La teoria delle pietre

Vladimir

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Il grande critico sovietico Jurij Tynjanov negli anni 20 elaborò uan teoria che è passata alla storia come "teoria delle pietre". Geniale, ma semplicissima come tutte le cose davvero ingegnose, recita, facendo un paragone fra letteratura e architettura: non esistono opere completamente originali. Le pietre dei vecchi edifici sono sempre riutilizzate per costruirne dei nuovi in maniera del tutto originale. Ossia non è possibile creare un'opera (romanzo, poesia, pezzo teatrale ecc...) nuova di zecca, ma ci si "limita" rielaborare in maniera originale spunti, temi, personaggi degli autori venuti prima Può sembrare una banalità, ma non lo è. Almeno, io non c'ero mai arrivato prima di studiare i formalisti russi. Voi ci avevate mai fatto caso? Concordate con questa teoria?
 
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shvets olga

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Tynjanov nel articolo dedicato a “Eugenij Oneghin” di Pushkin aveva notato che ci sono le gruppe delle parole e legami tra parole molto abituali, meccanici, c’e stato” pietrificazione dei epiteti”(окаменение эпитетов). Pushkin nel articolo “Il viaggio da Mosca a Pietroburgo” aveva rivolto l’attenzione a rime banali,fruste(anche se usava li spesso): plamen’-kamen’(fuoco-pietra),ciuvstvo-iscusstvo(sentimento-l’arte), liubov’-krov’(l’amore-sangue), trudnyj-ciudnyj(penoso-miracoloso) ecc.Anche in poesia italiana ci sono tante rime banali ps. cuore-l’amore-fiore-dolore, pianto-canto, sorriso-viso, fiori- colori ecc.
Per me un grande esempio di capacita creativa umana c’e nelle meravigliose opere d’arte di Chlebnikov,Maiakovskij, Zamiatin, Nabokov che giocavano con parole manificamente,usando palindromi, anagrammi, metafore splendide,inventavano parole nuovi,costruivano palazzi letterari
Chlebnikov 1885-1922 “I contemporanei lo chiamavano “il genio”. Chlebnikov fu poeta e filosofo. Fu uno scienziato che andava alla ricerca delle leggi della nuova umanità. I suoi manifesti segnarono il cammino solenne del futurismo russo. Si può giudicare il futurismo dalle poesie di altri poeti, ma credere al futurismo si può solo dopo aver letto le creazioni di Chlebnikov.
Egli non viveva né nel passato, né nel presente, né nel futuro. Chlebnikov esisteva fuori dal tempo. Non possedeva nulla: né una casa, né una famiglia, né un lavoro; né una bella scrivania dove scrivere i versi. Spesso non aveva neanche i vestiti e da mangiare. I suoi amici lo sostenevano, procurandogli delle traduzioni, delle pubblicazioni, e anche vestiti e soldi.

La sua poesia fu battezzata “Zaum’”, “oltre la ragione”. Si diceva che inventava le parole. Non è così. Lui non inventò nulla; lui scoprì. Perché l’inventore crea le cose che non esistono, lo scopritore apre allo sguardo della gente le cose che sono esistite da sempre. I talenti inventano, i geni scoprono. Chlebnikov non inventava le parole; Chlebnikov ci ha aperto gli occhi su lati della lingua di cui sconoscevamo l’esistenza:
28 giugno 1922, alle undici Chlebnikov muore in un villaggio sperduto nella regione di Novgorod. La sua tomba in un angolo del cimitero locale, tra un pino e un abete, ha una piccola lapide con la scritta: “Il presidente del globo terrestre, Velimir Chlebnikov”
Alexandra Voitenko

Oh, mettetevi a ridere, ridoni!
Oh, sorridete ridoni!
Che ridono di risa,
Che ridacchiano ridevoli,
Oh, sorridete ridellescamente!
Oh, dell’irriditrici surrusorie
- il riso di riduli ridoni.
Oh, rideggia, ridicolo
Riso di ridanciani surridevoli!
Risibile, risibile!
Ridifica, deridi, riduncoli, riduncoli,
Ridaccoli, ridaccoli!
Oh, mettetevi a ridere, ridoni!
Oh, sorridete, ridoni!

Bobeòbi si cantavano le labbra
veeòmi si cantavano gli sguardi
pieeo si cantavano le ciglia
lieeej si cantava il sembiante
gzi-gzi-gzeo si cantava la catena:
così sulla tela di alcune corrispondenze
fuori della dimensione viveva il Volto.
(trad. di A. M. Ripellino)

Da Uno sgraffio sul cielo
Dov’è di verdi CHA per due uno sciame,
e nella corsa un’ELLE di vestiti,
un GO di nubi sopra i giuochi umani,
un VE di folle attorno a fuochi aviti,
ČA di ragazzo, DO di vesti lievi,
ZO dell’azzurra camicia d’un giovane,
PE blusa porporina d’una vergine,
KA di sangue e di cieli (…)

Chlebnikov era contro le parole “allineate, offese, tosate, e tutte indifferentemente incolori e grigie − non lettere, ma marchi!”, lui "concepisce nuove parole, comedvorjàne (aristocrati) + tvorít’ (creare, inventare) = tvorjàne (inventocrati, creatori di vita
nebo (cielo) + lèbed’ (cigno) = nèbed’ (celigno, uccello celeste)"

Maiacovskij(dal articolo Comу far versi)
"Terzo: la materia prima. Le parole. Lʼarricchimento continuo delle riserve, dei depositi del vostro cranio con parole indispensabili, espressive, rare, inventate, rinnovate, derivate e dʼogni altro genere."

Notte di luna
Ci sarà la luna.
Ce ne sta
già un pò.
Eccola che pende piena nell’aria.
E’ Dio, probabilmente,
che con un meraviglioso
cucchiaio d’argento
rimesta la zuppa di pesce delle stelle.

ASCOLTA

DIMENTICHERO’ L'ANNO, LA DATA, IL GIORNO DELLA SETTIMANA
A CHIAVE MI CHIUDERO’ CON UN FOGLIO DI CARTA SOLTANTO.
ADEMPITI, O MAGIA SOVRUMANA
DELLE SILLABE ILLUMINATE DI PIANTO!
APPENA ENTRATO NELLA TUA ABITAZIONE,
OGGI MI SONO SENTITO A DISAGIO.
AVEVI NASCOSTO QUALCOSA NELLA TUA BLUSA DI RASO
E S'AGGIRAVA NELL'ARIA UN PROFUMO D'INCENSO.
TI HO CHIESTO SE ERI CONTENTA.
MI HAI RISPOSTO DUE SILLABE FREDDE: TANTO.
L'INQUIETUDINE HA ROTTO LE DIGHE DELLA RAGIONE,
ED ACCUMULO IL CRUCCIO IN UN DELIRIO DI FEBBRE.
Ascolta.
Non e' possibile che tu riesca a celare il cadavere.
Gettami in viso la parola terribile.
Perche' non vuoi udire?
Non senti che ogni tuo nervo contorto
urla come una tromba di vetro:
l'amore e' morto, l'amore и morto.....


E.Zamjatin nel grandissimo romanzo ‘Noi” con linguaggio molto ricco,poetico,usa punteggiatura come nessun altro.Grazie alla punteggiatura pensiero di personaggio centrale del romanzo D-503 diventa vivo, a volte non formato ,interrotto.Provo tradurre parole di Zamjatin sul totalitarismo da romanzo Noi: salubre giogo della ragione(благодетельное иго разума), felicita matematico infallibile(математически безошибочное счастье). Nel questo romanzo fantascienza Zamjatin secondo me descrive l’amore bello quanto mai.
Il tema centrale del romanzo Invito a una decapitazione di Nabokov individuo e totalitarismo.Da maestro, giocando, usando palindromo lui spiega perfettamente l’essenza del questo fenomeno:
Ropot-topor --> mormorio - accetta

Magari scrivo fuori tema...Nella teoria letteraria capisco poco,direi quasi niente.


Scusate per gli errori:W
 
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