Twain, Mark - Le avventure di Huckleberry Finn

Brethil

Owl Member
Ho letto Le avventure di Tom Sawyer alle medie, ne ho davvero un bel ricordo. La scorsa estate poi ho trovato Le avventure di Huckleberry Finn a poco prezzo e ho deciso di provare a leggere anche questo classico per ragazzi.

La storia credo sia più che conosciuta: Huck è orfano di madre, suo padre è uno sbandato. Viene adottato dalla signora Douglas, la quale tenta di farne un ragazzo perbene. Ma lo spirito indomito di Huck mal si adatta alle buone maniere e decide quindi di scappare, sarà il fido amico Tom a farlo tornare sotto la custodia della signora Douglas. Nel frattempo il padre di Huck viene a sapere che il figlio ha un cospicuo conto in banca, quindi torna a reclamare la sua paternità. Tiene segregato il figlio in una casupola mentre continua a ubriacarsi, finchè Huck non riesce a scappare a bordo di una zattera sul fiume Mississippi e da qui hanno inizio le sue avventure.

Mi è piaciuto molto il linguaggio che viene usato nel libro: sgrammaticato, pieno di imprecazioni...un linguaggio che ben si adatta alla rozzezza di Huck.
Inoltre mi piacciono anche i riferimenti al razzismo e alle superstizioni che c'erano in America a quei tempi.

Voto: 3,5/5
 
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elisa

Motherator
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ho messo per esteso il titolo del bel libro di Mark Twain perchè così viene registrato :)
 

qweedy

Well-known member
La vicenda del giovanissimo Huck, che discende il Mississippi su una zattera insieme allo schiavo fuggiasco Jim, l'avevo letta da ragazzina.
E' stato molto strano rileggere questo libro a distanza di un secolo :mrgreen: per la sfida Reading Challenge, sia perchè il romanzo è davvero interessante ma soprattutto perchè letto con gli occhi di oggi risulta evidente quanto politically incorrect fossero i libri scritti in quegli anni. Siamo nel 1884 e tutta l'ideologia razzista viene espressa con grande naturalezza e con grande inconsapevole innocenza, quasi anche con affetto verso un essere inferiore.

In alcune scuole statunitensi il libro è stato eliminato dal programma scolastico – ma, fortunatamente, non dalla biblioteca – a causa dell’uso massiccio di una delle parole più razziste del lessico americano: “nigger”, il termine insultante che bolla con disprezzo e disgusto gli afroamericani, utilizzata più di 200 volte. Ma non solo, risulta evidente dalle considerazioni di Huck nei confronti di Jim tutta l'ideologia razzista che riteneva i neri esseri inferiori ai bianchi. Ad esempio, dopo una discussione in cui è stato sconfitto dalla logica stringente del suo compagno di avventura, Huck conclude che “non puoi insegnare a un negro a pensare”. Altro esempio, "pensa un po’, dice a un certo punto, non avrei mai immaginato che anche i negri volessero bene ai loro figli!"

E' stata per me un'esperienza molto strana e forte ma istruttiva leggere questo romanzo con gli occhi di oggi, alla luce di Black Lives matter, o pensando di leggerlo con gli occhi di un ragazzo afroamericano. Nonostante Mark Twain fosse un progressista abolizionista, nonostante Huck provi un vero, profondo affetto per Jim, è davvero sconcertante leggere come i bianchi considerassero i neri. Secondo me, più che censurarlo, dovrebbero utilizzarlo nelle scuole come lettura critica sulla mentalità razzista.
Leggere o rileggere questo classico con gli occhi di oggi è un'esperienza formativa che consiglio a tutti!
La meraviglia del libro sta proprio fra la “coscienza” e il linguaggio di Hunk, cresciuto credendo che la schiavitù sia un fatto naturale e immutabile sancito dalla naturale inferiorità dei neri e dalle Sacre Scritture e la mentalità di noi lettori nati quando la schiavitù era già stata abolita (ma non il razzismo).

Consigliatissimo!

“Non esiste casa così accogliente come la zattera. Su una zattera sei libero alla grande, ti senti felice e stai in pace.”

"E' bello vivere su una zattera. In alto c'era il cielo, tutto punteggiato di stelle, e ce ne stavamo coricati a guardarle, e a discutere se fossero state create, o fosse stato soltanto un caso... Secondo Jim erano state create, ma io dichiaravo che era stato un caso; reputavo che ci sarebbe voluto troppo tempo per farne tante. Jim disse che poteva averle deposte la luna: be', questo sembrava piuttosto ragionevole, e così non ebbi nulla da ridire, perchè avevo visto una rana deporre altrettante uova, e dunque naturalmente era possibile. Avevamo anche l'abitudine di guardare le stelle che cadevano striando il cielo. Jim diceva che erano andate a male e che venivano buttate fuori dal nido."

"E' scoppiata la testa di uno stantuffo.
Santi numi! S'è fatto male qualcuno?
No, signora. E' morto un negro.
Be', è una bella fortuna, perché poteva farsi male qualcuno."
 
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