Baudelaire, Charles - Lo straniero

El_tipo

Surrealistic member
- Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
- Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.

- I tuoi amici?
- Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.

- La patria?
- Non so sotto quale latitudine si trovi.

- La bellezza?
- L'amerei volentieri, ma dea e immortale.

- L'oro?
- Lo odio come voi odiate Dio.

- Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
- Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!
 
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Bellissima questa poesia. Ci presenta il quadro del letterato, poeta, l’artista che in genere è sempre stato nella storia dell’uomo uno “straniero”. Dal Omero, al Dante, e al Baudelaire: sono tante le immagini, le storie e i simboli che parlano di questa estraneità. Cittadino di un’altra patria, l’artista vive tra gli uomini una condizione di diversità. Dove il privilegio è solo nello sguardo lucido, nella comprensione della realtà, e invece nella condizione esistenziale e molto sofferente. Lo straniero è l’autore stesso, e questa poema è una sorte di autoritratto.

Girando la pagina, ma rimanendo ancora nella tema di Baudelaire, sempre da “Lo spleen di Parigi” un altro poema:


XVII • L'EMISFERO DEI TUOI CAPELLI

Lasciami respirare a lungo, ancora e ancora, l'odore dei tuoi capelli, lascia che io vi immerga il viso come fa
l'assetato nell'acqua della sorgente, e che li scuota con la mia mano come un fazzoletto odoroso per farne uscire i ricordi
nell'aria.
Se tu potessi sapere tutto quello che vedo, tutto quello che sento, tutto quello che scopro nei tuoi capelli! La
mia anima viaggia seguendo un profumo, come l'anima di altri viaggia seguendo una musica.
Nei tuoi capelli c'è un intero sogno, pieno di vele e alberature; mari aperti i cui monsoni mi portano verso climi
incantati, dove lo spazio è più azzurro e profondo, dove l'aria ha il profumo dei frutti, delle foglie e della pelle umana.
Nell'oceano dei tuoi capelli vedo un porto brulicante di canzoni tristi, di uomini vigorosi dei più diversi paesi, e
navi d'ogni forma, le cui intricate, delicate architetture si stagliano nel cielo immenso, invaso da un'immobile calura.
Se carezzo i tuoi capelli, ritrovo il languore delle ore passate su un divano, nella cabina di una bella nave,
cullato dal dolce rollio del porto, tra vasi di fiori e terrine rinfrescanti.
Nella brace dei tuoi capelli, respiro l'odore di tabacco mescolato all'oppio e allo zucchero; nel buio dei tuoi
capelli vedo splendere l'infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive muscose dei tuoi capelli mi inebrio degli odori
mescolati del catrame, del muschio e dell'olio di cocco.
Lasciami mordere ancora le tue trecce pesanti e nere. Quando prendo a piccoli morsi i tuoi capelli elastici e
ribelli, mi sembra di mangiare ricordi.​
 

Dory

Reef Member
Certo, non le ama, ma sono per lui "uniche cose oggi reali fra la nulla terra e il cielo inesistente".
Che mi faccia pensare a lui non vuol dire che sia perché è uguale a lui... entrambi hanno in qualche modo nelle nuvole un punto di riferimento che non trovano altrove.
 
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