La potenza dirompente degli spettri del doppio, della schizofrenia, della follia, dominano la creazione fanstica, resa ancor più opprimente e inquietante dalla scrittura di Hoffmann, che unendo le istanze psicologiche romantiche e le atmosfere da brivido del romanzo gotico inglese, ci proietta letteralmente in un mondo di marionette stralunate e inconsapevoli del proprio io, dominate da malvagi burattinai che, compresa la fragile sostanza dell'uomo, la deridono, la plasmano, la manovrano, portando solo pazzia e disperazione. Neanche la conoscenza riesce a slavare l'uomo hoffmaniano: anzi, è proprio questo l'elisir del diavolo dell'uomo moderno, elisir che irrestisce, domina, schiavizza, aumentando a dismisura la bramosia, la cupidigia, la lussuria sfrenata intellettuale e carnale. Nessuno si salva: burattini e burattinai sono destinati a perire. Hoffmann, con quest'opera, ci spinge negli abissi psicologici più reconditi dell'animo umano, descrivendo per la prima volt ain Europa (e forse nel mondo) miserie e bassezze, fatto che aprirà la strada alla narrazione psicologica del maestro dei maestri: Dostoevskij. Da leggere assolutamente se si vogliono comprendere le radici di molta letteratura moderna e contemporanea.
 
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