Hesse, Hermann - Il giuoco delle perle di vetro

fabiog

New member
Il romanzo tratta il tema sempre caro ad Hesse della fusione tra vita activa e vita contemplativa e della necessita da parte dell' uomo di non vivere quindi una sola vita spirituale ,ma anche di scendere nel flusso della vita comune.Questa volta Hesse crea un intero mondo (la Castalia)he si dedica alla vita spirituale e di studio.La Castalia è un luogo ideale dove le più alte menti sono riunite e dove si cerca una fusione perfetta tra tutte le arti,ed è proprio su questo che si basa il concetto del Giuoco che dà il titolo al romanzo.La Castalia prepara quelli che sono gli insegnanti ,alcuni dei quali andranno nel mondo ad insegnare nelle scuole altri invece rimarranno nella regione per crescere ancora di più spiritualmente.Il protagonista è Joseph Knecht si parte dalla sua vita da ragazzo quando viene portao a studiare in Castalia e si segue il suo percorso fino alla sua nomina a Magister del Giuoco e alla sua ribellione.Hesse sottolinea quindi come anche un mondo in cui esiste la fuione perfetta di tutte le arti,un mondo dove esiste la libertà e la meditazione non possa neanche lui essere un mondo perfetto se le persone che lo compongono non "si sporcano le mani"con il mondo reale solo entrando nel pieno flusso della vita si può far crescere il mondo e combatterne i difetti.Anche qui è poi raffigurata la coppia di amici tanto cara ad Hesse come in Demian ed Emil Sinclair,Siddharta e Govinda qui abbiamo Joseph e Plinio che rappresentano la faccia della stessa medaglia.E' un romanzo che nonostante il tema che sembra essere pesante si legge piacevolmente cin alcuni punti che offrono profonde riflessioni e soprattutto di estrema attualità soprattutto nella lettera che Joseph scrive all'Ordine.
 

Spilla

Well-known member
Letto secoli fa, lo ricordo emozionante, noioso, avvincente, pedante e pesante ma interessantissimo. Insomma, difficile eprimere un giudizio, ma, secondo me, assolutamente da leggere.
Sono stata sufficientemente contorta:wink:?
Voto: 4
 

Biblio50

New member
Ho letto tutto di Hermann Hesse. Questo libro, lo reputo il suo capolavoro. Avvincente, meditativo, profondo. Un ricordo di tanti anni fa ma che, con Affinità Elettive di Goethe, mi ha fatto amare la lettura. Imperdibile:ad::ad:
 

beppeb

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sono appassionato di hesse

quello delle perle di vetro e' puro riferimento alle contraddizioni della grande guerra considerando che lo scrittore proviene da un periodo storico particolare, in mezzo alle due minacce per l'umanita', poi in germania vittima non-vittima racconta la sua ribellione al regime sotto forma di romanzo.
 

elena

aunt member
Meraviglioso......è il libro che racchiude tutta l 'essenza di Hesse....a mio parere è il suo capolavoro.
La Castalia è un mondo raffinatissimo che racchiude ed esalta ogni forma di arte e cultura; bellissimo il percorso formativo del protagonista che lo conduce ai livelli più elevati della conoscenza ma che alla fine gli svela l'illusorietà di un mondo che, per quanto apparentemente perfetto, non è in grado di soddisfare tutte le umane esigenze.
 

Sir

New member
Condivido il giudizio di Elena, sottolineando che l'abusatissimo parallelo con il confilitto bellico in atto svilisce tremendamente il valore di un libro che va ben oltre la mera metafora storica.
Mi sento pacificamente di affermare che l'uomo Hesse, prima ancora che lo scrittore, a quel punto della sua vita vedeva la situazione mondiale come uno strumento per la sua ricerca spirituale e per la sua letteratura, non certo come un fine.

Mi sembra di aver già scritto questi pareri nel thread sull'autore, ma mi ripeto: non so se "Il giuoco" si possa definire come "il più bello" tra i romanzi di Hesse, ma di sicuro è la summa scintillante della sua intera opera.
Tutti gli elementi tipici dell'autore ritornano con straordinaria puntualità, ma sono consapevolmente combinati in modo da perdersi, riavvicinarsi, allontanarsi, secondo una logica nuova, più sottile, e, soprattutto, in una forma innovativa.
Credo che questo aspetto sia spesso sottovalutato; la forma, nel "Giuoco", è basilare.
Le opere di Hesse hanno una caratteristica tensione al senso dell'opera stessa, questo atteggiamento è ribadito di pagina in pagina con una forza così palese da sembrare, a tratti, infantile; come la scrittura di un giovane perdutamente innamorato delle proprie parole e dell'obiettivo che sta cercando di raggiungere tramite esse.
La cosa straordinaria, allora, è che nel "Giuoco" questo senso diventa sottilissimo, praticamente invisibile. Il lettore che ha familiarità con Hesse inizia a cercarlo, ne trova cenni a volontà, si aspetta il solito sbandieramento, ma poi sorgono i dubbi e le riflessioni, le contraddizioni, e finisce a inseguirlo ansiosamente in ogni anfratto, correndogli dietro, seguendone gli ammiccamenti finchè non scompare; per poi ritrovarlo, manco a dirlo, dove meno se lo aspettava (Non dico dove, sarebbe scorretto :mrgreen:).
Il senso si è asciugato e cristallizzato, si è spogliato dell'amore del suo proprietario ed è per questo divenuto più prezioso per tutti, universale; non regge più da solo le fila di ogni discorso, ma sta nel nucleo di una struttura logica e formale di rara perfezione, atta a contenerlo.
Hesse ha nascosto la sua eredità in un testamento che è un libro illusorio, ingannevole, labirintico, ricchissimo e disorientante. Non se ne trarrà nessuna conclusione, nessun messaggio univoco, ma la più banale e semplice ipotesi o supposizione che nasce dal "Giuoco" sarà di valore straordinario.
 

pigreco

Mathematician Member
Un libro profondo, ben scritto, appassionato. Ci ho ritrovato l'idea di cultura universale che ho sempre cercato; Il Giuoco delle Perle, per come viene raccontato al lettore, è qualcosa di sublime, una summa di tutto lo scibile umano, una cultura utilizzata senza secondi fini, per puro piacere. La figura del Magister Ludi, il protagonista, rappresenta il personaggio tipo di Hesse, in particolare è abbastanza caratteristico dell'autore il suo percorso di vita. Sono molto piacevoli, anche se un po' avulsi dal resto del racconto, gli scritti postumi del protagonista, in particolare gli ultimi tre racconti.

Consiglio certamente questo libro, spesso tacciato di essere troppo "difficile".
 

Frundsberg

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Imparare a giocare.

Castalia è una terra fra le terre, un sogno albeggiato di cobalto, un paese che non è paese : qui, solo qui, risiede il Gioco.
Perle di vetro.
La Libertà è fatta di un materiale pallido, ma nobile perché fragile.
Che cos'è il Gioco?
Se lo chiede Josef Knecht, trovatello, bambino prodigio entrato nel territorio di Castalia quasi per fato.
E impara.
Anzi, impara ad imparare.
Il Gioco? Retorica, Dialettica, Musica, Meccanica delle Sfere e tanto tanto tanto ancora : insomma, la Libertà.
Ogni Magister che incontra Josef ne rimane stregato.
Egli è il predestinato.
Conosce le regole.
Gli scorrono nel sangue.
La legge è severa, ma sempre legge: chiunque abbandoni Castalia diventerà "come gli altri"...mortale.

Per questo motivo Knecht, raggiunto il grado più alto, quello di Magister Ludi, si deciderà a lasciare la pace.
Fra un Gioco e l'altro, in una notte passata ad ascoltare Purcell da un organo a mantice,il Magister Ludi deciderà di divenire mortale.
Di andare oltre.
Oltre.
Perché ci vuole un coraggio immortale per divenire mortale e morire fra le braccia di un lago.

Romanzo iniziatico ed altamente simbolico, Il Gioco delle Perle di Vetro rappresenta una delle più belle prove della grandezza del Genio.
Non chiedo di sposare la mia teoria: non sono Magister Ludi, sono solo un timido apprendista, parlare non mi è consentito.
Eppure scolpire il silenzio si può.
Anche il vento è Verità.
D'altronde la Verità non s'insegna.
Si vive.
 

SALLY

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Anche questo è parte della mia "pila" da leggere,ma so già che mi piacerà,Hesse mi trasmette una calma interiore,una ragione delle cose....la sua introspezione,la sua ricerca,sono la libertà di cui spesso abbiamo bisogno.
 

Frundsberg

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Io ho visitato la sua casa-museo a Montagnola, presso Lugano.
E' là che Hesse morì.
Ciò che mi avvince in questo grande scrittore è, indubbiamente, la capacità di raggiungere la serenità.
Mica poco.
 

Orazio

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Io ho visitato la sua casa-museo a Montagnola, presso Lugano.
E' là che Hesse morì.
Ciò che mi avvince in questo grande scrittore è, indubbiamente, la capacità di raggiungere la serenità.
Mica poco.

Io mi accenno solo ora alla lettura di questo capolavoro.
Deve essere stupenda la casa di Hesse,voglio andarla a visitare quest'anno.

"Negli anni della mia prima giovinezza ho sostato spesso, solo, sulle alte montagne, e il mio occhio indugiava a lungo nella lontananza, nella vaporosa foschia trasfigurante delle ultime delicate alture, dietro alle quali il mondo affondava in un'infinita azzurra bellezza. Tutto l'amore della mia fresca anima bramosa confluiva in una grande nostalgia e si mutava in lacrime, mentre l'occhio beveva con sguardo ammaliato la soavità del lontano azzurro. La vicinanza delle cose patrie mi pareva fredda, dura e chiara, senza alito e mistero; al di là, invece, tutto era accordato su toni soavi, traboccante di melodia, di enigma e di seduzione."
 
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