Importanza dell'incipit

elena

aunt member
Ci sono diverse opere che hanno catturato immediatamente il mio interesse, già dalla frase iniziale. Non ho una grande memoria, quindi difficilmente ricordo l’incipit di un libro…..ma alcuni sono rimasti indelebili nella mia mente.
Andando con la memoria indietro nel tempo il primo incipit che ricordo abbia stimolato la mia curiosità è “Un natale senza regali non è un Natale” (Piccole Donne di Louisa May Alcott)…… anzi ancor prima di questo vi è senza dubbio il mitico C'era una volta.......un re! diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi avete sbagliato, c'era una volta un pezzo di legno...” (Pinocchio - C. Collodi).
Di recente ho acquistato tutta l’opera “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust e sono andata subito a guardare l’incipit del primo volume, Dalla parte di Swann, unico da me letto e di cui ricordo la frase iniziale che, nel vecchio volume in mio possesso (traduzione della Ginzburg – edizione Einaudi), suonava così “Per molto tempo mi sono coricato presto la sera”.
Il nuovo testo acquistato (traduzione Giovanni Raboni – edizione Mondadori) prende l’avvio così “A lungo, mi sono coricato di buonora”………. traduzione sicuramente più fedele all’originale francese con una variazione leggerissima rispetto all’altra……..eppure ci sono rimasta malissimo…..ho avuto la sensazione di aver smarrito qualche cosa…..forse la musicalità….o forse è solo questione di “abitudine mnemonica”.



Voi date importanza all’incipit? E quali sono quelli che ricordate con più piacere?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche a me è capitato con resurrezione di Tolstoj, uno degli incipit più belli che abbia mai letto, in una versione differente non era più lo stesso, non riuscivo più a riconoscerlo, era diventato un altro romanzo, non altrettanto coinvolgente e bello.
Lascio a voi valutare:

Incipit 1 - Il mio incipit :ABBB
Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, - la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, i pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano i nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole. Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini - i grandi, gli adulti - non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all'amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l'un l'altro.



Incipit 2 - Questo non è il mio incipit :W
Invano gli uomini, ammucchiati a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, si sforzavano di isterilire la terra su cui vivevano; invano la ricoprivano di pietre affinché nulla vi crescesse; invano strappavano anche il più piccolo filo d'erba e affumicavano l'aria col carbon fossile e la nafta; invano tagliavano alberi e scacciavano animali e uccelli. La primavera era sempre primavera, anche tra le mura della città. Il sole scaldava, l'erba, dove non la raschiavano, cresceva d'un bel verde vivido; e cresceva non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra. I pioppi, le betulle, i pruni stendevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli si gonfiavano di gemme pronte a schiudersi.
Come sempre in primavera, le gracchie, i passeri e i colombi preparavano lietamente i loro nidi, e le mosche, riscaldate dal sole, ronzavano sulle pareti. Le piante, gli uccelli, gli insetti e i bambini erano lieti.
Soltanto gli uomini - i grandi, gli adulti - continuavano a ingannare e a tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini, che non apprezzavano né quel mattino di primavera né quel divino splendore dell'universo, creato per il bene dei viventi e per predisporli tutti alla pace, alla concordia e all'amore; gli uomini, che consideravano sacro e importante soltanto ciò che essi stessi avevano inventato per dominar gli uni sugli altri.
 

Dory

Reef Member
Scusate ma non posso non citare:

"Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa...e la vedeva." (Lo so a memoria!!)
Novecento di Baricco

"Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione [...] ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso [...] impercettibile strappo [...] sulla superficie della spiaggia sterminata [...] nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore."
E tutto quel che segue è meraviglioso parola per parola...
Oceano mare di Baricco

Credo che Baricco sia il genio degli incipit, potrei citare tutti quelli dei suoi romanzi.


"Prima c'è stata quella frase che mi ha attraversato la mente: 'La morte è un processo rettilineo'. Il genere di dichiarazione poco sfumata che uno si aspetta piuttosto di trovare in inglese: 'Death is a straight on process'... o giù di lì."
La prosivendola di Daniel Pennac

Baricco e Pennac sono due tra i miei scrittori preferiti, non saranno alta letteretaura, ma hanno un modo di scrivere che definirei "frizzante", uno stile unico e mai monotono che si rivela da subito, dalla primissima frase.
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Io sono rimasto affascinato dal
"Chiamatemi Ismaele"
poi non sono riuscito a finire il libro, non mi ha mai preso.:boh:

PS: cosa è lo incipit?
 

Dory

Reef Member
Io sono rimasto affascinato dal
"Chiamatemi Ismaele"
poi non sono riuscito a finire il libro, non mi ha mai preso.:boh:

PS: cosa è lo incipit?

Che buffo! Stavo per metterlo anch'io, ma siccome neppure io sono riuscita a finire il libro, non l'ho voluto mettere...

PS_Scusami se non ci arrivo, il criceto va a rilento in questi giorni (quello che fa girare gli ingranaggi del mio cervello, per intenderci), ma cosa vorrebbe dire il tuo PS?
:)
 
"It was a dark and stormy night..." :D hehehe! ... scherzo.

Ho proprio uno sotto la mano, non è profondo, non è poetico, e neanche simbolico, ma mi è piaciuto lo stesso:

"Poco dopo la cacciata della prima coppia di coniugi dal giardino dell'Eden, all'ingresso venne affisso un cartello: «A seguito partenza inquilino precedente – paradiso come nuovo affittasi».Per la verità a presentarsi furono in pochi. Uno dei potenziali interessati, che arrivò portandosi dietro una moglie grassona, dopo una visita molto superficiale al luogo, dichiarò che alla prima pioggia si sarebbero formate pozzanghere enormi, invalicabili. E in inverno c'era da gelare, dal momento che non si vedeva ombra di impianto di riscaldamento.
«Quanto tempo dovremo ancora aspettare l'invenzione del fuoco?» domandò
«Un milione di anni», rispose l'arcangelo Gabriele.
Non riuscirono a fare il contratto."

Dal “Paradiso come nuovo affittasi” di Ephraim Kishon.
Divertente, spiritoso, umoristico, scorevole, come lo è anche l'intero libro.
 

Zio Vania

New member
Dory, le sò anch'io a memoria pagine e pagine intere di Oceano mare. Che bello.

Un incipit da me molto amato è quello di "memorie dal sottosuolo" ma è lungo e non vi annoio. Cmq da "Io sono una persona malata, io sono una persona cattiva..." a "...non mi curo e non mi sono mai curato, e non lo faccio giustappunto per cattiveria, il mio fegatuccio soffre? Bene, che soffra pure, e ancora di più" E' mezza pagina, se a qualcuno interessa lo posto per intero.

Bello anche l'inizio di Cent'anni di solitudine (cito a memoria e forse sbaglio) "molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si ricordò di quel lontano pomeriggio quando suo padre lo condusse a conoscre il ghiaccio.."

Un libro che si intitola Aden e non ho finito cominciava così "Avevo vent'anni, non permetterò a nessuno di dire che è l'età più bella della vita..."

Un racconto di Galiazzo "Sono una macchia, da quello che posso capirne, mi stò ingrandendo.."

Mi fermo quì
 

lillo

Remember
Ho poca memoria e trovo difficoltà a ricordare gli incipit, ma questo mi è rimasto nella memoria, si tratta di Fiesta Mobile di Hemingway.
"Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, poi dovunque tu vada questa esperienza ti accompagna fino alla fine della vita, perché Parigi è una festa mobile"
 

~ Briseide

Victorian Lady
Parlando di incipit non si può non citare il famosissimo esordio di 'Orgoglio e pregiudizio' : 'È una verità universalmente riconosciuta che un uomo scapolo in possesso di una vasta fortuna debba essere alla ricerca di una moglie.'
M'è rimasto particolarmente impresso anche quello di 'Anna Karenina': 'Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo.'
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A me piace molto l'incipit di "Mappe per amanti smarriti" di Nadeem Aslam.

Shamas se ne sta sulla porta aperta a guardare la terra, quella calamita che strappa al cielo i fiocchi di neve per attirarli a sè. Cadono i fiocchi, a un ritmo lento, quasi frenato, come piume che affondano nell'acqua. La tempesta di neve ha ripulito l'aria dall'incenso che s'insinua nelle case del lago vicino con il suo pontile a xilofono, ma la bruma c'è sempre anche quando è assente, a richiamare l'attenzione sulla propria scomparsa.
 

Dory

Reef Member
Zio Vania ha scritto:
Un racconto di Galiazzo "Sono una macchia, da quello che posso capirne, mi stò ingrandendo.."

Questo sì che è proprio un bell'incipit!! Mi è venuta una curiosità incredibile!!
Voglio assolutamente leggere questo racconto!!
:YY
 

elesupertramp

Active member
Questo lo so a memoria:
"Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati."
da "L'amore ai tempi del colera"- Marquez

....e quest'altro pure:
Sulla prima pagina è scritto: Nell'affresco sono una delle figure di sfondo.
La grafia meticolosa, senza sbavature, minuta. Nomi, luoghi, date, riflessioni. Il taccuino degli ultimi giorni convulsi.
Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di decenni trascorsi.
La moneta del regno dei folli dondola sul petto a ricordarmi l'eterna oscillazione delle fortune umane.
Il libro, forse l'unica copia scampata, non è più stato aperto.
I nomi sono nomi di morti. I miei, e quelli di coloro che hanno percorso i tortuosi sentieri.
Gli anni che abbiamo vissuto hanno seppellito per sempre l'innocenza del mondo. ( Q- Luther Blisset)
 

Dory

Reef Member
Questo lo so a memoria:
"Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati."
da "L'amore ai tempi del colera"- Marquez

Come si fa a leggere un libro non suddiviso in capitoli?
Io non sono riuscita a leggere "L'amore ai tempi del colera" perché la mancanza di capitoli mi faceva provare una strana sensazione di asfissia.
Ci ho provato due o tre volte a riprendere questo libro, ma niente da fare!
Pensi che mi manchi qualche rotella? Mi devo preoccupare?
 
Più che importanza parlerei di godibilità.
Per la serie chi ben cominca è a metà dell'opera. :D

Tutto sommato no è fondamentale, ma se c'è non dispiace. :D
 

Zio Vania

New member
Stràquoto Elesupertramp che ha postato l'incipit dell'amatissimo Q.
xDory: il racconto di Galiazzo della macchia si trova su una raccolta di racconti di vari autori italiani dal titolo "Anticorpi" che però non mi sentirei di consigliare. Sullo stesso genere meglio "gioventù cannibale" (Ammaniti, Brancaccio, Caredda, Galiazzo, Aldo Nove, Pinketts ed altri) Quello di Galiazzo è trà i più belli e si intitola "Cose che io non sò"

Ora scrivo tre incipit così celebri da non specificare neanche titolo e autore, tanto li conoscete tutti:

"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete anche sapere dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi và proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, secondo ai miei genitori verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto."

"Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica"

Anche questo è molto azzeccato, infatti ha venduto un botto di copie:
"In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta, le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque..."
 

elesupertramp

Active member
[Anche questo è molto azzeccato, infatti ha venduto un botto di copie:
"In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta, le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque..."[/QUOTE]

ma davvero?:wink:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La sirenetta - Hans Christian Andersen

In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare.
Non si deve credere che ci sia solo sabbia bianca, no! Crescono alberi stranissimi, e piante con gli steli e i petali così sottili che si muovono al minimo movimento dell'acqua, come fossero esseri viventi. Tutti i pesci, grandi e piccoli, nuotano tra i rami, proprio come fanno gli uccelli nell'aria.
 
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