Fellini, Federico - I vitelloni

Genere: Commedia/Drammatico
Dati tecnici: 99 min.


TRAMA:

Cinque uomini tentano di ingannare la noia trascorrendo le serate al cinema, al caffè intorno ad un biliardo, progettando scherzi goliardici, cogliendo tutte le occasioni per far festa. Solo uno di loro, il piú generoso e maturo del gruppo, riesce a decifrare le proprie ansie, e ad avvertire l'insipienza di quella condizione di adolescenza prolungata; e una mattina senza dir niente pianta tutto e tutti e va a cercare fortuna nella capitale.

Il mio capolavoro di Fellini, grande film, fa capire com'era l'italia degli anni 50. Film da non perdere e da non stancarsi mai di rivedere.
 

_david

New member
Il mio capolavoro di Fellini, grande film, fa capire com'era l'italia degli anni 50. Film da non perdere e da non stancarsi mai di rivedere.
Bello, anche se di Fellini (a mio avviso) il vero capolavoro è 8 1/2 (seguito dalla Dolce Vita).

Comunque la famosa scena di Alberto Sordi sui lavoratori è leggenda.
 

El_tipo

Surrealistic member
uno dei primi film del grande Fellini, è sicuramente uno dei film più famosi della storia della cinematografia italiana. La storia è piuttosto semplice: sono narrate le avventure di 5 giovani amici, in una cittadina romagnola dell'adriatico (rimini???). Ci sono tutti: l'intellettuale Leopoldo, il donnaiolo Fausto, il maturo Moraldo, l'infantile Alberto e l'inguaribile giocatore Riccardo. Non mancano scene di grande intensità emotiva, come il dialogo tra Alberto (Alberto Sordi), ubriaco e in crisi esistenziale dopo il veglione di Carnevale, e Moraldo (Franco Interlenghi) che vuole aiutarlo:

– Ma chi sei?
– Moraldo.
– Chi sei?
– Moraldo.
– Non sei nessuno, tu. Non siete nessuno tutti, tutti quanti. Tutti... Ma sì, che vi siete messi in testa voi, che vi siete... E lasciami, lasciami: mi fate schifo, mi fate...

Nè mancano scene divertenti, come la storica pernacchia di Alberto Sordi, con tanto di gesto dell'ombrello, a un gruppo di operai (Lavoratoriiiiii! Lavoratori della maltaaa! Prrrr...) alla fine del film.

non è uno dei miei preferiti, ma indubbiamente da vedere. Voto 4/5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Questo film segna in modo chiaro la fine del neorealismo perchè rappresenta il passaggio dall'Italia dal dopoguerra a quella del boom economico. I cinque giovani della provincia italiana, nel film Rimini, è ognuno a modo suo rinunciatario, inconcludente, velleitario e immaturo e rappresenta un'Italia incapace di grandi valori e di grandi orizzonti, superficiale e cialtrona. Sono piccole storie che scorrono senza lasciare traccia, dove nulla si muove e l'unico cambiamento è proprio andarsene da quella atmosfera e da quell'ambiente. Anche qua i bambini sono visti come risorsa, come speranza del futuro, in tutti i film del neorealismo i bambini rivestono un ruolo importante, di stimolo alla vita e al futuro. Bellissima l'immagine finale che chiude il film, piena di speranza. Fellini a differenza degli altri grandi registi ama anche il grottesco, che Alberto Sordi incarna nella festa di Carnevale in modo mirabile, ma anche l'ironia, il contrasto, la teatralità. Grande film.
 

Masetto

New member
<< La freschezza non manca certo alla gamma di Fellini. Il suo maggiore merito è proprio quello di non badare al macchinoso, al prestabilito; ma di abbandonarsi a ciò che sente e risente, a momenti e stati d’animo apparentemente trascurabili o di secondo piano. Invece, in quei momenti è artista; e tutto rivela allora una vibrazione e un significato. >> Mario Gromo

<< Per le qualità del suo racconto, l’equilibrio e l’assoluta padronanza di tutto l’insieme, questo film sfugge sia alle categorie commerciali sia alle qualità che permettono di consacrare e di definire un’opera. Con un senso cinematografico efficace e sorprendente, Fellini dona una vita semplice e reale ai propri personaggi. Le sue caricature potrebbero essere feroci, ma egli li circonda di una simpatia senza indulgenza [...] . >> André Martin

<< […] Ogni episodio si profila sempre in termini precisi, affidato com’è a un lucido schema narrativo che vede calcolata ogni pausa, attentamente studiato ogni mutamento di tono e di clima, giustificato e dosato ogni passaggio all’episodio seguente. I personaggi hanno tutti fisionomie definite e – pur sotto l’eguale angolo visivo dei “vitelloni” – nettamente distinte le une dalle altre; un calore umano profondo emana dai loro casi, una poesia sottilissima e dolce si libra sulle loro vite, viste sempre con una partecipazione commossa che attraverso l’ironia, se non addirittura la satira, sa mutarsi in critica di costume (una critica fraterna però, che non riprova, ma solamente propone). Non ci sono scompensi in questo racconto e nel ritmo che limpidamente ne dosa l’ampio respiro […] . Non c’è un solo elemento narrativo – anche il più difficile, anche il più scabroso, anche il più comune – che non sia espresso con estrema delicatezza e con vivo pudore […] . E tutto questo in un clima – quello cittadino e borghese della provincia italiana – che giunge quasi ad assumere rango fra i personaggi per l’incisività dei suoi termini e la precisione di ogni suo elemento, sia che si tratti di case e piazze notturne o di un veglione di Carnevale o di un’alba di Quaresima o di un caffè fuori moda o di un treno che parte o di una spiaggia o di un teatro di terz’ordine: un autentico poème en prose della provincia italiana, una testimonianza felice di un costume, di un ambiente, di un’epoca che potremo conservare come un raro documento, quello dell’Italia ignorata. […] >> Gian Luigi Rondi
 

wolverine

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Regista a sorpresa

È questo il film che ho visto di recente e questo commento,anche perché credo che i film di Federico Fellini con lui regista ci siano tutti. Andando avanti...film del1953 con tanti noi noti e nella quale Fellini non si occupa solo della regia,ma anche sceneggiatore e attore,ebbene si usava i suoi film per apprendere il mestiere di attore per poterli dirigere meglio e perché gli piaceva. Vincitore del leone di Venezia e di 3 nastri d'argento. Fellini è un must ancora adesso e non solo per il cinema......era anche vignettista di fumetti. Il termine vitellone è della provincia di Pescara e si usa per indicare le persone che non fanno mai un tubo....dalle mie parti si dice mani in tasca.
 
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