Prevert, Jacques - Prima colazione

shvets olga

Member
Prevert, Jacques - poesie

Prima colazione

Lui ha messo

Il caffè nella tazza

Lui ha messo

Il latte nel caffè

Lui ha messo

Lo zucchero nel caffelatte

Ha posato la tazza

Senza parlare

S’è acceso

Una sigaretta

Ha fatto

Dei cerchi di fumo

Ha messo

La cenere

Nel portacenere

Senza parlarmi

Senza guardarmi

S’è alzato

S’è messo

Sulla testa il cappello

S’è messo

L’impermeabile

Perché pioveva

E se n’è andato

Sotto la pioggia

Senza parlare

Senza guardarmi

E io mi sono presa

La testa fra le mani

E ho pianto.
 
Ultima modifica:

shvets olga

Member
Prevert, Jacques- Per te amore mio

Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato uccelli
Per te
amor mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato fiori
Per te
amor mio
Sono andato al mercato di ferraglia
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amor mio
E poi sono andato al mercato degli schiavi
E t'ho cercata
Ma non ti ho trovata
amore mio.
 

shvets olga

Member
Prevert,Jaqcues - poesie

Canzone del carceriere

Dove vai bel carceriere
con quella chiave macchiata di sangue
vado a liberare la mia amata
se sono ancora in tempo
l’avevo chiusa dentro
teneramente crudelmente
nella cella del mio desiderio
nel più profondo del mio tormento
nelle menzogne dell’avvenire
nelle sciocchezze del giuramento
voglio liberarla
voglio che sia libera
e anche di dimenticarmi
e anche di lasciarmi
e anche di tornare
e di amarmi ancora
o di amare un altro
se un giorno le va a genio
e se resto solo
e lei sarà andata via
io serberò soltanto
serberò tuttavia
nel cavo delle mani
fino alle ultime mie ore
la dolcezza dei suoi seni plasmati dall’amore.

Fiesta

E i bicchieri eran vuoti
la bottiglia spaccata
il letto spalancato
e la porta sbarrata
e tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
scintillavano nella polvere
della stanza mal ripulita
ero ubriaco morto
e gioioso falò
e tu ubriaca viva
nuda fra le mie braccia.


La disperazione e seduta su una panchina

In un giardinetto su una panchina
C'e un tale che vi chiama se passate


Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio
Fuma un piccolo sigaro и seduto
E vi chiama se passate
O piu timidamente vi fa un cenno


Non bisogna guardarlo
Non bisogna ascoltarlo
Ma tirar dritto
Fingere di non vederlo
Fingere di non averlo neppure sentito


Passare via frettolosi
Perchй se lo guardate
O se gli date retta
Vi fa un suo cenno e niente nessuno
Vi puт impedire di sedergli accanto


Allora vi guarda in faccia vi sorride
Facendovi soffrire atrocemente


E lui continua il suo sorriso
E voi stessi sorridete esattamente
Di quel sorriso
Piщ sorridete e piщ soffrite


Atrocemente


E piu soffrite piu sorridete
Irrimediabilmente
Restando fissi lа
Come congelati
Sorridendo sulla panchina


Bambini giocano a due passi da voi
Passanti passano
Tranquillamente
Uccelli volano
Volano via da un albero
Si posano su un altro
E voi restate lа
Sulla panchina
E giа sapete bene
Che non potrete piщ
Giocare come quei bambini


Sapete che non potrete piu
Passare come quei passanti
Tranquillamente


Nй che mai piu potrete vola via
Lasciando un albero per l'altro
Come quegli uccelli.
 

shvets olga

Member
Il gatto e l'uccello

Un villaggio ascolta desolato
il canto d'un uccello ferito.
E' l'unico uccello del villaggio
e l'unico gatto del villaggio
l'ha divorato a metà;
l'uccello smette di cantare,
il gatto smette di far le fusa
e di leccarsi il muso.
Il villaggio prepara all'uccello
meravigliosi funerali,
e il gatto, che è invitato,
cammina dietro la piccola bara di paglia
ove l'uccello morto è disteso,
portata da una ragazzina
che non smette di piangere.
"Se avessi saputo di farti tanto male",
le dice il gatto,
"l'avrei mangiato tutto intero
e poi t'avrei raccontato
che l'avevo visto volar via,
volar via sino alla fine del mondo,
in un luogo talmente lontano
che mai nessuno ne ritorna.
Avresti provato meno dolore,
solo tristezza e rimpianti."

Non bisogna mai fare le cose a metà.


Quelli che muoiono di noia la domenica pomeriggio
perchè vedono venire il lunedì
e il martedì,
e la domenica pomeriggio sempre così.
Quelli che hanno quattromilaottocentodieci metri di Monte Bianco,
trecento di Torre Eiffel,
venticinque centimetri di petto e ne sono fieri.


LE CANZONI PIU' CORTE
L'uccello che mi canta per la testa
E mi ripete che io t'amo sempre
E mi ripete che tu m'ami sempre
L'uccello dalla solfa fastidiosa
Domani mattina lo strozzerò.


Non chiedere alla foglia di non muoversi.
Non puo... c'e il vento!
Non chiedere al sole di rimanere immobile.
Non puo... c'e la notte!
Non chiedere all'uomo di vivere in eterno.
Non puo... c'e la morte!
Non chiedermi di non amarti.
Non posso... ti ho vista!


Gli innamorati traditi
Io avevo una lampada a olio
tu la luce
chi ha venduto il lucignolo?
 

shvets olga

Member
Prevert, Jacques-Le Ombra

Stai lì

davanti a me

nella luce dell'amore

Ed io

sto qui

davanti a te

nella musica della felicità

Ma la tua ombra

sulla parete

spia ogni attimo

dei miei giorni

e la mia ombra

fa lo stesso

e spia la tua libertà

Eppure ti amo

e tu mi ami

come s'ama il giorno la vita o l'estate

Ma come le ore che si seguono

non suonano mai ad un tempo

le nostre due ombre s'inseguono

come due cani di una stessa madre

staccati dalla medesima catena

ma ostili entrambi all'amore

unicamente fedeli al padrone

alla padrona

e che aspettano pazientemente

ma tremanti d'angoscia

la separazione degli amanti

e che aspettano

che la nostra esistenza si concluda

e il nostro amore

e che gli buttin là le nostre ossa

per prenderle

celarle e seppellirle

e seppellirsi anch'essi

sotto le ceneri del desiderio

fra le macerie del tempo.
 
Alto