elena
aunt member
Un delicatissimo romanzo che coglie in pieno lo spirito che anima l’India: dolore, speranza, miseria, amore, rassegnazione, dolcezza e disperazione.
E’ una storia di emozioni e sentimenti narrati e vissuti da una donna indiana, Rukumani, che, non avendo altra dote se non quella di saper leggere e scrivere, va in sposa ad un contadino, Nathan, povero e senza terra ma dotato di una grande capacità di amare. La tenera storia d’amore tra Rukumani e Nathan fa da corollario alle vicende di una famiglia, vicende caratterizzate da una perenne lotta ai limiti della sopravvivenza ……talmente ai limiti che ogni nuovo evento può determinare l’indigenza più assoluta. L’inevitabile sviluppo economico del paese (che nel romanzo è simboleggiato dalla costruzione di una conceria nel piccolo villaggio di contadini) e le terribili calamità naturali, sconvolgono la vita dei protagonisti fino a costringerli ad abbandonare la terra, unica fonte teorica di sussistenza e di illusione per il futuro, per un’odissea senza speranza verso la grande città.
La bellezza di questo libro, fortemente poetico ed evocativo, è in gran parte racchiusa nella figura dell’io narrante, Rukunani, donna forte e coraggiosa che combatte le avversità con grande dignità e con uno spirito tipicamente indiano permeato da un forte senso di fatalità e rassegnazione, difficilmente comprensibili e ancor meno accettabili agli occhi di un occidentale.
Un romanzo meraviglioso che mi sento di consigliare veramente a tutti…… non solo per la bellissima storia ma anche per assaporare un minimo di spiritualità orientale e farsi trascinare nel fiume di sentimenti e valori di un popolo fortemente legato alle proprie tradizioni.
E’ una storia di emozioni e sentimenti narrati e vissuti da una donna indiana, Rukumani, che, non avendo altra dote se non quella di saper leggere e scrivere, va in sposa ad un contadino, Nathan, povero e senza terra ma dotato di una grande capacità di amare. La tenera storia d’amore tra Rukumani e Nathan fa da corollario alle vicende di una famiglia, vicende caratterizzate da una perenne lotta ai limiti della sopravvivenza ……talmente ai limiti che ogni nuovo evento può determinare l’indigenza più assoluta. L’inevitabile sviluppo economico del paese (che nel romanzo è simboleggiato dalla costruzione di una conceria nel piccolo villaggio di contadini) e le terribili calamità naturali, sconvolgono la vita dei protagonisti fino a costringerli ad abbandonare la terra, unica fonte teorica di sussistenza e di illusione per il futuro, per un’odissea senza speranza verso la grande città.
La bellezza di questo libro, fortemente poetico ed evocativo, è in gran parte racchiusa nella figura dell’io narrante, Rukunani, donna forte e coraggiosa che combatte le avversità con grande dignità e con uno spirito tipicamente indiano permeato da un forte senso di fatalità e rassegnazione, difficilmente comprensibili e ancor meno accettabili agli occhi di un occidentale.
Un romanzo meraviglioso che mi sento di consigliare veramente a tutti…… non solo per la bellissima storia ma anche per assaporare un minimo di spiritualità orientale e farsi trascinare nel fiume di sentimenti e valori di un popolo fortemente legato alle proprie tradizioni.